Correre per lei era tutto. Amava farlo in tutte le condizioni, in tutti gli stati d'animo. Non vedeva giorni feriali, né appuntamenti in ritardo, né fidanzati scontenti, né amiche in crisi di nervi.
Correre era energia, era meditare... Correre la rendeva liberà.Come tutti i sabati prima di uscire July si era infilata le sue ultime Nike Running fiammanti, i suoi shorts neri aderenti, che come le ricordava sempre sua sorella Katy rendevano il suo lato B uguale a quello di J.Lo.
Indossata la sua canotta I-tech, non aveva potuto infine dimenticare di incollare al braccio il suo fido I-pod.Il giorno andava morendo, lasciando spazio ad un tramonto rosso fuoco che si stagliava in un cielo da cornice. L'aria era limpida e portava con sé i primi profumi di quella che sarebbe stata l'ennesima Primavera, la prima però che lei avrebbe trascorso, da sette anni a quella parte, senza Steve al suo fianco.
Questa volta ne era certa, questa volta sarebbe stata quella definitiva. Non sarebbe più tornata indietro su i suoi passi: si sentiva più forte, più matura, più convinta di volere vicino a lei una persona con la quale potesse condividere tutto il suo futuro e non solo quello che erano stati i suoi sogni giovanili e che, oramai, avevano assunto solo i contorni dei suoi ricordi sbiaditi dal tempo. Proprio per questa ragione, quella sera July si era gettata nella sua corsa come se fosse una gara per la medaglia olimpica. Come la stessa foga di un'atleta che sente che il traguardo è vicino, ma che allo stesso tempo teme che quella lunga fatica possa essere la sua ultima occasione per arrivare in fondo al suo obbiettivo: vincere.
Per questa ragione, quel giorno, a July sembrava che ogni passo che muovesse lungo il suo cammino, ogni metro che aggiungesse al suo percorso fossero la metafora della sua lunga corsa verso l'indipendenza, verso l'affermazione di sé stessa come singolo individuo e non più come parte di un duo unico e invisibile: era la sua rivincita! Perciò, decise che, da quel preciso istante, anche il solito rodato percorso di allenamento avrebbe subito delle varianti. Anche lui, maledetto vecchio percorso, scontato e conosciuto, sarebbe appartenuto al passato. Optò quindi per un tragitto più arduo, quello in salita, che dalla pianeggiante Karter Street l'avrebbe condotta, attraverso Costitution Road, verso la sommità più alta della città, lassù da dove tutto sarebbe sembrato nuovo, più bello e completamente suo.
Dopo trentacinque minuti di curve a gomito e di pendenze così ripide da ricordarle le giornate trascorse a sciare con la sua famiglia quando era ancora piccola, July arrivò esausta in cima alla sua "salita esistenziale", come lei stessa l'aveva definita poco prima per darsi la spinta a proseguire per quella che, per le sue forze residue, le era sembrata più una disfatta che una vittoria. Arrivata in cima, July si trovò davanti ad un bivio: scendere a sinistra, facendo dietrofront, seguendo la strada dalla quale era venuta, oppure imboccare il grande cancello di Rushmore Park, che l'avrebbe portata, prima al piccolo laghetto delle anatre, dove sua madre la portava sempre durante le calde giornate estive assieme a sua sorella Katy. Poi, seguendo i sentieri delle vigne, direttamente fino al retro di casa sua, dove l'ultimo lembo di verde lasciava il passo alla civilizzazione incominciata proprio negli anni in cui la sua famiglia si era trasferita dalla grande città per andare a vivere in "quel dolcissimo è noiosissimo paesino di provincia" che lei chiamava casa.
Il rosso fuoco del tramonto stava lasciando spazio alle prime ombre della sera e solo in lontanaza, scrutando l'orizzonte, si poteva ancora intravedere quella che era stata la luce di una meravigliosa giornata di Marzo. Perciò July, immaginando i preparativi che sarebbero stati necessari al suo primo Saturday Night da single e giudicando come più breve la seconda delle due ipotesi, iniziò a scendere lungo il margine destro dell'entrata del parco. La scelta fin da subito si era rivelata una delle meno felici: l'asfalto della salita era stato sostituito da una fine e sdruciolevole ghiaia che in aggiunta all'umidità del parco avevano creato tutti i presupposti per quella che sarebbe stata una caduta memorabile. "La caduta degli Dei", pensò July nella sua mente, ricordando l'ultimo libro commentato per il corso di letteratura. Sorrise amareggiata. Peccato che, nella sua vita, lei doveva ancora salire all'Olimpo e che la cosa non le sembrasse, per questa ragione, molto gloriosa.
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Il volto del male
Misterio / Suspenso"Ogni giorno davanti a tutto ciò che accade attorno a noi, la nostra mente si sforza di trovare delle giustificazioni per tutti i crimini, le crudeltá e le efferatezza che il genere umano riesce a compiere. Ma, alle volte, di fronte alle tenebre non...