Jayden-Sono Decisamente Un Coglione

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Arrivo in ufficio in pochi minuti; ci siamo solo io e i miei assistenti. Sono pieno di lavoro, come sempre del resto. Questi due giorni hanno superato ogni mia aspettativa, sono stati decisamente perfetti. La mamma di Giulia è davvero simpatica, un po' invadente certo, ma è comprensibile, sua figlia non le ha mai presentato un ragazzo e per giunta più grande di lei. Non mi sarei mai aspettato che sua madre ci avrebbe lasciato dormire insieme. Ammetto che ci sono rimasto davvero male quando mio padre mi ha chiamato ieri pomeriggio, non mi sarei aspettato tutto questo, ancora una volta. Mi ha richiamato la notte, ubriaco fradicio, e mi ha insultato dicendo cose che, grazie a Dio, Giulia non ha sentito. Ha sentito da mia sorella che esco con una ragazza e, pur non conoscendola, ha preso in causa anche lei, dicendo cose che mi hanno fatto venire un incredibile voglia di picchiarlo. Abbiamo già avuto diverse liti, la maggior parte di esse finite alla centrale di polizia. Giulia è stata splendida, non credevo che fosse fatta così, che tenesse a me così tanto. Sono terrorizzato in questo momento; sia per il processo, sia per quello che sta succedendo con Giulia, non credevo che saremmo arrivati a questo punto, non credevo che sarei diventato pazzo di lei in questo modo. I giorni che seguono sono sempre più sfiancanti, il caso di Anna è sempre più tortuoso, in aggiunta c'è il piccolo particolare di mio padre. Non sono riuscito a vedere Giulia fino a oggi; è il 30 gennaio e sono riuscito a prendermi il pomeriggio libero per stare un po' con lei. Non ha voluto che andassi a prenderla, è venuta lei al mio ufficio alla fine del mio turno. Esco pochi minuti in anticipo, sono riuscito a finire quasi tutte le pratiche oggi; una cosa in meno a cui pensare. La vedo appena varco la porta d'uscita; sta attraversando la strada, bella come sempre. Mi viene incontro con il sorriso, mi getta le braccia al collo una volta davanti a me e mi da un bacio. La avvolgo a mia volta, abbracciandola stretta; mi è mancata, mi è mancato il suo odore, anche se non la vedo da pochi giorni.

"Mi sei mancato." Mi dice interrompendo il bacio e sorridendomi.

"Anche tu piccola." Le rispondo dandole un piccolo bacio sulla punta del naso. È talmente bella, i suoi occhi sono infiniti, spettacolari, non riesco a smettere di guardarla.

"Che ti va di fare?" Le chiedo continuando ad abbracciarla. Arriccia le labbra e fa spallucce, regalandomi un altro sorriso.

"Non ne ho idea, decidi tu."

La prendo per mano e la porto verso la macchina, senza dire nulla. Mentre guido per andare in un piccolo locale in centro mi squilla il telefono; è mia sorella Alison. Mi chiama ogni volta che ha un problema, di qualsiasi tipo. Ha due anni in più di Giulia, ne ha diciotto e, fortunatamente, si appoggia ancora a me e mio fratello. Accosto e rispondo al telefono; "Dimmi."

"Jade puoi venirmi a prendere a casa? Mamma e papà hanno litigato ancora, non posso stare qui, ti prego."

"Arrivo, dammi quindici minuti." Dico e riattacco il telefono. Mi volto verso Giulia che mi guarda stranita.

"Era mia sorella, i nostri genitori hanno litigato e lei non vuole stare in casa con loro, io devo andare. Se vuoi venire con me sarei felice di fartela conoscere; se non vuoi ti accompagno a casa."

"Certo che mi va di conoscere tua sorella, assolutamente si!" Mi risponde con un sorriso, che non posso fare a meno di ricambiare. Arriviamo alla casa dei miei in pochi minuti; mia sorella è davanti al cancello ad aspettarmi con la borsa in mano e il viso deluso, triste. Conosco bene quell'espressione, l'ho vista talmente tante volte allo specchio e sul volto dei miei fratelli. Alison non aspetta nemmeno che io accosti, sale in macchina e si allaccia la cintura del sedile posteriore.

"Li odio, li odio! Mamma lo provoca perennemente e papà continua a cercare di ferirla, di ferire tutti noi. Non li sopporto più!" Dice, o meglio, urla mia sorella.

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