The guy with hypnotic eyes

1.1K 95 115
                                    

Levi era uno psicologo appena laureato, quindi un uomo giovane e con tutta la vita dinnanzi a sè.

Era un uomo di classe, con impeccabili e costosi abiti.
La sua pelle era chiarissima, i capelli neri e rasati sulla nuca, i suoi occhi venivano invece considerati illusori, ingannatori e tentatori, di un grigio intenso e chiaro.

Come sua prima esperienza di lavoro, accettò l'occupazione part-time come psicologo di un carcere della città.

L'idea di interagire con le menti di criminali lo affascinava, voleva sapere cosa gli passasse per la testa e poi, un carcere esclusivamente maschile non gli dispiaceva affatto.
Provava un certo interesse per i cattivi ragazzi.

Arrivò per la prima volta nel suo nuovo ambiente lavorativo una soleggiata mattina.
Indossava dei semplici ed eleganti occhiali, erano di riposo, ma non dandogli alcun fastidio finiva per indossarli spesso e volentieri.

Venne presentato dal direttore del carcere nel cortile, tutti i presenti lasciarono il loro lavoro e si girarono all'annuncio del nuovo ed affascinante psicologo dallo sguardo magnetico.

Finita la presentazione i carcerati tornarono al loro lavoro, eccetto uno, egocentrico, cattivo, beffardo e curioso.
Eren Jeager.

Levi si stava incamminando verso il suo ufficio, quando venne fermato da un ragazzo alto, dalla pelle olivastra e mediterranea, con lo sguardo penetrante e dai colori tropicali e psichedelici, aveva i capelli spettinati e color mogano.

"Salve, lei è il nuovo psicologo quindi?"
Chiese il ragazzo moro, era accostato con la spalla ad un muro, aveva le mani legate dietro la schiena da delle manette.

Subito nella mente del corvino si formularono domande del perché fosse l'unico ammanettato nel cortile e pensieri di lui ammanettato in posizioni poco caste iniziarono ad annebbiargli la mente.

Tornò ben presto alla realtà.
"Non hai sentito la presentazione prima?"

Chiese sbrigativo, non poteva permettersi distrazioni, sopratutto in un posto tanto ostile.

"Cosa devo fare per farmi visitare da lei?"
Continuò l'altro lanciandogli evidenti frecciatine.

"Prendi appuntamento"
Rispose schietto appoggiandosi al muro come il moro, stando al suo gioco.

"E si è completamente soli?"

"Non credi sia una frase abbastanza ambigua detta da un carcerato?"
Lo chiuse il corvino, guardandolo dritto negli occhi, doveva finirla di parlare con quel ragazzo, si sentiva completamente indifeso davanti a lui e al suo meraviglioso sguardo.

"Levi, lei è un uomo veramente eccitante"
Aggiunse infine il moro leccandosi appena le labbra.

Arrivò poi una guardia a far smettere quella conversazione fin troppo strana e spinta, portando via il ragazzo.

"Stia alla larga da questo criminale, è molto bravo ad ingannare e manovrare le persone a proprio piacimento."
Aggiunse la guardia, portandosi via quel bel ragazzo da sotto gli occhi di Levi.

Una volta sistematosi nel suo studio non fu difficile ricevere pazienti.
Per lo più erano persone pentite di ciò che fecero e che trovarono un po' di sollievo nelle parole confortevoli di Levi.

Ma più scorrevano i giorni e più stava perdendo le speranze nel rivedere quel ragazzo moro dallo sguardo furbo e sveglio, ma poi, proprio un tardo pomeriggio, il corvino ricevette una visita inaspettata.

Dalla porta varcò il ragazzo dalla pelle olivastra, scortato da una guardia.
"Stia attento con lui, è un gran bastardo"
Riferì la figura in divisa prima di lasciare la stanza a Levi e all'ammanettato seduto su una grande poltrona per i pazienti.

𝐎𝐧𝐞 𝐬𝐡𝐨𝐭𝐬 || Sorridimiidolo Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora