*Capitolo 3*

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"Nono non se ne parla, ora tu mi dai il tuo PC e il cellulare!" Urla Robert, quello che dovrebbe essere mio Padre.
"Sto cazzo" rispondo.
"È l'ultima volta che te lo dico, dammi il tuo PC e il cellulare" ripete.
"Hai rotto il cazzo, ho detto no"
"BRUTTA TROIA!" mi prende dai capelli.
Riniziamo?
"Robert basta su" si intromette mia madre.
"NOSTRA FIGLIA, CHE HA QUASI VENT'ANNI, NON È RESPONSABILE, STA DIVENTANDO SOLAMENTE UNA PUTTANA, E MI DICI BASTA?" le urla contro.
"Sì, basta, può bastare." Risponde.
Robert si volta verso di me, e appena mi lascia i capelli corro in camera e mi chiudo a chiave, inizio a piangere a dirotto.
Menomale che fra un settimana vado all'università di Los Angeles, e non lo vedrò più.
Mi tolgo la maglia del tizio, e mi guardo allo specchio, mi tocco l'ultima cicatrice fatta una settimana fa sulla pancia.
"Ahia" sussurro.
Fa ancora male.
La cosa bella di scopare da ubriachi è che non pensi a nulla.
Né ai problemi.
Né ad aver paura che qualcuno noti le mie cicatrici, dato che il sol pensiero è di scopare.
Dopo 5 minuti decido di vestirmi il pigiama.
Vado verso l'armadio e prendo le prime cose che trovo, cioè una maglia mezze maniche con una papera e dei leggins neri.
Ma come sono originale?
Sorrido tra me e me.
Cammino verso il letto, mi metto sotto le coperte, chiudo gli occhi e dopo poco mi addormento.

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⏰ Ultimo aggiornamento: May 15, 2017 ⏰

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