La dimissione.

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"Kagome"
Ero stata finalmente dimessa, fuori perseverava un cruento temporale era come se il cielo riflettesse il mio stato d'animo, ero triste, ma non arrabbiata, ero come vuota, sapevo che il mondo avrebbe continuato a girare ma ,come potevo andare avanti senza di lui, senza Inuyasha?
Presto ripresi a frequentare le lezioni, dovevo recuperare gli anni scolastici che avevo perso a causa del mio coma.
Indossai la mia uniforme e andai a scuola,il mio volto rimase senza espressione, a vedermi adesso non mi riconoscerei ,ero patetica.
E lentamente ripresi una normale routine, semplicemente il mondo andava avanti e io mi lasciavo trascinare, dato che non avevo alcuna voglia di continuare, sentivo come se mi ma casse tutto.
Le mie amiche appena seppero che ero viva e vegeta mi venirono a trovare, ma non avevo la forza ne si ridere ne di scherzare, più  il tempo passava, più mi sentivo vuota e morta, come un cadavere che camminava nel mondo dei vivi, già, proprio come Kikyo, ma io a differenza sua non avevo nessun obbiettivo nulla che mi facesse aggrappare alla mia misera vita.
Sota, il mio adorato fratellino aveva provato di tutto per cercare si farmi tornare il sorriso  ma fu tutto inutile, sentivo come se un pezzo di mi fosse stato portato via.
Avevo deciso di girovagare per il tempio, volevo lasciare che il peso del miei ricordi mi distruggesse più di quanto in realtà non fossi già,rivissi tutti i ricordi delle volte nelle quali a il l'insopportabile mezzo demone cane era venuto da me,mentre ciò accadeva nella mia mente i miei occhi si erano già riempiti di lacrime e le mie guance erano bagnate.
Mi diedi degli schiaffi sulle guance e mi imporsi di essere forte,mi ritrovai davanti all'albero che aveva dato inizio a tutto,l'albero dove il mezzo demone era stato sigillato,sembrava,che come ogni hanno non avesse fiorito.
Decisi di rientrare in casa,per me era ora di prendere le mie medicine e speravo che questa cosa finisse.
Sota:
Sorellina,mi accompagni in città.
Io:
Si.
Dissi per poi entrare nella mia camera,volevo cambiare un pò di cose,come il colore delle pareti ed altro.
Mamma:
Tesoro,mi hai chiamato?
Io:
Si,posso cambiare colore alle pareti?
Mamma:
Si,vuoi che chiami il pittore?
Io scossi la testa in segno di negazione.
Io:
Farò da sola.
Ella mi sorrise e poi mi lasciò sola.
Mi capiva,questo mi rendeva felice,so che non molti possono vantare un tale rapporto con la madre.
Mo decisi a prepararmi,indossai delle scarpe da ginnastica nere,dei jeans attillati neri e una maxy maglia nera con una scritta in stampato rossa come il sangue "Let me stay allone".
Mi sedetti sul letto e presi il mio telefono per guardare le notizie che riguardavano la città, nulla di nuovo.
Poco dopo Sota entrò nella stanza.
Sota:
Andiamo Sorellona?
Io annuii e accompagnai il ragazzo in città, poi mentre  percorrevamo la strada verso il tempio comprai la vernice nera per cambiare colore della stanza.
E così impiegai il resto della giornata a far diventare nera la mia camera,la mia stanza doveva riflettere me stessa,le mie emozioni,la mia tristezza.

Un'illusione che svanisceDove le storie prendono vita. Scoprilo ora