CAPITOLO 8.

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Mi sedetti sulla panchina fuori da Nando's, dopo qualche minuto arrivò James.
Esitai un po a salire, vedendo la sua faccia un po ombrata dal finestrino, alla fine cedetti, mi feci coraggio ed entrai.
<<Ciao>> dissi per stroncare quel silenzio.
Non ricevette risposta, vedevo come stringeva forte il volante dell'auto, le nocche diventavano chiarissime per quanto stesse stringendo forte.
Lo guardai per un po, poi distolsi lo sguardo e lo posai fuori dal finestrino.
C'erano tantissime persone che passeggiavano per le strade di Manhattan, alcuni per mano, altri in gruppo, altri ancora da soli.
Dopo una decina di minuti James ruppe il silenzio. Finalmente.
<<Cosa ci facevi li da Nando's?>> chiese in tono freddo.
<<Ero li con Scott, mi ha chiesto di prenderci un caffè da Nando's, stavamo parlando e il tempo è volato velocemente, non mi sono accorta dell'orario, scusami davvero James.>> mi dispiaceva davvero e non volevo ci rimanesse male.
<<Chi è Scott?>>.
<<Un ragazzo che ho conosciuto mentre facevo compere, è davvero un bravo ragazzo ed è stato gentilissimo con me, abbiamo tante cose in comune.>> dissi.
<<È successo qualcosa tra voi? C-cioe nel senso ti piace?>> chiese senza guardarmi in faccia e tenendo lo sguardo fisso verso la strada.
<<Cosa? Ma sei pazzo? L'ho appena conosciuto, se cosi posso dire, è solo un amico, tutto qui..>> mi interruppi, poi ripresi a parlare <<Eppoi cosa ti importa? Conosco a mala pena anche te, ma ti reputo comunque mio amico, ci ho preso un caffè e un pasticcino basta, nulla di più.>> dissi determinata.
<<Non mi importa nulla, ma non si prende un caffè con il primo che capita nessuna ragazza dovrebbe farlo, per la propria sicurezza intendo, naturalmente! Mi reputi un tuo amico?>>. Sentivo la sfacciataggine nella sua voce e non so perché ma mi piaceva quel suo lato, che mostrava molto spesso.
<<Certo, perché non lo sei?>>.
Non mi rispose, continuo a guidare e dopo due minuti fermo la macchina parcheggiandola davanti ad un palazzo.
Scendemmo e ci avviamo verso il portone, aprii la porta ed entrammo dentro al condominio.
<<Scale o ascensore?>> mi chiese.
<<Quanti piani sono?>>. Mi fece il numero 10 con la mano.
Ero timorosa di prendere l'ascensore, soffrivo di claustrofobia. La presi solo una volta e rimasi bloccata li dentro con una signora anziana per due ore e mezza, un incubo.
Ma non avevo altra scelta, non ce l'avrei fatta a fare 10 piani a piedi, perciò accettai.
Entrammo dentro l'ascensore, c'eravamo solo io e James, appena le porte sì chiuderò James clicco' sul pulsante che indicava il decimo piano.
Stavo in piedi, al centro dell'ascensore, e James era davanti a me, mi guardava dalla testa ai piedi. Ero in soggezione, ma cercavo di evitarlo, con la coda dell'occhio osservavo i suoi passi, si stava avvicinando a me.
Mi prese per i fianchi e mi spinse addosso alla parete dell'ascensore, mi prese i polsi e con una sola mano mi teneva le braccia sopra la testa, in modo da farmi stare ferma.
Avvicinò il suo viso al mio, facendo toccare i nostri nasi.
Avevo il cuore che batteva a tremila, nessuno mi era mai stato così vicino, nessuno si era mai comportato in quel modo con me e la cosa che fosse lui a farlo non mi dispiaceva.
Si stava avvicinando alla mia bocca quando l'ascensore si aprii.
Ci staccamo subito e c'erano davanti a noi una coppia di vecchietti che ci guardavano.
