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Pov's Michael

Tamara.

Porto le mie mani ai lati del lavandino, stringendolo appena. Chino la testa, cercando di calmarmi un po' dopo la sceneggiata di ira che ho fatto fuori dal bar. Madison ed Erik non sono riusciti a fermarmi, hanno dovuto chiamare Adam per fermarmi e ovviamente lui mi ha riportato a casa sua con la forza.

Tamara.

Questo cazzo di nome continua a frullarmi in testa, causandomi delle forti pulsazioni alle tempie. La testa mi esplode e il mio petto si alza e si abbassa velocemente, facendo uscire dei pesanti sbuffi dalle mie narici dilatate. Stringo forte il bordo del lavandino, finché le nocche delle mie mani non diventano bianche, perché questo dolore che mi attanaglia è troppo forte e non riesco a contenerlo.

Tamara.

Non posso permettermi di perdere Rose e il bambino. Non voglio perderli. Voglio vivere la mia vita con loro, voglio invecchiare con lei, voglio vedere i primi passi di mio figlio, voglio sentirlo quando dirà le prime parole, quando si innamorerà per la prima volta. Io devo trovarli, devo portarli a casa con me, sani e salvi.

Tamara.

Non posso perderli. Non posso fare come quando ero piccolo, quando non riuscì a difendere mia madre e mia sorella da quel bastardo. Peccato che ora mi sembra di essere tornato indietro nel tempo e se penso di non riuscire a salvarli, fallirò per la e seconda volta e sicuramente non riuscirò a vivere con il senso di colpa di non aver salvato la mia famiglia un'altra volta.

Tamara.

Alzo la testa, guardandomi nello specchio. I miei occhi sono neri, neri di odio, rabbia, ira. Sono un tornando pronto a radere al suolo qualsiasi cosa, sono pronto per togliere di mezzo qualsiasi persona si mette sul mio cammino.
Se solo quella lurida donna le mette le mani addosso, è morta. Se solo le fa del male, se solo fa del male al bambino...la brucio viva.
<< Ora basta! Ti devi calmare Michael!>> mi rimprovera Adam entrando in bagno.
<< Che cazzo hai fatto?!>> sbotta avvicinandosi a me. Non capisco cosa intende, finché non afferra la mia mano piena di sangue. La guardo bene, non capendo come io abbia fatto a farmi del male. Mi guardo intorno, notando di aver rotto lo specchio che si trovava sopra il lavandino del bagno, i ventri sono nel lavandino, sul pavimento e sulla mia mano. Piccoli frammenti conficcati nella mia carne e non mi ricordo neanche di aver tira un pugno, di aver sentito i vetri entrarmi nella pelle e lacerarla.
<<  Lascia stare.>> dico togliendo la mia mano della sua.
<< Devo andare da Hernandez.>> aggiungo sorpassandolo. La sua mano si posa sulla mia spalla, bloccandomi.
<< Tu non vai da nessuna parte. Non sei in te, non puoi andare in giro così! So già che uccideresti chiunque si trovasse sul tuo cammino.>> dice con tono preoccupato.
Mi conosce bene, e se mi conosce bene sa che non deve fermarmi. Non mi sentirei in colpa a tirargli ora un cazzotto in faccia.
<< Sua figlia ha preso Rose! E se scopro che lui c'entra qualcosa..>> << ...no, non lo ucciderai cazzo, Michael. Hai una famiglia ora, non puoi andare in giro e uccidere chiunque tu voglia. So che sei arrabbiato tantissimo, ma ci hanno già pensato da soli a condannarsi a morte. Sappiamo quello che hanno fatto..>> Adam mi fa aprire gli occhi, facendomi capire che se faccio cazzate finirò in prigione anche io per il mio passato. Non posso permettermelo.
Respiro piano e cerco di parlare, ma lui mi interrompe.
<< Vai, ma prima di andare saluta tua sorella almeno. Continua a piangere da quando hai messo piede in casa mia..>> dice dandomi delle pacche sulla spalla, per poi uscire dal bagno.
Lo seguo, andando in soggiorno.
Sofí è seduta sulla poltrona mentre piange a dirotto, stringendo forte al suo petto il cuscino della poltrona.
<< Sofí..>> dico inginocchiandomi alla sua altezza, davanti alla poltrona.
I suoi occhioni rossi e pieni di lacrime mi guardano, facendomi aprire il cuore in due.
<< Sofí, scusami per come mi sono comportato..ma sto male, mi manca Rose e..>> non finisco di parlare che le sue braccia piccole e ossute mi abbracciano forte, quasi soffocandomi. Seppellisce la sua testa nell'incavo del mio collo, bagnandomi completamente la maglia.
<< Riportali a casa fratellone...per favore..>> mi dice singhiozzando. La stringo forte e le bacio dolcemente la testa. Non ti farò perdere anche loro, non perderai più nulla e avrai una vita normale.

Il mio antidotoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora