NEIDE
Varco la soglia di villa Mogedius a passo incerto. Mi guardo attorno inebetita. I muri in pietra gelati è come se mi parlassero, solo che io sono troppo ignorante per poter capire come mi stiano dicendo. Per questo mi sento così confusa.
Tutto è perfettamente in ordine. Non vi sono tracce di nessun'aggressione. Ma allora perché mi trovo qui? Che Asher mi stia tendendo un'imboscata? Senza che possa impedirlo, smetto di seguirlo e inizio a indietreggiare inorridita.
«Che cosa ti prende?» esordisce il ragazzo. Il suo sguardo confuso si posa su di me, ma i suoi occhi freddi come il marmo mi mettono troppa soggezione per continuare a guardarli, quindi abbasso lo sguardo.
«Non voglio restare qui» riesco a biascicare, dopo un minuto abbondante di silenzio.
Asher muove qualche passo nella mia direzione. I suoi capelli rossi dannatamente pettinati alla perfezione recano confusione, mischiati ai suoi occhi accusatori. Quella che sta indossando ora è una maschera. Non devo fidarmi, ripeto a me stessa. Sono stata una stupida a seguirlo fin qui. Dovrei tornare a casa e di corsa anche.
«Non ti avvicinare!» dico a denti stretti.
«Che cosa ti prende Ny?».
Sgrano gli occhi. «Hai una vera faccia tosta, lo sai? Prima piombi nella mia vita, mi dici che i tuoi fratelli sono scomparsi e quando arriviamo tutto è perfettamente in ordine... Non sono così tonta!» sbotto.
Con mio grande stupore, Asher si lascia scivolare a terra, come un bambino appena sgridato dalla mamma. Se questo suo comportamento è un tentativo per farmi sentire in colpa allora sta sbagliando strada. Non sono una persona che si lascia impietosire tanto facilmente.
«Che cosa ti prende adesso?» domando con aria di sufficienza, incrociando le braccia.
«Sto facendo una cosa che non faccio mai. Ti sto chiedendo per favore».
«E pensi che questo basti per farti aiutare?»
«No» risponde secco.
«Perché ho perso la memoria?»
Asher vacilla. «Perché tutto quello che avevi passato stava diventando insopportabile per te. Così, di comune accordo, mio fratello Steven ti ha cancellato i ricordi».
Improvvisamente tutto mi appare limpido nella mia mente. «Se ho deciso di farmi cancellare i ricordi, ci sarà senz'altro un motivo» mormoro.
Asher si alza da terra e scompare nel buio del corridoio, andandosi a sedere su un divanetto dall'imbottitura in velluto rosso. Decido di seguirlo, non perché mi sembrasse giusto, solo perché volevo vederci chiaro in tutta questa storia confusionaria.
«Non sarei venuto a cercarti se non fosse importante, devi credermi. È passato un anno, la tua vita è andata avanti tranquillamente, Neide. Questa, però è un'emergenza familiare. I miei fratelli sono in pericolo, forse la colpa è dei cacciatori. E tu sei l'unica in grado di aiutarmi».
«Cacciatori...»
«Tuo padre è uno di loro, per questo non c'è mai a casa. E il motivo per cui ti ha mandata qui lo scorso anno era per carpire più segreti possibili sulla mia famiglia, in modo da ritorcerli contro». Continuo ad ascoltarlo, come se tutto quello che sta dicendo avesse il minimo senso, ma ai miei occhi è solo il delirio di un povero pazzo. Non credo ad una singola parola di quello che mi sta dicendo. Mio padre gestisce un'agenzia ed è vero che è sempre fuori per lavoro, e molto spesso fa la spola da Roma a Londra, ma non di certo perché gestisce un covo di cacciatori.
«Asher, credo che tu abbia bisogno di un po' di riposo. Se mi mostri dove si trovano le cucine ti preparo qualcosa di caldo». Sebbene non debba nulla a questo ragazzo, non posso reprimere il senso di protezione che ho nei suoi confronti. In un certo senso, mi sento responsabile per lui. Vado a sedermi al suo fianco e gli poggio una mano sulla spalla, in segno di sostegno morale. Asher accenna un sorriso forzato.
«Grazie ma non mangio». Lo guardo di sottecchi, stringendomi nelle spalle.
«Va bene, ma io un po' di fame ce l'avrei, quindi se non ti dispiace mostrarmi dove si trova la cucina, te ne sarei infinitamente grata» brontolo incrociando le braccia.
Asher scoppia a ridere in una fragorosa risata tipicamente maschile. Non lo avevo mai visto ridere prima di adesso. Non che io ricordi, almeno. La sua risata è quasi contagiosa, però il contesto non mi sembra così divertente.
«Mi spieghi cos'hai da ridere adesso?», aggrotto la fronte.
«La tua sicurezza. La Neide che conosco io è una ragazzina che si spaventava per qualunque cosa, che aveva paura anche solo a parlarmi. Sei diversa, ti trovo più matura» dice schietto.
«E non è un bene?». Non ricordavo nulla dell'anno passato, però a quanto sembrava Asher sì. Negli ultimi mesi ho dovuto cavarmela da sola, senza mio padre che badasse a me. Da una parte è stato un bene perché questo mi ha fatta maturare parecchio. Però ero sola, tutti i miei amici si erano allontanati. Non sono più così espansiva come un tempo. Ho deciso di indossare una maschera per proteggere le mie debolezze. Che sia una scelta giusta o meno riguarda solo me, né Asher né chiunque altro su questa terra deve sentirsi in diritto di giudicarmi.
«Non credo» mormora, rabbuiandosi improvvisamente.
«Scusa ma questi non sono affari tuoi» mi affretto a dire. Ed è vero. Tutto quello che riguarda la vita privata di Asher sono i suoi fratelli, improvvisamente scomparsi.
«Mi dispiace» dice dopo un po' che siamo rimasti in silenzio.
Quelle scuse mi sono sembrate dannatamente sincere. Le ho accettate di buon grado, ma comunque continuo a restare in guardia. Restiamo lì seduti per non so quanto, fino a quando il sonno inizia ad avere la meglio. Se le parole di Asher fossero vere, quella casa non sarebbe stato un luogo sicuro per nessuno dei due. Gli assalitori sarebbero potuti ritornare da un momento all'altro, magari ancor più organizzati. Vorrei anche chiedergli di insegnarmi qualche mossa di difesa personale. Probabilmente lo farò domani, se lo ricorderò.
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My Vampire Lovers - Sangue Oscuro [2° Libro]
WampiryUn ultimo addio e poi niente più, solo il buio totale. Niente più famiglia, niente più amanti. L'unica cosa è il vuoto assoluto di un'intera esistenza: ecco a cosa è condannata la piccola Neide. Asher? Redgrave? Chi sono? A distanza di un anno, da q...