<<Salve signori Welmibel>> salutò James.
I due signori ci guardarono perplessi. Appena uscimmo dall'ascensore scoppiamo in una fragorosa risata, pensando alla figuraccia che avevamo fatto.
James mi fece entrare nell'appartamento , era molto spazioso e davvero accogliente.
Le pareti del salotto erano tutte color crema, la cucina invece aveva le pareti bordeaux.
<<I miei non ci sono, sono andati a trovare mia zia Lisaa nel North Carolina. La casa è tutta qui, spero ti piaccia.>>
<<È molto carina e accogliente, complimenti davvero>>.
<<Hai fame?>> mi chiese.
<<Non molta>> in effetti non avevo molta fame, ero stata fino alle 7 e mezza ad ingozzarmi di pancake e cupcake, perciò lo stomaco era abbastanza sazio da aspettare la cena.
<<Insomma, dato che siamo amici, ci facciamo una partita a monopoli?>> mi chiese James facendo un risolino.
<<Va bene, ci avrò giocato un paio di volte quindi devi rispiegarmelo.>> dissi.
James mi guardò in modo strano, sembrava non capire e subito dopo mi sorrise in modo comprensivo.
Si avvicinò a me, accarezzandomi la guancia.
<<Sei bellissima>> mi sussurrò all'orecchio.
Arrossii a quel complimento, nessuno me ne aveva mai fatti alcuni, soprattutto il quel modo, non so aveva qualcosa che mi piaceva, davvero tanto.
<<Mi piace la tua ingenuità Allie, sai essere attraente e sexy ma innocente contemporaneamente>> continuava a sussurarmi all'orecchio.
Sentii il bisogno di abbracciarlo. Cosi non ebbi il tempo di pensare e parlo il corpo al mio posto.
Misi le braccia intorno al suo collo e mi lasciai cullare dai piccoli baci che mi lasciava dietro l'orecchio, poi sulla mandibola, sul collo, poi cominciò a spostarmi la maglia dandomi i baci sopra la scollatura della maglietta.
Mi ritrassi, appena sentii il corpo riempirsi di brividi.
Sentivo un formicolio dappertutto, non riuscii a capirne il motivo o forse lo sapevo ma non volevo ammetterlo.
<<Mi è venuta fame, mangiamo?>> chiesi frettolosa.
<<D'accordo>>.
Preparammo qualcosa da mangiare, cenammo e parlammo per ore.
<<Ti va di venire alla festa di Haley? È domani,  farà una festa a casa e da quello che ho capito inviterà mezza scuola, ha cosi insistito che venissi per farmi conoscere tutti i vostri amici e mi farebbe piacere se venissi anche tu!>> ero titubante a chiederglielo, gia ne avevo parlato ad Haley e lei mi avevo detto che sarebbe stata ancora più contenta se la gente aumentava, alla fine mi piaceva l'idea di poterlo rivedere anche alla festa.
<<Certo, ti passo a prendere e andiamo insieme vabene?>> . Annui. Ci vedemmo un film in Tv e verso le 10 e mezza mi feci accompagnare a casa, altrimenti mia madre si sarebbe infuriata.

Parcheggiò la macchina qualche via prima di casa mia per evitare le domande strane di mia madre.
<<Allora buonanotte Allie>>. Mi lasciò un bacio sulla guancia.
<<Buonanotte James>>. Gli sorrisi e scesi dalla macchina.
Entrai dalla porta sul retro per evitare di svegliare mia madre, salii su in camera, mi spogliai e misi il pigiama.
Appena entrai sotto le coperte sentii il telefono vibrare, era un messaggio di James.

messaggio da James
Grazie della bella serata signorina.

Leggendo il messaggio mi scappo un sorriso, risposi con un:'Grazie a te!'
Spensi il telefono e affondai la testa sul cuscino, addormentandomi qualche secondo dopo.

oltre me, oltre te, oltre noi.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora