25 luglio 2007

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Sono passati quasi due mesi da quel giorno. Il giorno in cui tutto il mondo di Emma e Killian è cambiato radicalmente.

Prendere il diploma non avrebbe potuto essere più stressante e difficile di così. Soprattutto nelle condizioni di Emma.

Tutti i suoi piani erano stati sconvolti. Quell'ultima prova, superata per un soffio, non avrebbe potuto essere più deludente.
Emma era sempre stata una ragazza modello: sia a livello umano, sia a livello intellettuale, collezionando sempre ottimi voti e successi sportivi. I genitori ne erano sempre stati orgogliosi.

Tuttavia, il giorno della consegna del diploma, non era orgoglio quello che Emma vedeva riflesso nei loro occhi, bensì delusione. Preoccupazione. Apprensione.
Ma anche, nel profondo, eccitazione. 
Eccitazione per l'arrivo di un nipotino.

Nessuno si sarebbe aspettato da Emma una cosa simile. Lei che aveva progetti importanti per il suo futuro, un obiettivo chiaro in mente. Quel mondo era stato sconvolto esattamente il 7 giugno. Una data che non avrebbero mai dimenticato. Non solo lei, non solo la sua famiglia, ma anche Killian.

Killian non era pronto per diventare padre. A malapena era riuscito, con immani sforzi, a far entrare Emma nella sua vita, nella sua quotidianità.

Un bambino. Un bambino cambiava ogni cosa. Avrebbe dovuto prendersi le sue responsabilità. E non era pronto.

La cerimonia del diploma sarebbe cominciata di lì a pochi minuti. Emma stava camminando a passo lento e sconsolato tra i corridoi deserti della Storybrook High School.
Tutto era cominciato proprio tra quelle mura, tra quelle classi. Da un banalissimo scontro con il ragazzo che le avrebbe cambiato l'esistenza.

Tra un passo e l'altro, aveva superato l'aula delle lezioni di teatro, i laboratori di chimica, l'ingresso per la palestra. Il teatro.
Era stato in quel luogo che avevano commesso l'errore più grande.

Non si erano resi conto dei rischi di quel rapporto. Killian era stato un irresponsabile, non prendendo alcuna precauzione, basandosi sul pensiero infondato che Emma, avendo ai tempi, un altro ragazzo, avesse già pensato a tutto.
Ovviamente così non era.

La situazione era venuta a galla proprio due giorni dopo essersi confessati amore reciproco.
Emma aveva finalmente avuto l'opportunità di raccontare alle sue amiche, Regina ed Elsa, tutto quello che si erano perse la notte della festa.
Aveva meticolosamente espresso tutta la sua felicità, soffermandosi su tutte le premure che Killian aveva avuto nei suoi confronti. Vedeva tutto attorno a sé con occhi diversi. Tutto era più bello, il sole più caldo, il cielo più azzurro, il prato più verde, i fiori più profumati: erano gli occhi dell'amore.

Finché quel flusso ininterrotto di racconti non si era improvvisamente interrotto.
Emma era crollata a terra.
Proprio nel mezzo del corridoio, durante l'intervallo di quell'ultima giorno del quinto anno di liceo.

Killian applaudiva. Applaudiva alla sua ragazza, che con fierezza, e testa alta, nonostante tutto e tutti, percorreva quel piccolo palco, allestito nel giardino della scuola, per andare a ritirare il suo diploma.
Sotto la toga non si notava quel debole rigonfiamento sul ventre. Appena accennato, ma che gli ricordava costantemente che tutta la sua esistenza stava per cambiare.

Quella lieve prominenza che mancava, quel giorno. Quel 7 giugno. Il giorno in cui Robin era accorso da lui, per intimarlo a correre. Correre il più velocemente possibile verso l'infermeria.
"Si tratta di Emma." - questo era bastato per fargli perdere la cognizione del tempo, e precipitarsi al secondo piano, nell'ala est dell'edificio.

Il cuore stava per uscirgli dal petto. Aveva fatto le scale di corsa, a perdifiato, rischiando più di una volta di inciampare tra uno scalino e l'altro.
Cosa poteva mai essere successo alla sua ragazza?

I Chose You  (Sospesa)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora