«e così questo tipo con la giaccia di un colore nero scamosciato ti si è avvicinato e ti ha chiesto quale era il tuo prezzo?» domanda la mia amica, dall'altra parte del telefono. ha la bocca piena, visto il rumore che segue la frase e io non posso far a meno di lasciar formare sulle labbra una smorfia di disgusto.
ormai dovevo solo rinunciarci: mai sarebbe diventata una donna con dell'eleganza.«esattamente. credo che abbia pensato che ne sarei stato divertito. in risposta l'ho guardato malissimo e mi sono allontanato senza rivolgergli la parola. comunque, e per pura fortuna, sono riuscito a fare in modo che qualcuno si interessasse dei lavori di mia madre, per quanto la maggior parte di loro avessero dei colori abbastanza disgustosi. abbiamo guadagnato una bella somma e abbiamo aspettato che papà finisse di lavorare in ospedale per andare a cena, saranno state le due di notte? non ne sono sicuro. il mio telefono era ormai scarico a quell'ora.
siamo andati in uno di quei ristoranti di cui si parla tanto qui in seoul, solo per assicurarci che fosse buono quanto dicono e, credimi lo è davvero, quando verrai te lo farò provare.
il cibo costava sul serio un capitale e la cosa che più mi ha sorpreso è stato vedere un gruppo formato da sei ragazzi, mangiare come porci portate che neanche noi avremmo potuto permetterci.
e sai che i miei guadagnano un sacco al giorno.
non indossavano nulla di costoso, per cui ho escluso di fatto che fossero ricchi. è così che sono giunto alla conclusione» affermo, mentre mi guardo nuovamente allo specchio, pronto per fare la mia prima passeggiata nella capitale.
non ero mai uscito per fare un giro, quindi mi ero munito di emozione e denaro.«quale conclusione?» mi chiede la mia amica, confusa. sento ancora quello sgranocchiare di sottofondo e per poco non mi metto a piagnucolare, come può farmi questo?
non solo non è munita di eleganza, ma, a quanto pare e quella ne era la prova, neanche d'intelligenza.«secondo te? sono convinto che per permettersi di mangiare lì e così tanto hanno lavorato come spacciatori. non è ovvio? insomma pensaci... dei ragazzini più o meno della nostra età, porci, con addosso vestiti di pessimo gusto e poveri. come potevano permetterselo? solo in questo modo, onestamente» spiego e la sento acconsentire tramite dei suoni ancor più disgustosi che lasciano la sua bocca.
«puoi smetterla di mangiare mentre parlo? oppure ci sentiamo dopo, se sei proprio costretta a farlo o non puoi farne a meno» sbuffo, conosco bene la mia amica e, di conseguenza, anche i suoi fabbisogni.è così che finisce la chiamata. non sono arrabbiato, neanche un po', e questo lei lo sa bene. ecco perché non le mando nessun messaggio di spiegazioni o di scuse.
sono fatto così e, per fortuna, lei mi sopporta comunque.sistemo nuovamente i miei capelli, che sono tornati inesorabilmente disordinati senza il mio permesso.
onestamente la situazione è sempre la stessa: non vogliono stare al loro posto e io me ne lamento come se fosse di urgente importanza.
li lascio come sono solo quando mi rendo realmente convinto che non posso migliorare quella condizione, ed esco.
ho addosso una semplice maglietta firmata armani e un pantalone dello stesso stilista.
onestamente ne sono ossessionato e non è di certo colpa mia se il buon gusto è parte integrante di me.al mio fianco non c'è mamma, quindi sono abbastanza spaventato di potermi perdere, anzi ne sono quasi sicuro.
non ho un buon orientamento, ma non voglio neanche disturbarla per un mio piccolo e stupido capriccio.
non è davvero importante uscire a fare un giro, solo qualcosa di cui sento il bisogno per me stesso.
prendere dell'aria fresca, entrare in familiarità con quel posto: ho bisogno di questo per tornare sereno e in sintonia.
devo, inoltre, cercare il mio posto segreto, dove trovare rifugio nei commenti tristi.seguo per un po' la strada, ritrovandomi in quella che sarebbe dovuta essere la piazza principale.
non ne sono sicuro.
è grande e veramente magnifica.
c'è tanta gente e alcuni ragazzi che ballano e cantano.
tutti sono disposti a cerchio e nonostante la musica sia alta e diversificata, è comunque un bel posto.
non assomiglia a busan, quasi per niente, ma sento allo stesso modo un senso di appartenenza.
quasi come se lì ci vivessi da sempre, grande errore.
solo due giorni.guardo un po' di qua e di là, interessato a ciò che quella città ha da offrire e, quello che noto, è che ci sono davvero un sacco di talenti.
il che vuol dire: meno possibilità di essere notati dalle grandi compagnie, e quindi nessuna probabilità di essere scelto.
sospiro, mentre continuo la mia ispezione e solo per caso mi ritrovo davanti i sei ragazzi di cui avevo parlato alla mia amica appena qualche minuto prima.i miei occhi si illuminano, quasi come se fossero stati illuminati dalla luce santa di gesú cristo, o, meglio ancora, dalla visione angelica di un porno girato bene.
sono belli, è tutto quello a cui penso e la prima cosa che si nota di loro, in tutta onestà. nonostane il loro pessimo gusto, i loro visi sono magnificamente perfetti e li scambierei per modelli, se non fossi certo di non averli mai visti in giro.passo davanti a loro, fingendo di non averli notati per nulla (anche se non è affatto vero) e continuo la mia ispezione alla ricerca del mio preferito solo quando sono abbastanza lontano per non poter essere notato.
al mio occhio tre ragazzi del gruppo sono realmente più che gradevoli.
due di loro sembrano, in tutta onestà, troppo impegnati a farsi la corte, quindi li scarto quasi praticamente subito.
l'unico che rimane, e non me ne lamento affatto, è un ragazzo dai capelli biondo platino, piuttosto bassino, probabilemente più di me, e con un gusto nel vestire irrimediabilmente peggiore rispetto a quello degli altri.lo prenderei anche in giro se non fosse così terribilmente bello da farmelo alzare in meno di un secondo e se non avesse il potere di rendermi più gay del solito.
in tutta onestà glielo succhierei volentieri anche lì davanti a tutti, se non avessi deciso di nascondere il mio lato da troia almeno per un piccolo lasso di tempo.rimango lì a farmi pensieri poco casti su quei ragazzi per una mezzoretta, poi la sveglia mi ricorda che ho un'importante cena di famiglia e che sono costretto a correre.
dico addio ai miei amati con tutta la passione e la voglia di sesso che arde nel mio cuore (ma non solo) e ritorno nella mia dimora, dove mi aspetta una serata piena di noia e monotonia.