Avevo 16 anni, l'inverno a Manchester non lo tolleravo, mani sempre fredde , naso arrossato, strati di vestiti, non lo potevo sopportare.
Come se non bastasse dovevo anche andare a scuola, ma fortunatamente mio padre mi accompagnava tutti i giorni in macchina.Quella mattina mi alzai, mi preparai, e uscii di casa , come tutti i giorni, la solita routine, entrai in macchina e mio padre mi stava già aspettando seduto.
Era sempre stato un uomo di poche parole di conseguenza i nostri dialoghi non erano i classici 'padre e figlia' ma nonostante ciò sapevo che mi voleva un mondo di bene.
Tempo 10 minuti e saremmo arrivati a scuola, mancava solo quella rotonda.
Accadde tutto così velocemente.
Una macchina ci venne contro e nel tentativo di schivarla mio padre girò a sinistra e andammo a sbattere.
Ho un ricordo molto vago di quello che ci fu dopo, urla, voci che gridavano e il suono delle sirene, "incidente stradale sulla rotonda di via Building, uomo senza battito e ragazza priva di sensi" , ma ciò che mi ricordo meglio fu la voce di mio padre che prima di esalare l'ultimo respiro mi disse "andrà tutto bene".
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All Right
RomansaMi ero sempre chiesta come fosse il coma, cosa vedevano le persone e cosa sentivano. Diverse erano le testimonianze che parlavano di una luce bianca, del paradiso, ma dopo esserci stata per 30 giorni, ve lo racconterò io.