Capitolo 4.

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  Sfortunatamente la classe in cui vennero inseriti non era la stessa dei loro genitori, ma questo non li fece perdere d'animo. Avevano ancora l'intervallo e il dopo la fine delle lezioni a loro disposizione, ma erano più che sicuri che sarebbero riusciti a trovarli quasi subito.
    E così fu.
Non appena scesero nel cortiletto interno della scuola, durante la pausa, li riconobbero quasi immediatamente, in mezzo a tutti gli altri studenti.
    - Ommiodio! - urlecchiò leggermente Emma, tirando per una manica il fratello, con fin troppa forza. Sembrava sul punto di staccarglielo, il braccio, tanta era la foga che stava usando.
    - Sono loro - aggiunse, con tono di voce più moderato, mentre gli occhi chiari le brillavano entusiasti.
   Vedere i loro genitori, così giovani, e così vicini a loro, fece provare delle strane sensazioni ai due giovani Agreste.
   Era tutto così... strano, e non riuscivano a trovare altre parole per descriverlo.
Faticavano a credere che fosse tutto reale.
   - C'è qualcosa che non va - osservò Hugo, corrugando la fronte, mentre studiava con estrema attenzione i loro giovani volti.
   Emma guardò confusa il corvino, non capendo subito il significato delle sue parole.
   - Cosa? -
   - Guardali, e dimmi cosa vedi -
   La bionda fece come detto, ancora più confusa.
   I loro genitori erano uno difronte all'altro, insieme a quelli che sembravano essere i loro giovani zii, Alya e Nino.
   Non stavano parlando tra di loro, ma... sembravano distanti.
   Loro padre conversava tranquillamente con Nino, mentre la madre stava in silenzio, rossa in volto, con lo sguardo celeste puntato a terra.
   - Non si guardano nemmeno. Che strano - concluse infine la bionda, arricciando appena la bocca rosata, rivolta ad Hugo.
   - Già - annuì il corvino, pensieroso - Ti ricordi cosa ci ha detto papà, quando ci ha raccontato di com'era da giovane e come si comportava con mamma? -
   - Intendi il fatto che ogni scusa era buona per andare ad appartarsi con mamma per fare cosacce? - domandò candidamente la ragazza dagli occhi blu.
   - No... cioè sì - balbettò lui, lievemente in imbarazzo per la schiettezza della sorella.
   Loro padre non l'aveva messa giù così, ma il succo era quello.
   - Erano sempre appiccicati, ed era impossibile separarli... - spiegò meglio - Mentre guarda qua. Mamma sembra sul punto di svenire da un momento all'altro, solo perchè sta respirando la stessa aria di papà -
   Emma ridacchiò divertita - È vero - ridacchiò ancora - Chissà come avranno fatto la prima volta - borbottò, pensierosa.
   - La prima volta cosa? -
   - La prima volta che hanno giocato alla "Piccola pasticceria", genio. Non penserai davvero che ci abbia portato la cicogna, o qualche stupidata del genere, vero? -
   Hugo tossì imbarazzato, scuotendo la testa, ed arrossendo vistosamente.
   Ma da quando sua sorella era diventata così spudorata?
   - Ora che me lo hai fatto notare, Hugo... Non sembrano stare insieme -
   Pronunciata quella frase, entrambi sgranarono lentamente gli occhi e si voltarono l'uno verso l'altro.
   Non sembravano stare insieme.
   Non sembravano.
   Stare.
   Insieme.
   Non...
   Non stavano...
   - Non stanno insieme! - esclamarono all'unisco, pallidi in viso.
   Se non stavano insieme voleva dire che non c'era ancora stata la battaglia contro Papillon.
   Se non c'era stata la battaglia contro Papillon, i due eroi parigini non avevano ancora scoperto le loro doppie identità.
   Se i due non sapevano le loro doppie identità, se non c'era stata la battaglia e non si erano ancora messi insieme, voleva dire che erano finiti nell'epoca sbagliata.
   Se avevano sbagliato epoca, Emma ed Hugo erano...
   - Fottuti. Siamo fottuti! - affermò il corvino, sconvolto, portandosi entrambe le mani alla testa - Abbiamo sbagliato epoca, ma abbiamo fatto tutto come indicato sul libro. Com'è possibile? -
   - Non lo so! - affermò, altrettanto sconvolta, la sorella - Però calmiamoci; non saltiamo a conclusioni affrettate. Forse ci stiamo sbagliando, è andato tutto come da programma e ci stiamo allarmando per niente -
   Nemmeno Emma credeva davvero a quello che aveva appena detto, e la cosa non passò inosservata al fratello.
  - Sorella, non prendiamoci per il culo. A te quelli sembrano due che stanno insieme, e che non riescono a togliersi le mani di dosso? No, perchè a me non sembra proprio -
Emma rimase in silenzio un paio di secondi, con lo sguardo dritto davanti a lei. Stava osservando ancora il gruppo di ragazzi, pensierosa.
- Andiamo a parlare con loro - sentenziò, infine.
Hugo le lanciò un'occhiataccia ancora più sconvolta. Osservava la sorella come se gli fosse spuntata una seconda testa, con la pelle blu e i capelli rosa confetto.
- Adesso? - domandò lui, lievemente spaventato.
- Certo! - esclamò, come se fosse la cosa più ovvia del mondo.
- Non dirmi che sei diventato timido tutto all'improvviso, e non te la senti di andare a parlare con loro. Abbiamo fatto tutta questa strada proprio per questo; non possiamo tirarci indietro, non adesso -
Il corvino sapeva che la sorella aveva completamente ragione, ma non riusciva a stare tranquillo.
Aveva sempre quella strana, e spiacevole, sensazione addosso. Era principalmente quella a non farlo stare sereno.
- Ipotizziamo di aver letto male il libro - iniziò serio - Potremmo aver sbagliato davvero tutto, Emma. Probabilmente non è nemmeno vero che dimenticheranno tutto quello che diremo, e se così fosse... potremmo rischiare di fare qualche pasticcio nel futuro. Potremmo incasinare la linea temporale, se non l'abbiamo già fatto! -
- Hugo, stai vaneggiando - fece notare la ragazza, cautamente.
Si avvicinò al fratello e, dopo avergli posato una mano sulla spalla, sorrise per rassicurarlo.
- Per prima cosa, calmati. Dobbiamo stare entrambi calmi. Non abbiamo letto male il libro, lo sai benissimo. Non siamo sicuri di aver sbagliato davvero epoca... prima parliamo con loro due minuti. Se dovessimo renderci conto di aver davvero sbagliato... ne parleremo con Master Fu e troveremo una soluzione. Ok, fratellino? -
Hugo sospirò appena, ed annuì con la testa.
Non avevano molte alternative, alla fine dei conti.
- Bene! - esclamò la bionda, con un ampio sorriso ad illuminarle il volto - Andiamo a parlare con loro -


  - Ciao! - esclamò raggiante Emma, dopo essersi avvicinata al gruppetto di ragazzi, seguita dal fratello - Scusatemi se vi disturbo. Io sono Emma, mentre lui è mio fratello Hugo - indicò il corvino al suo fianco - Stavamo cercando Marinette Dupain-Cheng ed Adrien Agreste, ma essendo nuovi a scuola non abbiamo proprio la più che minima idea di chi siano; non è che potreste aiutarci? -
Hugo imprecò mentalmente, in maniera alquanto colorita.
Cosa diavolo si stava inventando sua sorella?
- Siamo noi - rispose cordialmente Marinette, indicando prima se stessa poi il modello biondo.
- Fantastico! - squittì estasiata la ragazza - Possiamo parlarvi in privato? È una questione alquanto importante - li supplicò quasi, con un'espressione che sapeva essere capace di far capitolare chiunque.
Sotto quel punto di vista sua sorella era un mostro.
Avrebbero dovuto togliere l'Oscar a Di Caprio per darlo a lei.
I loro giovani genitori, ignari del pericolo imminente, accettarono senza problemi la richiesta della bionda, e li seguirono silenziosamente in biblioteca.
Dopo essersi accertata di essere solo loro quattro lì dentro, prese a parlare sotto lo sguardo confuso dei ragazzi.
- Prima di iniziare con quello che vorremmo dirvi, posso farvi una domanda? Molto probabilmente vi sembrerà alquanto indiscreta, ma... ci serve per poterci regolare con il resto del discorso - spiegò rapidamente, mentre Hugo al suo fianco iniziava a temere il peggio; gli era quasi impossibile fare altro, specialmente con sua sorella.
- Certo - annuirono i due ignari.
- State insieme? -
Marinette divenne istantaneamente rosso fuoco, iniziando a balbettare parole sconnesse e prive di senso logico, mentre Adrien iniziò a tossire freneticamente per l'imbarazzo.
Emma e la discrezione erano due parole che non potevano nemmeno stare nella stressa frase.
- N-No no! Ma cosa dici? - balbettò la corvina - Io ed Adrien insieme? Mai! Ceh, non nel senso che non vorrei stare con lui. Insomma, chi non lo vorrebbe? Ma no no, non stiamo insieme! -
Era stata così rapida a parlare, e a balbettare, che per i presenti fu davvero difficile seguirla senza fare fatica.
La delusione sul volto della bionda fu lampante.
- Cavolo - borbottò, prima di voltarsi verso il fratello - Era come temevamo; abbiamo sbagliato -
Sul volto della bionda fece capolinio un'espressione affranta che non durò molto. Infatti, poco dopo Emma scrollò le spalle e scosse un paio di volte la testa, cacciando via l'espressione di prima - Fa niente, ci arrangeremo - disse, come se niente fosse.
Adrien e Marinette si lanciarono un'occhiata confusa. Non riuscivano proprio a seguire quei due strani ragazzi.
- Scusateci, ma fatichiamo non poco a capire. Potreste parlare più chiaro? - domandò il modello, leggermente infastidito.
Per un attimo gli era passata per la mente l'idea che i due stessero mettendo giù tutto quel teatrino per prendersi gioco di loro, ma il biondo Agreste non poteva nemmeno lontanamente immaginare quanto fosse diversa la realtà dei fatti.
- Beh, non è così semplice - si lamentò la ragazza, grattandosi una guancia con l'unghia dell'indice - Stiamo per farvi il più grande spoiler della vostra vita; non è una cosa che si può prendere tanto alla leggera, sapete? Sono questioni serie queste... -
- Emma stai divagando. Vai al sodo - intervenne Hugo per la prima volta, con tono piatto.
- Sono d'accordo con lui - si aggiunse Adrien.
" Wow " pensò stupito Hugo " Papà che è d'accordo con me. È un giorno da segnare sul calendario "
- Ok - sospirò Emma.
Prese un lungo respiro profondo, e parlò.
- Siamo Emma ed Hugo Agreste, i vostri figli venuti dal futuro -






  ANGOLO DELLA MENTE MALATA:
Sono una brutta persona a finire il capitolo così, me ne rendo conto. Come mi rendo conto che non aggiorno da una vita >.< ma i motivi già ben li sapete.
Manca davvero poco, e questa storia avrà la sua conclusione. Di già, direte voi? Ebbene sì.
"Back to the Past" è nata come una storia molto molto corta, e ammetto che nell'idea iniziale che avevo avuto non sarebbe dovuta essere più lunga di tre capitoli. Però poi scrivendo, immaginandomi la storia dei personaggi (in particolare di Emma ed Hugo) insieme ad una serie di altre robe, mi sono venute fuori una marea di idee. Non potete nemmeno immaginare quante.
Stavo anche valutando la folle idea di scrivere un seguito, molto più lungo, ambientato nel futuro con protagonisti Emma ed Hugo; cosa ne pensate?
Se l'idea vi garba, fatemelo sapere :3
Non appena finirò BTTP, mi dedicherò principalmente ad un'altra ff su Miraculous che ho trascurato parecchio in questi mesi (Sì, "Chat" sto parlando di te) e (Attenzione, progetto nuovo) ad una raccolta di One-shot... lemon.
Harley che scrive lemon? Ebbene sì, signori e signori. (Nascondete i minori e le persone facilmente impressionabili XD non voglio traumatizzare nessuno)
Ho tanti progettini in mente (per questo fandom) e non vedo l'ora di farvi leggere tutto :3
Spero che il capitolino vi sia piaciuto <3
Fatemi sapere cosa ne pensate via commentino!
- Harley

Back to the Past | Miraculous LadybugDove le storie prendono vita. Scoprilo ora