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Dopo aver scattato la foto a quella giovane coppia con un bel pancione, continuo ad ammirare l'arte della mia Milano, che per quanto sia stupenda e affasciante ha sempre qualcosa che mi porta a rimpiangere gli anni in cui non era così piena di turisti che la sporcavano.
Cammino per andare al bar dove di solito mi fermavo a prendere un caffè e un cupcakes, ma mentre mi siedo e incomincio a leggere noto un ragazzo castano sulla ventina che mi osserva, mi sorride: non ricambio.
Sono sempre stata fredda nei rapporti, ho un'amica e un amico che però si può contare amica...dato che è gay. Finisco la mia colazione che ormai è un rito, lo facevo con la mia mamma prima che mi abbandonasse.
Una sera, improvvisa, da ritorno da nuoto non c'era, non c'era la cena pronta, né i vestiti stirati, né la sua roba. Per un lungo periodo la nonna paterna ci dovette aiutare, e la nonna materna si preoccupava di allattare con latte biologico mio fratello che ormai aveva meno di un mese. Ci aveva lasciato così: senza alcuna spiegazione.
Per anni ho creduto che magari era soltanto colpa mia, che forse aveva delle buoni ragioni, ma in realtà era perché non ci teneva minimamente a tutti noi.
Ed eccomi qui, a far la spesa per poter far mangiare mio fratello di quindici anni, poiché papà era troppo impegnato nel lavoro, spesso fortunatamente passava la compagna di papà, una donna dolce ed elegante, lei si prendeva spesso cura di noi.
Torno a casa, e vedo Laura pulire il pavimento.
"Non ti preoccupare, ci avrei pensato subito io..."-dico posando le buste.
"Tesoro tranquilla, ho messo a fare nel forno un dolce...e sul piano da cucina c'è la pentola che aspetto che bolle"-mi sorride.
Le ricambio il sorriso, Laura si comportava spesso come se fosse una nostra mamma, sembra strano: ma mio fratello la chiama infatti mamma.
All'età di due anni papà si fidanzò con lei, e lei curò Victor mentre io studiavo.
Guardò mio fratello che esce dalla sua stanza tutto vestito a tiro.
"Scusami, ma dove vai?"-chiedo curiosa.
Mi siedo sullo sgabello della cucina mangiando un po' di pane.
"Esco fuori, ciao Mar, ciao Ma'"-ci sorride ed esce.
"Laura sai dove andava?"-dico sconvolta
"Si, a pranzo con una ragazza: oggi stiamo sole"-mi sorride.
Vado in camera, e noto che c'era il mio vicino antipatico con la finestra spalancata a provare con la sua band.
Mi guarda, ricambio lo sguardo, e poi mi metto a pc.
__________2h dopo_________
Dopo aver pranzato con Laura, torno in camera mia e noto che il mio vicino mi fissa e mi fa cenno di affacciarmi.
"Ciao Marcylia...o come ti chiami"-risponde con un ghigno.
"Ciao Federico"
"Come va?"-mi sorride
"Sto bene, cosa desideri?"-rispondo diretta.
"Nulla, mi annoiavo: vado ciao".
E chiude la finestra, Federico è sempre stato così, mi piaceva da bambina al liceo...ma era così freddo e senza sentimenti che mi sentivo stupida ad andargli dietro.

*TO BE CONTINUED*

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