5.Dormo con una terrestre

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~kassia

Quella giornata era stata la più stancante della mia vita. Anche più di quando mi avevano mandata ad allenarmi sulle montagne per temprare la mia forza.
E se io ero stanca, non immaginavo la terrestre. Aveva attraversato due portali e la barriera; se non aveva ancora vomitato era perché aveva lo stomaco vuoto.
Una volta dentro Galactos, corremmo a casa di Alessia: non potevamo farci vedere dai guardiani.
L'abitazione assegnata alla mia amica era dopo l'anello dei Vicani, subito prima dei campi puzzolenti dei Naturali, i più poveri.
Le avevo promesso che non appena sarei diventata Regina, avrebbe vissuto con me e suo fratello a palazzo. Ora però, era costretta ad abitare da sola nell'anello dei Viandanti.
-Cosa sono i Vicani?- domandò Crystal leggendo la targa in bronzo sull'entrata dell'anello.
-I borghesi di Galactos. Vivono tutti in questa fascia di città. Dobbiamo attraversarla senza farci notare- risposi velocemente.
-E pensi che un gruppo di cinque ragazzi con vestiti appariscenti e strappati possa attraversare la città senza problemi?- continuò dandomi sui nervi.
-È notte fonda, nonostante le luci artificiali. Non ci sarà nessuno, il coprifuoco è ormai attivo da parecchie ore- e per fortuna, era davvero così.

Ci infilammo nei vicoli più stretti, dove i negozi e le boutique erano chiusi da sbarre di ferro, per evitare di passare sotto la luce, e più volte dovremmo fermarci o per le condizioni di Alessia o perché l'irritante terrestre ammirava le cose più inutili.
Luke continuava a spiegarle tutto nei minimi dettagli e anche Edward sembrava averla in simpatia.
-Ei- Alessia attirò la mia attenzione raggiungendomi davanti:-Ei- risposi seccata rallentando il passo -Scusa, non ce l'ho con te, Ale- era la mia unica amica.
-Lo so, ce l'hai con Luke-
-Non è vero! È la terrestre la seccatura-
-Ti sbagli. Sei arrabbiata con Luke perché sta con lei. La ragazza di per se è a posto, fidati- rispose a bassa voce.
-Tranquilla, non ci sentono: sono troppo impegnati a chiacchierare mentre tu stai male- risposi acida.
Sorrise:-Kassia, rilassati. È normale che Crystal sia curiosa. Tu cerca di non ucciderla con lo sguardo- scherzò.
-Sarò calma solo quando arriveremo a casa tua-
-Bene, allora inizia adesso- scherzò.
Eravamo arrivati.
La targa in rame dei Viandanti rifletteva la luce.
La divisione della nostra città era in base ai poteri e i Viandanti, nonostante fossero essenziali, non avevano molta considerazione rispetto al potere di creazione dei Vicani, che riuscivano a creare l'unico materiale resistente alla pioggia nera, il Vicarium.
E quindi Alessia, dopo aver completato il suo addestramento ed essere diventata una Viandante vera e propria, era stata mandata a vivere nel suo anello, come accadeva a tutti gli abitanti di Galactos.
Le differenze si notavano da subito: le strade erano più sporche, le case più piccole e semplici, i negozi avevano le insegne rovinate.
Le luci artificiali erano più rade e si percepiva l'elettricità che irradiavano i portali.
La casa di Alessia era più a ovest; ci ero stata solo un paio di volte. Di solito ero io a invitarla a palazzo.
Crystal ci raggiunse con il suo seguito di guardie del corpo:-Siamo arrivati?-
-Si- rispose Ale aprendo la porta.
Le luci si accesero automaticamente.
Entrai e la terrestre mi seguì con passo incerto:-Caspita- sussurrò guardandosi intorno.
Le case dei Viandanti non si vedevano tutti i giorni: una grande scrivania di legno nero era ricoperta da libri e scartoffie sui portali.
Un'enorme cartina dell'intero pianeta di Galactos era appesa al muro di destra, mentre sul soffitto galleggiava la sua proiezione in 3D.
Sul muro di sinistra invece, vi erano decine di fotografie di luoghi e pianeti:
la nostra luna, le lontane montagne,
la pioggia nera, la città vista dall'alto.
E anche la Terra. Ricordai quante volte io e Alessia avevamo fantasticato su quel pianeta e tutti i suoi insegnamenti riguardo ai terrestri: era una vera fanatica.
In senso buono.
Crystal si avvicinò lentamente a quella foto e la osservò senza dire niente: per la prima volta provai compassione per lei. Poi incrociai lo sguardo di Luke e sembrò leggermi dentro, perché sorrise tristemente.
-Allora- disse lui guardando Alessia.
-Vai a distenderti, ti porto qualcosa da mangiare-
La sorella alzò gli occhi al cielo, ma ubbidì. Edward la seguì nell'altra stanza e così rimasi sola con Crystal.
Stava ancora fissando il suo pianeta.
-È molto bello- dissi avvicinandomi.
-Si, lo è. Spero ancora per molto-
-Cosa intendi?-
-Gli uomini, io, sono sciocchi. Lo distruggeranno-
Mi sentii confusa:-Perché mai dovrebbero distruggere la loro casa?-
Scosse la testa:-Non ne ho idea-
Passò qualche istante di silenzio:-Di che colore è Galactos?- mi chiese poi.
-Riflette la luce della luna, viola-
-È questa città è l'unica in tutto il pianeta?-
Rimasi interdetta:-Ecco... Si, ma ci sono Galactiani che hanno deciso di andarsene-
-Dove?-
-Dove non possiamo trovarli-
Luke uscì dalla cucina, interrompendo il nostro inquietante discorso; aveva in mano un panino dal pessimo aspetto:-Alessia non lo mangerà mai- gli fece notare divertita.
-Scommettiamo?- rispose lui sorridendo.

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