CAPITOLO II RAGAZZA INNOCENTE

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NEIDE

Rimango ferma sulla porta, con questo ragazzo disteso a terra, privo di sensi. È un estraneo, ma qualcosa mi dice che di lui mi posso fidare. Ma non credo di voler ascoltare il mio istinto, è solito sbagliare. Dubbi a parte, ha bisogno del mio aiuto perché non posso lasciarlo sull'uscio di casa; così me lo carico come un sacco di patate e lo trascino fino al divano. È abbastanza pesante, per me che sono di corporatura esile. Vado a prendere del sale da fargli odorare, sperando che così riprenda più in fretta conoscenza, e una pezza umida che gli poggio sulla fronte. Gli accarezzo la fronte, spostandogli i capelli umidi.

Quando finalmente apre gli occhi, posso finalmente porgli le domande che mi frullano nella testa.

«Chi sei?» gli chiedo, con calma.

Il giovane dai capelli rossi si stropiccia gli occhi e si massaggia la testa, evidentemente ancora dolente, per poi guardarmi con i suoi occhioni verdi. «Asher. Davvero non ti ricordi di me, Neide?»

Rimango spiazzata, come fa uno sconosciuto a sapere il mio nome? Non sarà mica un nuovo specializzante mandato apposta da mio padre? «Se ti ho chiesto come ti chiami, evidentemente non ho la minima idea di chi tu sia, non credi?!»

Asher sembra rabbuiarsi. «Allora ha funzionato» biascica.

«Che cosa esattamente?» Non riesco a capire a cosa si riferisca, è come se parlasse arabo. Continua a farfugliare nomi di persone delle quali non ho mai sentito parlare prima d'ora e ripete: «Mi avevanoavvertito», come se fosse convinto che io gli possa dare il conforto di cui sembra avere un disperato bisogno.

Il ragazzo dai capelli rossi si alza bruscamente dal divano con uno scatto felino. «Ehi, si può sapere che cosa vuoi? Ti presenti alla mia porta, mi svieni tra le braccia, per giunta, e adesso blateri parole che non hanno il minimo senso.»

Con mio grande stupore, mi prende il viso tra le mani, ottenendo il risultato che arrossisco come una dodicenne che all'incontro con il suo idolo. «Questo perché stai ancora dormendo, ma non temere Ny, troverò un modo per farti ricordare chi sono.»

Per mia fortuna mi lascia andare subito dopo aver concluso la frase, ma non si allontana immediatamente da me. «Oppure... potresti incominciare con il dirmi che cosa ci fai a casa mia nel cuore della notte. Non so da che pianeta tu venga, ma io domani avrei scuola e sono le tre e mezzo del mattino, anzi per l'esattezza la mia sveglia suona fra quattro ore.»

Il ragazzo mi squadra da capo a piedi, facendo apprezzamenti sul mio pigiama di Superman. Mi sento quasi lusingata, ma ciò non toglie che deve assolutamente andarsene da casa mia.

«Mi dispiace molto per l'orario, non era previsto te lo giuro. E in altre circostanze avrei rispettato il tuo volere, ma questa è un'occasione molto urgente.»

Sbuffo e mi lascio cadere sul divano, stanca e assonnata. «Senti, io non riesco a connettere un granché a quest'ora del mattino, non potresti almeno aspettare che si sia fatto giorno?» gli chiedo, quasi supplicandolo di lasciarmi dormire.

«Neide, siamo in pericolo» sbraita. «Sono venuto qui perché temo che tu possa essere la prossima.»

«La prossima? Ma che cosa dici?» Sbatto le mani sulle gambe e faccio per rialzarmi, ma Asher si posiziona in ginocchio accanto a me, bloccando una mia qualsiasi mossa.

«Ascoltami, la notte scorsa hanno attaccato la mia casa, radendola completamente al fuoco. Non so come io sia riuscito a fuggire, non chiedermelo, ma ce l'ho fatta e sono qui. Temo, anzi sono quasi del tutto sicuro, che cercassero te.»

«Ammettiamo che io ti creda, e non è così, perché sei convinto che volessero me? Io nemmeno ti conosco.»

«Per via del legame di sangue che unisce la mia famiglia alla tua. Quegli uomini avranno rapito i miei fratelli, e nel peggiore dei casi potrebbero averli uccisi. Perciò mi sei rimasta solo tu.»

