Canzone suggerita: Sfera Ebbasta- Bang Bang
|"Le droghe piú potenti, si prendono per mano"|
Comincio a girare avanti e indietro per lo sgabuzzino alla ricerca di qualcosa che possa aiutarmi ad uscire fuori da questo spazio cosí angusto, ma la mia claustrofobia mi impedisce di pensare lucidamente. Fin da piccina avevo paura di restare rinchiusa in spazi chiusi, una fobia che ho da quando avevo circa 7 anni quando rimasi chiusa in un ascensore a casa di nonna. Mi ritrovo rannicchiata in un angolino a piangere. Rimpiango amaramente di aver seguito Oliver, il mio ex, qua dentro. Provo a darmi una calmata, domani l'addetto alle pulizie sarebbe entrato negli spogliatoi per pulire e mi avrebbe liberato. E sarei stata sana e salva. "Peggio di cosí non può proprio andare." mormoro tra me e me. Proprio dopo aver pronunciato quelle parole inizio a sentire puzza di bruciato e nella stanza comincia ad esserci una nebbiolina di fumo, e subito capisco di trovarmi nei guai. Oliver mi vuole morta. Cazzo. Cazzo. Cazzo. "Aiuto, aiuto!" urlo. Ma chi potrebbe sentirmi a quest'ora del pomeriggio?Mi rassegno che nessuno sarebbe venuto a salvarmi. Mi rannicchio ancora di piú, chiudo gli occhi ed inizio a cantare la canzoncina che mi cantava mia nonna quando ero piú piccola.
"..."
Una lacrima mi scivola sulla guancia, pensando alla mia famiglia: Avrei rivisto mio fratello Austin? Mio padre? Mia sorella Eveline? Quando riapro gli occhi per l'ultima volta vedo solo un corpo venire nella mia direzione e da quel momento solo silenzio. Oliver ha vinto? Sono davvero giunta alla morte?
***
"Cloe..." sentii sussurrare il mio nome. Apro gli occhi. Sono in una stanza dalle pareti bianche che odora di disinfettante. Affianco a me trovo la mia migliore amica e mio padre. "Dov'é Oliver?É ancora a piede libero?" Mio padre mi guarda fisso per alcuni secondi che sembrano davvero eterni. "Si, e non possiamo farci nulla, Cloe." Dice, e dopo di che esce dalla stanza, ed io rimango sola con Jess. "Jess, puoi accompagnarmi a casa per favore? " Non avevo voglia di stare in macchina con mio padre e litigare inutilmente con lui. Lei annuisce ed esce dalla stanzetta, cacciata da un'infermiera, una donna molto robusta, che in confronto a Jess sembra un gorilla, dato che Jess é magra e bassa. L'infermiera fa un'impressione dura, che fa letteralmente scappare Jess, e a vedere quella scenetta comica mi scappa un sorriso. Uno sincero, che oramai sfoggio davvero in pochissime situazioni, da piú di un anno. L'infermiera mi comunica di vestirmi che nel frattempo mio padre firmava alcune carte per dimettermi.