Prologo

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Miami​ si sta avvicinando al periodo più caldo della stagione, ma già così fa molto caldo, motivo per cui sono in camera mia e in questo momento desidererei avere un condizionatore per dell'aria fresca.

Indosso un paio di short neri e una canotta bianca smanicata, una coda per far passare l'aria fresca sul collo.

Sono scalza perché davvero, il caldo è insopportabile.

Sono a computer ma non giro sui social network o simile.

Gioco a "Ghost Recon Wildlands", sono un'appassionata di videogiochi, ma amo anche la lettura.

Si sono una grandissima nerd, mi mancano solo gli occhiali.

Questo spiega perché vado a letto alle 6AM e mi sveglio alle 5PM, o meglio, in parte.

Il campanello mi fa sobbalzare leggermente ed io perdo momentaneamente il controller che finisce a terra mettendo, per pura fortuna, in pausa il gioco.

Lo riprendo e ricomincio a giocare.

-Camila hanno suonato il campanello- dice mia madre.

-Lo so- rispondo.

-Vai ad aprire allora- ribatte.

-Sono occupata, scusa- dico battendo il mio record personale di "Head Shot".

-Mija, devi vivere la vita e uscire da quella stanza... e staccarti da quegli aggeggi infernali- dice ed io, a bassa voce, le faccio il verso.

Al piano di sotto senti Dinah salutare mia mamma e poi dei passi salire le scale, in poco tempo è nella mia stanza.

-Hey Mila- dice Gettandosi sul mio letto restando a guardarmi a faccia in giù, penzolante dal bordo del letto.

Dinah è la mia migliore amica da quando ne ho memoria, siamo così simili e diverse allo stesso tempo che penso sia proprio questo il motivo della nostra amicizia.

-Chancho ho una notizia fantastica che ti farà uscire da questa stanza- dice ed io inarco un sopracciglio.

Metto in pausa il gioco e mi volto verso di lei donandole tutta la mia attenzione, chissà cosa avrà inventato questa volta.

-Vediamo quale assurda notizia​ potrebbe farmi uscire da questo nido protettivo composto da quattro mura- dico facendo finta di sistemarmi degli occhiali invisibili per poi incrociare le braccia sotto al seno.

Si volta supina in modo da guardarmi in modo adeguato.

-Beh, si tratta di un gioco- dice attirando la mia attenzione.

-Un gioco basato sul famoso "obbligo o verità" dove quest'ultima non esiste- dice ed io inarco un sopracciglio.

-Gli spettatori- la fermo subito.

-Gli spettatori?- chiedo e lei continua.

-Dicevi... GLI SPETTATORI guardano i giocatori e pagano. Il vincitore di questo gioco oltre alla fama vince dei soldi. Devi giocarci- dice ed io la guardo stupita.

Una specie di sesto senso mi dice che è una pessima idea.

-Non penso ci giocherò Dinah- dico scuotendo la testa per poi tornare al computer.

-Chancho tu DEVI giocare. Si vincono soldi... parecchi soldi- dice cercando di convincermi.

-Vedila come un'opportunità per divertirti e fare soldi, e soprattutto un'occasione per uscire da questo buco e vivere nel mondo reale, non in uno alternativo - continua guardandomi.

Metto in pausa il gioco roteando gli occhi.

Io vivo nel mondo reale.

Okay, forse passo molto tempo ai videogiochi però... le parole di mia madre mi ritornano in mente.

-Dammi qualche giorno per pensarci, okay?- rispondo passandomi una mano sul viso.

-Non hai tutto questo tempo, le iscrizioni terminano alle 11:30PM- dice ed io mi alzo esasperata, comincio a fare avanti e indietro davanti al letto.

-Tic Tac il tempo scorre- dice DJ ed io faccio un verso esasperato.

A parte per i videogiochi odio essere messa sotto pressione, non riesco a ragionare razionalmente e lei lo sa benissimo, così come conosco il giochetto che sta facendo con me... e il verso dell'orologio che continua a fare non aiuta.

-Tic Tac Walz- continua.

-Okay okay finiscila, va bene!- dico esasperata cedendo.

Torna di nuovo quel presentimento.

Ogni volta che mi proponeva qualcosa niente finisce bene.

L'ultima volta riuscì a convincermi che mettermi dentro ad una scatola e farmi scivolare giù dalle scale, stile Pitch Perfect 2, sarebbe stato divertente.

Peccato che al terzultimo gradino mi sia cappottata ed ho picchiato il naso.

Per poco non finivo in ospedale, per fortuna niente di rotto ma presi una bella botta e il naso sanguinó per mezz'ora.

Per quanto fossi una ragazza ansiosa, perdevo anche la pazienza troppo facilmente.

Si alza dal letto saltellando abbracciandomi e, dopo essersi allontanata esce dalla stanza.

Mi rimetto sulla sedia sospirando.

Mi sarei messa sicuramente nei guai.

In collaborazione con kikibsk98_
BeingAsAnHurricane e Lovemusic211
Love Ya💘

Nerve~CamrenDove le storie prendono vita. Scoprilo ora