5.

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Sta mattina, mi sono svegliata presto per preparare una colazione abbondante e buona per Sofí.
Ieri sera ho aspettato tutto il tempo davanti alla porta, ma non è uscita dalla sua stanza.
Come posso affrontare un argomento del genere con una bambina?
Come posso spiegarle che ho amato suo fratello con tutta l'anima e il cuore?
Taglio delle fette di pancetta, mentre nel frattempo le uova sfrigolano nella padella.
Ci aggiungo la pancetta e aspetto che sia tutto pronto.
Mentre aspetto guardo l'orologio appeso alla parete delle cucina.
Tra dieci minuti devo svegliare Sofí, deve andare a scuola.
Spengo sotto il fuoco e vado a fumare una sigaretta sul balcone.
Preferisco fumare nascosta da Sofí, non voglio tramandarle brutti vizi.
Vizi che aveva anche il fratello tra l'altro.
Mi accedo la sigaretta, appoggiandomi con i gomiti alla ringhiera.
Guardo giù dal balcone, ed eccola lì.
La solita macchina nera.
Mi sto davvero incazzando!
Se la vedo ancora una volta, giuro che chiamo la polizia.
Tiro dalla mia sigaretta, buttando tutto il fumo all'insù, verso il cielo.
La mia attenzione viene richiamata dal rumore di una portiera che si chiude, come se fosse stata chiusa con forza.
Abbasso lo sguardo e noto un ragazzo.
Tutto vestito di nero, con il cappuccio sulla testa.
È appoggiato alla macchina, quindi dovrebbe essere il suo proprietario.
Bene, bene..
Ora il mio stalker si fa anche vedere.
Peccato non riesca a vederlo bene in faccia.
Porta degli occhiali neri, ma non potrei mai dimenticarmi la sua statura alta e possente.
Il ragazzo alza la testa e mi nota.
Una scia di brividi mi percorre la schiena, facendomi tremare le gambe.
Ci stiamo guardando, senza interrompere lo sguardo.

Io...devo distogliere lo sguardo, potrei svenire da un momento all'altro per quanto mi tremano le mani.
Mi stacco dalla ringhiera, come se mi fossi scottata con il fuoco, e torno dentro casa.
<< Dio..>> impreco, passandomi una mano sul viso.
Devo sapere chi cazzo è!
Ma ora non posso, devo svegliare Sofí.
Non voglio che faccia ritardo.
Vado verso la vecchia camera di Adam, ora decorata con i gusti di Sofí, e busso due volte.
<< Sofí, è ora di andare a scuola..>> dico a bassa voce.
Nessuna risposta.
<< Sofí, per favore. Apri questa porta, così parliamo di quello che è successo ieri..>> dico con la testa appoggiata alla porta.
Ti prego apri...
Aspetto due minuti ma non ricevo risposta.
Mi sto preoccupando.
Vado verso la cucina, apro un cassetto e tiro fuori una chiave che è in grado di aprire tutte le porte della casa.
L'ho fatta apposta a farmela fare, in caso Sofí si sarebbe chiusa in qualche stanza.
Giuro che appena aprirò quella porta, le tolgo la chiave.
Non mi sta bene che si chiude in camera a chiave, e odio che non mi risponde quando la chiamo.
Corro verso la porta e infilo la chiave nella serratura.
Cerco di far cadere la chiave che si trova dall'altra parte della porta e quando cade, infilo bene la mia chiave.
Giro una volta e spalanco la porta.
Sofí è sotto le coperte che dorme beata.
<< Dai Sofí, alzati.>> dico leggermente scocciata.
Le voglio un bene dell'anima, ma quando fa così mi fa incazzare.
Mi avvicino a lei e la scrollo un po'.
<< Sofí, muoviti dai!>> dico alzando un po' il tono della voce.
Nulla.
Non mi risponde..
Mi sto preoccupando.
Le tolgo le coperte, cerco di girarla verso di me ma..quando la tocco, sento che qualcosa non va.
<< Sofí, sei bollente..>> dico preoccupata.
Deve avere la febbre alta.
La scrollo un po', finché non apre gli occhietti.
<< Ro..Roza, n..non mi sento..bene>> dice la piccola.
Lo noto, lo noto eccome.
È pallida.
Ha due occhiaie enormi sotto gli occhi e sta sudando tantissimo.
<< Amore mio..>> dico prendendola tra le braccia e stringendola forte a me.
Io, non so che fare.
Prendo il telefono dalla tasca dei pantaloni della tuta e digito subito il numero di Madison.
<< Tesoro.>> dice Madison con voce felice.
<< Madison, Sofí mi sa che ha la febbre altissima..>> dico continuando a cullarla tra le mie braccia.
<< Oddio. Tranquilla, le hai provato la febbre?>> mi chiede lei.
Cazzo!
È vero..
<< Ora gliela provo,ma è bollente..>> dico subito.
<< Ti aspetto in linea..>> mi avvisa Madison.
Riporto Sofí sul letto, accarezzandole la testa.
Mi alzo, corro in bagno e prendo il termometro.
Lo sbatto, per far scendere il mercurio, e torno dalla piccola.
Riprendo Sofí tra le braccia, le metto il termometro sotto l'ascella e la stringo a me.
Riprendo il telefono.
<< Ok, ora aspettiamo..>> dico a Madison.

Il mio antidotoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora