Il piccolo conte stava sorseggiando un Early Gray fatto da Sebastian.
Perfetto, perfetto come quel pomeriggio così insolito e calmo alla villa.
Ciel fissava la porta dello studio quasi certo che il suo maggiordomo, nonché demone, fosse pronto ad esaudire ogni suo desiderio e capriccio più assurdo.
Sebastian.
Creatura a cui lui stesso aveva dato nome, il nome del suo cane, perso quando era molto piccolo, insieme alla sua famiglia.
Il conte sentì uno strano desiderio crescere dentro di lui, ma lo represse subito dopo.
No.
Non posso.
Eppure...
"Sebastian!" Tuonò a gran voce, poggiò la tazzina sul piattino davanti a sé e senti la porta aprirsi.
Neri.
Capelli neri.
Tutto era nero e quel bianco della sua pelle spiccava in maniera quasi spettacolare.
Il piccolo conte si maledisse mentalmente per i suoi pensieri poco saggi.
Sebastian agli occhi di un'umano poteva apparire un semplice maggiordomo più bello del normale, ma non per Ciel.
Un compagno di viaggio, un pò rompiscatole e gattofilo, ma era comunque il suo salvatore.
Salvatore a cui avrebbe dovuto cedere l'anima un giorno.
"Bocchan, al suo servizio" fece un inchino, come di sua consuetudine e guardò Ciel negli occhi, privi di benda, Ciel sussultò a quello scambio di sguardi che interruppe immediatamente, da qualche giorno a quella parte non riusciva più a sopportare qualsiasi tipo di contatto col demone, era come se avesse qualcosa che non andava in fondo al petto, qualcosa che non c'era più da molto tempo, e proprio quello stava ritornando a far parte di lui.
Il conte si alzò dalla poltrona dietro la scrivania e si avvicinò a Sebastian ancora inchinato, in questa maniera Ciel era un pò più alto, poggiò la sua esile mano sui bottoni dello smoking, la fece salire facendole percorrere tutto il bordo del colletto, il piccolo conte aveva lo sguardo perso nel vuoto, quasi incosapevole di ciò che stava facendo...
Il demone d'altro canto rimase immobile, non riusciva a comprendere quel gesto.
Sebastian percepì immediatamente la mano che si staccava dal mento, così come sentì anche il profumo di Ciel svanire lentamente.
Il conte uscì dallo studio appena si rese conto di ciò che aveva combinato.
Non avrebbe mai dovuto farlo, si sedette con le gambe al petto, vulnerabile come solo Sebastian lo aveva mai visto, si guardò la mano.
Cosa aveva fatto?
Cosa gli stava succedendo?
Cacciò un urlo di frustrazione, molto probabilmente lo sentirono in tutta la villa ma non gli volle dare tanto peso, lo sapeva: uno di questi giorni sarebbe diventato pazzo.
Sebastian lo raggiunse con la benda, perché era dinuovo qui?"Bocchan, la vedranno così, vuole che la porti in camera?"
Inizialmente scosse la testa e prese la benda, teneva gli occhi chiusi, sarebbe crollato se avesse incontrato il suo sguardo.
Mise la benda e si fece forza, aprì l'occhio e parlò"Portami in camera" il maggiordomo si inchinò e pronunciò quelle fatidiche parole
"Yes, my lord" per lo meno era così che lo aveva interpretato Ciel, ma l'ultima parola effettivamente l'aveva detto così piano che non si era sentita bene, prese Ciel in braccio e lo condusse in camera, nel suo letto.
"La camicia da notte, Sebastian!"
Il maggiordomo senza proferire parola, ma con un sorriso stampato in faccia gli comincio a sbottonare la camicia.Sebastian era più lento del solito, ci stava mettendo troppo a spogliarlo e il conte non poteva dire nulla perché avrebbe potuto fraintendere.
Finalmente gli mise la camicia da notte e gli tolse la benda.
"Buon riposo" Sebastian si avvicinò alla fronte del piccolo conte, appariva così vulnerabile, ma allo stesso tempo sapeva benissimo del muro che aveva innalzato dentro di lui, chiuse gli occhi, valutò la situazione: baciargli la fronte o no?
Si ritrasse subito e si avvicinò alla porta
"Sebastian, resta con me, è un ordine!" Il muto stava iniziando a sgretolarsi.
