Capitolo 4

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Pov Jack
Provo in tutti i modi a liberarla ma è inutile, ed in men che non si dica il turbine ed il vento, insieme ad Elsa, non ci sono più.
Sono spartiti. Mi limito a urlare di rabbia. Sono arrabbiato con me stesso... dovevo fare qualcosa per lei...

Pov Elsa
È buio. Mi fa male la testa. L'ultima cosa che ricordo è di essere stata intrappolata da quel maledetto tornado e di aver cercato di fermarlo... poi vuoto.
Sono legata ad una catena di fumo nero... resistente... troppo resistente per me.
Una voce parla.
"Finalmente ti ho presa... Elsa, regina di Arendelle"
La voce, ora sta ridendo, quasi sghignazzando.
"Chi sei?" Chiedo. Lascio trasparire tutta la paura dal mio tono di voce nonostante cerchi di non far vedere il mio stato d'animo
"Sono colui che ha cercato di rapirti nella tua terra d' origine".
"Arendelle!" Sussurro.
Mi manca da morire Arendelle: Anna, i bambini che giocano, Olaf... mi scorre una lacrima lungo tutta la guancia.

Mi viene forse forse... un po' di rabbia. Mi metto ad urlare contro l'essere:

"COSA VUOI DA ME? IO NON TI HO FATTO NIENTE, NON TI CONOSCEVO PRIMA CHE TU ROVINASSI QUESTI TRE ANNI DELLA MIA VITA"

Viene fuori dall'ombra. La sua faccia mi innervosisce.

"Cara Elsa" comincia lui, "forse ti dovrei raccontare di quello che è successo quando tu eri a far scioccamente divertire i bambini. Vedi io, un tempo, ero il guardiano degli incubi... perché 'ero' ti chiederai; beh, dopo esser stato sconfitto dai tuoi... 'amici', chiamiamoli così, mi sono terribilmente offeso, così ho deciso di essere solo l'uomo che diffonde la paura, che incute timore, che uccide tutti quelli che non mi considerano come un vero spirito, a cominciare da Jack Frost... ho elaborato così, senza sosta, un piano infallibile per farlo morire con la sensazione di colpevolezza dentro di sé. Ebbene, ho capito che ognuno ha il suo punto debole e quello di Jack Frost sei tu. Il Fato me lo aveva predetto. Quindi tu sei la trappola, lui è la vittima e io ho la mia vendetta". Mostra i denti in un sorriso sghembo, come se non lo facesse da tuta la vita, ma che allo stesso tempo non ne potesse fare a meno

Aspetta... Jack sarebbe morto per colpa mia?

"NO" esclamo. "NON POSSO PERMETTERLO: PER COLPA MIA, JACK NON MORIRÀ" e detto questo, il luogo nero di prima diventa dall'azzurro al bianco. Oh no, i miei poteri! Non devono andare fuori controllo per nessun motivo! Aspetta, ma... non sono i miei poteri, non sento la sensazione che provo quando vado in confusione... JACK!!
Lo vedo col suo bastone accanto a me, pronto a proteggermi.

"Ma bene bene bene... Jack, come ho perfettamente pianificato è venuto per salvarti dalla tua fine tragica" dice in modo tragico-ironico.

"Uomo Nero, lascia stare Elsa: lei non c'entra niente, liberala. È con me che ti devi vendicare". Dice freddo Jack, guardando davanti a sé, incurante di ogni pericolo.

Ma come risposta a queste parole piene di coraggio, con un gesto della mano stringe la catena di fumo nero dalla quale sono avvolta che diventa stretta, troppo

"NON LE FARE DEL MALE" urla Jack.
Ho paura, sono arrabbiata e vorrei fare qualsiasi cosa, ma non ho la forza di esprimere niente.

E Jack, preso da un momento d'ira trasforma il suo bastone in una spada di ghiaccio. L'uomo Nero rimane stupito da ciò, ma non si lascia sconfiggere così facilmente, ed inizia a correre nella nostra direzione deciso più che mai a finire quello scontro e riuscire nella sua vendetta.

Pov Pich Black

Jack trasforma il suo semplice e inutile bastone in una spada. Non avevo idea che poteva fare ciò ma non me ne curo, riprendo coscienza dei miei arti che per un momento ho lasciato che mi abbandonassero e senza altre preoccupazioni mi fiondo verso quel moccioso, ma improvvisamente mi sento le gambe fredde e bloccate.

"Jack, lo tengo!" urla la donna, mentre con le mani direzionate verso di me, sebbene ancora strette nelle catene, riusciva a bloccarmi per quanto potesse.

Lo vedo avvicinarsi velocemente, di corsa e improvvisamente il tempo sembra espandersi ed i secondi diventano minuti come gli attimi in brevi ricordi che tornano proprio quando la fine è vicina, così vicina da toccarla con lo sguardo, così vera da poterla ammirare senza sforzo;

Vedo Jack Frost così vicino al mio corpo da poterci guardare tutti i minimi particolari degli occhi e la sua arma che mi attraversa il corpo da parte a parte, e fa male.

È tutto buio, ma non fa più male.

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So.

Con un soffio -Jelsa -Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora