Your happiness is ours too

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Your happiness is ours too

Quel video era indecente.

Tarjei si ritrovò ad arrossire nell'osservare se stesso e il suo ragazzo nel post di Ulrikke. Durava pochi secondi, luci stroboscopiche rendevano la visione confusionaria ma comunque abbastanza chiara per cogliere esattamente ciò che stava accadendo: al centro, lui ed Henrik erano stretti l'uno all'altro, le mani del più grande passavano da sotto la sua maglietta al suo sedere, le sue gli scompigliavano i capelli, la lotta fra le loro lingue che si ripeteva all'infinito su quello e altri milioni di schermi. Nei commenti la gente era impazzita, non facevano altro che chiedere se si trattasse di Skam o della realtà e dire quanto fossero stupendi insieme, facendolo arrossire ancora di più.

Non sapeva se farsi prendere dal panico o essere felice per l'affetto dei loro fan, ma non ebbe il tempo di decidere che il suo stomaco si ricordò improvvisamente di tutto l'alcol che aveva bevuto la sera prima e decise che era il momento perfetto per buttarlo fuori. Si coprì la bocca con una mano ed arrivò in bagno, miracolosamente vuoto ma non altrettanto pulito, appena in tempo per accovacciarsi di fronte al water.

Intanto Henrik si rigirò sotto le lenzuola, allungando le braccia verso il punto in cui avrebbe dovuto esserci il suo ragazzo e mugolando in protesta quando non riuscì a trovarlo, aprendo gli occhi per poi richiuderli velocemente a causa della luce troppo forte per i suoi occhi sensibili. Lentamente, riuscì ad abituarsi alla luce e a mettersi seduto, cercando di ignorare il fatto che la stanza girasse su se stessa, e si guardò intorno alla ricerca di Tarjei. Al suo posto trovò il suo cellulare, Instagram aperto sull'ultimo post di Ulrikke. Il video che gli si presentò d'avanti agli occhi lo rese improvvisamente fin troppo sobrio, e anche un po' eccitato ad essere sinceri.

Lanciò uno sguardo al suo telefono, che sul comodino esplodeva per le innumerevoli notifiche di commenti e incessanti nuovi followers. In cima a tutte:

Chiamate perse (12) da Julie.

Merda.

Si passò una mano fra i capelli, abbandonando il telefono sul letto e ignorando spudoratamente le chiamate perse. Doveva trovare Tarjei. Si districò con non poca difficoltà dalle coperte e si alzò, facendo attenzione a non calpestare nessuno degli adolescenti addormentati contro le pareti del corridoio, seguendo gli unici rumori udibili nell'appartamento. Spalancò la porta socchiusa del bagno e fu immediatamente accanto a Tarjei, che aveva brevemente alzato la testa per vedere chi fosse appena entrato per poi tornare ad aggrapparsi al water e vomitare il contenuto del suo stomaco ormai vuoto.

Henrik gli posò una mano sulla fronte, tenendogli i capelli, e l'altra sulla sua schiena, disegnando cerchi che sperava aiutassero a calmare gli spasmi, ripetendogli che andava tutto bene e che lui era lì adesso, ignorando l'odore terribile e la vista non delle migliori. Guardare il proprio ragazzo vomitarsi l'anima in un bagno sudicio non era proprio in cima alla lista dei suoi desideri ma non poteva fregargliene di meno.

Dopo qualche minuto, il corpo di Tarjei sembrò comprendere che non era rimasto più nulla da rigettare ed il ragazzo allentò la presa, accasciandosi contro il petto di Henrik, che prontamente lo strinse fra le sue braccia e posò la schiena contro la vasca da bagno, facendolo sedere sulle sue gambe e accarezzandogli i capelli. Tarjei cercò di concentrarsi sull'odore della pelle di Henrik e non sul sapore orribile che gli infestava la bocca, e dopo qualche secondo parlò.

"L'hai visto?"

Henrik gli posò un bacio fra i capelli ed annuì.

"Mi dispiace."

Tarjei aggrottò le sopracciglia, alzando lo sguardo per incontrare il suo.

"Perché?"

"E' un bel po' di pressione baby, il mio telefono sta per implodere dalle notifiche e stanno tutti dando di matto. Mi dispiace che tu debba fare i conti con tutto questo, so quanto tieni alla tua privacy."

Only fools fall for youDove le storie prendono vita. Scoprilo ora