1.

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Ho pianto.
Ho pianto così tanto, che a un certo punto avevo finito le lacrime.
L'unica cosa che mi rimaneva era togliermi la vita.
E ci ho provato, ma...ma Madison non me lo ha permesso.
Ma lei non capisce che io così, non posso andare.
Mi manca da morire.
Mi manca da togliere il fiato.
Lui era il mio ossigeno e senza ossigeno non si può vivere.
Io, cazzo io non riesco più a vivere.
Lo sogno sempre, come se fosse nel letto accanto a me.
Ma lui non c'è.

Devi essere forte.

Ho sentito solo queste parole.
Come sempre, devo essere forte.
Forte da sola.
Però ammetto che dopo un po', ci fa l'abitudine.
È come se per me, essere forte, sia diventata come una routine.
Però una routine che è cambiata molto, come sono cambiata anche io.
Ho tinto i capelli di un biondo castano, a volte cambio anche modo di vestire.
Si, perché se mi guardo allo specchio...lo vedo.
Lì, in piedi al mio fianco.
E fa male vedere una cosa che non puoi toccare.
Una cosa che ormai non è più carne e ossa, ma è solamente un ricordo.
Sono passati sette mesi e io sono distrutta sempre di più.
Ma non lo faccio vedere.
Già, sono tornata fredda come prima e non so se sarò capace di innamorarmi ancora.
Almeno, ora non è nei miei piani.
Se solo anche Madison la pensasse così..
Mi combina appuntamenti con qualsiasi uomo.
Dai puzzoni, ai ricconi.
Dai più aggressivi a letto, ai principianti.
Vado a cena con loro, mangio e poi una sveltina.
Ovviamente non dormo con nessuno di loro.
E nulla, questo è diventato il mio tempo libero.
C'è anche una novità positiva nella mia vita.
A parte la mia dolce nipotina che dovrebbe nascere nel giro di qualche giorno.
Sofí, è venuta a vivere con me.
Helena è morta due mesi dopo la morte di M...di Michael.
Non aveva più nessuno e di conseguenza ho deciso di prendermi le sua responsabilità.
Non è più chiusa come prima, anzi si è aperta molto con me.
Sinceramente non so esattamente cosa le sia successo, ma sono sicura che con calma me ne parlerà.
Poi mi piace averla con me, mi ricorda Michael.
Sono così uguali..

<< Sofí!>> grido dalla mia nuova camera da letto.
Con tutti i soldi che mia madre mi ha lasciato ho fatto tante cose.
Ho messo da parte dei soldi per Sofí, per quando crescerà.
Ho ristrutturato l'appartamento, non potevo continuare a vedere la faccia di Michael ovunque..anche se alcune cose sono rimaste.
<< Sofí!>> grido ancora, uscendo dalla mia camera e andando in sala.
<< Quando vuoi andiamo. Tranquilla..>> dico posizionandomi davanti alla tv.
<< No, Roza! Spostatiiii!>> grida la piccola Sofí.
Esattamente, lei può chiamarmi così.
Mi ricordo ancora come tutto è iniziato.

<< Non riesco a dormire..>> mi dice Sofí entrando nella mia camera.
È passato solo un mese dalla sua morte e alla piccola manca, come manca anche a me.
<< Vieni qui.>> le dico, mentre batto una mano sul grande materasso.
Cammina piano, con i suoi piedini.
Sale con le ginocchia e si posiziona di fianco a me.
<< Mi racconti una bella storia?>> mi chiede accoccolandosi sul mio petto.
<< Va bene. Questa volta te ne racconto una diversa dal solito.>> dico accarezzandole i capelli lunghi.
<< C'era una volta una ragazza, di nome Roza. Era una ragazza diversa dalle altre. Era forte e non aveva paura del mondo che la circondava anzi, era sempre pronta a sfidarlo. Era una ragazza dal cuore freddo, finché un giorno..>> racconto mentre sente un piccolo sbadiglio di Sofí.
<< ..si imbatte in una ragazzo. Un ragazzo uguale a lei. Dal cuore freddo. La ragazza si invaghì di lui dal primo momento e...>> dico ma vengo interrotta da Sofí.
<< Mi ricorda tanto te questa ragazza, Rose. Da oggi ti chiamerò Roza.>> dice la piccola, facendomi perdere un battito.
Era da un po' che non sentivo nominare il mio soprannome con tanta dolcezza.
La stessa dolcezza che ci metteva mia madre.

Il mio antidotoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora