Per un attimo di luce - prima versione illustrata

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Il rumore dei suoi passi spezzava ritmicamente la quiete della strada avvolta da una pioggerella sottile, scesa ad accarezzare i tetti di Londra dopo una giornata di timido sole. Erano passi tranquilli, regolari, che si lasciavano dietro impronte di apparente noncuranza.

Nulla, a parte forse il silenzio irreale, poteva lasciar presagire le intenzioni dell'uomo avvolto nell'impermeabile, le cui pieghe ne mascheravano alla perfezione la postura rigida. E nessuno, nelle ore che precedevano la mezzanotte del 21 dicembre, vigilava nell'ombra  per cogliere quei segnali.

A dire il vero, qualcuno ci aveva provato. Molto spesso, nei giorni precedenti, l'uomo si era voltato indietro a scrutare guardingo lungo la via, allarmato da passi sospettosamente concitati e vicini, da parole che potevano nascondere più di un significato. Qua e là era riuscito perfino a scorgere qualche lembo di un impermeabile chiaro, o degli antichi simboli incisi su quello che sembrava un bastone da passeggio. Indizi a cui normalmente non avrebbe quasi fatto caso, ma che ora, a pochi istanti dalla mossa cruciale, potevano significare solo una cosa.

Qualcuno sapeva. Qualcuno sapeva e avrebbe fatto di tutto per fermarli. Ma il piano, quel piano per cui tanto sangue e tanta fatica erano stati spesi, non doveva fallire. Loro però non si sarebbero arresi finché non avessero udito il dodicesimo rintocco del Big Ben vibrare nell'aria notturna, e forse nemmeno allora si sarebbero rassegnati del tutto.

Il volto dell'uomo si tese in una smorfia e la sua mascella si contrasse sotto un velo di barba ispida. Quelli erano ovunque, proliferavano come zanzare nell'aria di una palude e non rinunciavano ai loro scopi nemmeno dinanzi al rischio di finire spiaccicati, come del resto era già successo più volte. Tutti coloro che si erano spinti troppo oltre erano stati eliminati, uno a uno, e così si erano spente anche le loro pericolose intuizioni. O potenzialmente salvifiche: tutto dipendeva dalla parte in cui ci si schierava per portare avanti quella lotta secolare.

L'uomo portò distrattamente la mano al bavero della giacca. Le sue dita, leggermente intorpidite dall'aria fredda, si soffermarono sulla superficie lucida di un oggettino di metallo all'apparenza insignificante. Fece scorrere i polpastrelli cosparsi di leggere cicatrici sulla spilletta smaltata di scuro, che raffigurava la testa di un corvo. Se il colore delle piume  e la forma del becco erano fedeli  a quelli dei volatili che volteggiavano nei dintorni della Torre di Londra, il cranio vero e proprio non lo era. Infatti, a partire da una certa altezza, il piumaggio della testa era stato sostituito da una serie di piccoli ingranaggi mobili, tutti del medesimo color antracite, eccetto quello posizionato in corrispondenza dell'occhio, che spiccava nella sua tonalità rosso sangue.

Quell'oggetto di singolare fattura significava tutto per l'uomo, a partire dal suo incarico

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Quell'oggetto di singolare fattura significava tutto per l'uomo, a partire dal suo incarico.

"Se i corvi della Torre di Londra moriranno o voleranno via, la Corona cadrà e con essa la monarchia"

recitava la profezia. Quel momento stava per giungere per mano sua. Non sapeva ancora, in realtà, come si sarebbe svolta l'operazione; nessuno era a conoscenza dell'intero piano, onde evitare pericolosi tradimenti, ma lui era consapevole di ricoprire un ruolo essenziale. Aveva all'incirca un'ora di tempo per presentarsi al luogo prestabilito, vicino alla torre, pronto ad entrare in azione. Le stelle erano state chiare: tutto doveva avvenire allo scoccare della mezzanotte del solstizio d'inverno, entro l'ultimo rintocco del Big Ben. In quell'istante il potere dell'Ordine sarebbe giunto al suo apice, inaugurando una nuova era di dominio.

Per un attimo di luce - Wattys2017Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora