Sickening desire

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Sickening desire

Fermarsi diventava sempre più difficile. I baci avevano iniziato ad essere sempre più frenetici, umidi, affamati e perfino fermarsi a prendere aria era una necessità che non faceva che infastidirlo sempre di più.

Il fatto era che Tarjei era inesperto, impacciato, a tratti anche goffo, ma sapeva quello che voleva. Voleva il calore delle mani di Henrik sui suoi fianchi nudi, le sue labbra distrutte dai dolci morsi che gli solleticavano il collo e molto più in basso, le sue parole che lo facevano rabbrividire per la loro dolcezza e che avevano timidamente iniziato a parlare di altro, intervallate dal tanto adorato nomignolo che a volte assumeva una sfumatura irrimediabilmente meno tenue. Tarjei voleva ansimi, e lividi, e segni che gridavano a chi apparteneva, fuori e anche dentro.

Fermarsi era diventato quasi impossibile, ma Henrik ci riusciva sempre, lasciando entrambi con boxer che avevano improvvisamente una taglia in meno. La prima volta, Tarjei aveva spalancato gli occhi, terrorizzato all'idea di aver fatto qualcosa di sbagliato che avesse convinto Henrik di non voler nulla di tutto ciò con un ragazzino come lui, che avesse perso quella che ogni giorno diventava sempre più la cosa migliore che gli fosse mai successa. Ripensandoci più tardi si sarebbe detto che era un pensiero assurdo, ma in quel momento gli sembrava l'unica spiegazione possibile e lo faceva rabbrividire.

Nel notare il suo sguardo spaventato, Henrik ci aveva messo pochi secondi per intuire i suoi pensieri, conoscendolo ormai meglio di quanto conoscesse sé stesso, e gli aveva preso il viso fra le mani, costringendolo a guardarlo negli occhi.

"Baby, ehi, guardami. Va tutto bene, okay? Sei perfetto, assolutamente perfetto, non devi nemmeno pensare che per me tu possa essere nient'altro che meraviglioso, il mio piccolo angelo, così dolce."

Tarjei chiuse gli occhi, tranquillizzandosi e sorridendo, quasi facendo le fusa alla voce profonda di Henrik. Il più grande sorrise, baciandogli la fronte per poi stringerlo fra le sue braccia ed iniziare ad accarezzargli i capelli. Dopo qualche minuto di silenzio, Tarjei parlò, la voce tanto minuta da essere appena udibile.

"Perché?"

Henrik si morse il labbro inferiore, affondando le dita fra i suoi riccioli.

"Sarebbe la tua prima volta."

Non sembrava una domanda, ma Tarjei annuì ugualmente, strusciando la guancia contro il suo petto. Le parole vagarono nella stanza per un po'.

"Voglio che sia tu."

"Lo spero bene, non voglio dover fare a botte con qualche idiota che anche solo immagina di metterti le mani addosso."

Henrik rabbrividì al sol pensiero e Tarjei nascose il rossore nell'incavo del suo collo. Quando diceva cose del genere, non poteva fare a meno di pensare che lo amasse, talmente tanto che dirlo ad alta voce sembrava la cosa più spaventosa che avrebbe mai potuto fare.

"Potrebbe anche essere un bravissimo ragazzo."

"Un bravissimo ragazzo che può andare a portare le sue buoni intenzioni da qualche altra parte, grazie mille."

Tarjei rise, posando una gamba sul suo bacino, avvicinandosi sempre di più fino a sedersi su di lui con le gambe ai lati dei suoi fianchi. Henrik posò le mani sulle sue cosce, alzando le sopracciglia, divertito dall'improvvisa iniziativa.

"Halla."

"Halla."

Il più piccolo sorrise, posando le mani sulle sue per intrecciare le loro dita.

"Sono pronto."

Il ragazzo lo guardò incerto, facendosi piccolo. Tarjei si portò una delle sue mani alle labbra, baciandone il dorso per invitarlo a parlare.

Only fools fall for youDove le storie prendono vita. Scoprilo ora