I Chose You (Sospesa)

30 agosto 2007

Da quello che poteva sembrare un brutto tronco, stava nascendo qualcosa di dolce per la vista e per il cuore: la culla che Killian stava fabbricando per suo figlio era perfetta.
Il lavoro di falegname, che aveva da poco iniziato, gli aveva permesso di ottenere le basi necessarie per la realizzazione di qualcosa di buono.
Anche lui avrebbe dato il suo contributo alla stanza del piccolo.

Le vacanze erano cominciare da appena due mesi, ma Killian non era rimasto con le mani in mano, aveva subito cercato un lavoro. In qualche modo doveva pur mantenere il bambino e aiutare, per quanto possibile, i genitori di Emma, che si erano dimostrati fin troppo disponibili.
La falegnameria non era nulla di così ambito per lui, ma non riuscendo a trovare di meglio, non si era potuto permettere il lusso di fare lo schizzinoso: aveva accettato. Da circa un mese aveva cominciato un periodo di prova, in cui avrebbe imparato le mansioni minime del mestiere, con l'utilizzo degli attrezzi base. Bolle, pialle, circolari, viti, bulloni, torni, metri e levigatrice erano state cose totalmente sconosciute fino ad allora.
Non ci aveva messo molto però a mettere in pratica tutti gli insegnamenti: era un ragazzo determinato, e brillante, perciò non stupiva nessuno la qualità dei suoi lavori, nonostante fossero i primi.

Si trattava di un lavoro alquanto pesante, le ore richieste durante la giornata erano molte, e la sera era sempre un obiettivo lontano da raggiungere. Tuttavia non era un problema, anzi, la sera era proprio la parte più bella. Non per il riposo, no, un ragazzo di 19 anni ha così tante energie da spendere, che aveva chiesto al proprietario della falegnameria, il Sig. Mills, di poter rimanere più a lungo dopo la chiusura.

Erano quelli i momenti che preferiva, dopo una cena abbondante, tornava in bottega, toglieva il telo dal suo progetto, per cominciare a dedicarsi a quella culla che avrebbe raccolto i sogni più lieti del suo bambino. Suo e di Emma.

Nonostante all'inizio fosse stato un duro colpo, piano piano stava cominciando ad abituarsi all'idea che presto sarebbe diventato padre. Si era innamorato di quel fagiolino non appena l'aveva visto.

Inizialmente non era riuscito a trovare la forza per partecipare alle ecografie. Fino al giorno prima: Emma gli aveva comunicato data, ora e luogo dell'esame. Si trattava di un esame importante a quanto aveva intuito, non solo perché avrebbero saputo il sesso del bambino, ma soprattutto perché alla fine del quarto mese avrebbero finalmente avuto la conferma che tutto era nella norma.

Avrebbero potuto prendere un respiro di sollievo, perché effettivamente, l'ecografia non aveva mostrato malformazioni o malattie congenite. Nulla che richiedesse ulteriori esami più scrupolosi. Inoltre, a detta del Dr. Niccols, Emma era una ragazza giovane e in salute, per cui le probabilità di proseguire con una gravidanza liscia e senza problemi erano alquanto alte.

Il momento più magico è stato uno soltanto però.

In sala d'attesa Killian era un fascio di nervi, si sentiva totalmente a disagio e fuori posto. Sarebbe scappato volentieri se avesse potuto, sotto lo sguardo accusatorio di altri padri e madri in attesa, come se fosse il criminale peggiore della città. Era stata Emma a prendergli la mano per fargli forza.

Quella ragazza, la sua ragazza, era incredibile: avrebbe dovuto essere lui a dare man forte a lei, mentre invece era l'esatto opposto. Lei era la sua roccia, lo aveva salvato anche in quel momento di tensione.

Il momento era arrivato: si alzarono, e condotti dall'assistente, erano stati introdotti nella sala visita. Si trattava di una stanza asettica, bianca e spoglia, con solo un enorme poster di un grembo materno in sezione, dal quale partivano diverse frecce, ad indicare il nome dei diversi annessi. Sembrava di essere dal dentista, con l'unica differenza che non venivano indicate le varie parti di un dente, ma di un bambino. Era quasi inquietante.