Lo guardo imbambolata, più per la stanchezza che per la sua voce che mi concilia il sonno come una ninnananna. È davvero disperato e pare che io sia la sua ultima spiaggia, ma non ho la più pallida idea di come potrei aiutarlo, anche se volessi farlo. Insomma, apparentemente non so nemmeno chi sia. È piombato nella mia vita, sconvolgendola completamente e iniziando a blaterare parole a caso su complotti contro di me e la sua famiglia, come se avessimo un qualche legame speciale. Ma non è così, altrimenti lo saprei. Ma se è vero ciò che dice, e non mi ricordo di lui, allora la mia memoria è stata alterata. Ma questo è impossibile, perché mi ricordo esattamente quello che è successo negli ultimi mesi.

Senza che me ne renda conto si fa mattina, e a furia di parlare con Asher finisco per addormentarmi sul divano. Il profumo di caffé mi sveglia, facendomi prendere un mezzo infarto. Con gli occhi ancora assonnati cerco un orologio, e quando mi accorgo che sono le otto meno dieci mi viene una fitta al petto e un nodo allo stomaco.

«Maledizione, farò tardi!» mi lamento, correndo verso il bagno. Questa mattina volevo farmi una doccia prima di andare a scuola, ma dovrò accontentarmi di lavarmi a pezzi. Apro di scatto la porta, e con grande sorpresa trovo il rubinetto della doccia che scorre. Una sagoma non tanto delineata si sta lavando nel bagno di casa mia. Benché speri con tutta me stessa che quello successo durante la notte fosse solo un sogno, sono costretta a constatare che non è affatto così. Quel ragazzo è più reale che mai e in questo esatto momento è nudo nel mio bagno.

Mi schiarisco la voce, infastidita dalla sua presenza; allora sento il rubinetto richiudersi e l'acqua smettere di scorrere. La tenda della doccia si sposta, mostrando un fisico statuario proprio davanti ai miei occhi. Imbarazzata, arrossisco e mi affretto a girarmi immediatamente guardando da un'altra parte, cercando di non guardare nelle parti basse. Mi sento sopraffatta da una serie di emozioni alle quale non saprei dare un nome specifico, sono troppe assieme e non so come reagire.

«Scusa, ti ho occupato la doccia.»

Sbuffo e per la prima volta mi ritrovo a perdere veramente la pazienza. «Insomma, che cosa ci fai a casa mia? E perché ti sei fatto la doccia qui?»

«Per togliermi l'odore di fuliggine, mi pare ovvio» brontola. È addirittura infastidito se mi arrabbio, che presuntuoso ragazzino.

«Non hai risposto alla prima domanda. Senti, sai che c'è? Non m'importa, io devo andare a scuola e sono in netto ritardo». Faccio per uscire dal bagno e mi dirigo nella mia stanza, dove prendo i primi vestiti che mi capitano a tiro. Pantacollant neri e maglietta dei Nirvana può andare più che bene. Questa mattina non ho proprio il tempo di sistemarmi come di solito faccio. Inizio a togliermi il pigiama, quando sulla porta compare la figura di Asher in asciugamano.

«Vatti a vestire! E non guardarmi come un bocconcino di carne» lo rimprovero, tentando di nascondere e reprimere il mio imbarazzo.

Il ragazzo s'irrigidisce e sposta lo sguardo verso il basso. «P-perdonami» dice semplicemente.

«Puoi prendere una delle magliette di mio padre, ma per i pantaloni non posso aiutarti, non portate la stessa taglia» mugugno. Asher mi sorride, ringraziandomi un'infinità di vote, anche quando, dopo essermi finita di preparare, usciamo di casa. Con in spalla una borsa a tracolla e in mano il cellulare, invio un messaggio sul gruppo della classe, avvertendoli del mio ritardo. La campanella sarebbe suonata di lì a dieci minuti, ed io non possedevo ancora i quindici minuti di permesso per arrivate tardi. Non mi erano mai serviti in questi anni.

«Ascoltami, Ny, non possiamo andare a scuola! Mi avevi promesso che avresti cercato insieme a me i miei fratelli!» si lamenta Asher, tagliandomi la strada per pararsi davanti a me.

«Senti, tanto per cominciare, io non ti ho promesso niente. E secondo, cercheremo i tuoi fratelli quando le lezioni saranno finite. Oggi esco a mezzogiorno e cinquanta, per cui abbiamo tutto il tempo per cercarli.»

«Guarda che se non mantieni la tua parola, poi sarò costretto a fartela pagare, piccoletta.»

Gli imbruttisco, odio quando fanno commenti sulla mia statura, soprattutto se si tratta di ragazzi. Non è colpa mia se non riesco a crescere.

My Vampire Lovers - Sangue Oscuro [2° Libro]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora