Capitolo 2

302 27 0
                                    

Sembrava fosse una cosa importante, vista la sua espressione, quindi, lo feci accomodare in salone, per parlare con calma.
"Vuoi qualcosa?" chiesi con gentilezza.
"No grazie, devo parlarti solamente" disse con fare scorbutico.
"D'accordo, di cosa dovresti parlarmi?" chiesi un po' intimorito.
"Non farò giri di parole, li odio, Lorenzo è scomparso."
In quel momento non capii più niente, la mia mente era incentrata solo sulla scomparsa di Lorenzo, ormai non ricordavo neanche come mi chiamassi.
"C-cosa!? E da quanto tempo!? Perché nessuno mi ha detto niente!?" Esclamai con furore. Non ricordo di essermi mai arrabbiato così in tutta la mia vita.
"Da una settimana. Nessuno ha notizie di lui, nemmeno i suoi genitori. Sono venuto qui per chiederti se l'avessi visto in questi ultimi giorni." disse con una calma impressionante e per niente spaesato dal mio stato d'animo, questo non era proprio da lui.
"No, io non l'ho visto, m-ma, perché è scomparso, non si sa proprio nulla? Nessuno sa niente?"
Neanche balbettare era da me, ma ero troppo sconvolto per riuscire a calmarmi. Mi stavo facendo vari film mentali, uno più tragico dell'altro, su cosa gli fosse successo, sul fatto che forse non l'ho avrei mai più rivisto, non sarei potuto sopravvivere senza di lui, non credo sia possibile.
"No, ho parlato con tutti, l'ultimo che lo ha visto è stato Stefano, ma ha detto che non sapeva nulla, non sapeva cosa lo avesse portato a fuggire."
Okay, Sascha calmati, respira, può darsi che riuscirete a trovarlo, la speranza è l'ultima a morire. Ma allora perché sento questa strana sensazione, come se ormai lui non potesse tornare indietro, che forse non lo avrei più potuto rivedere, perché avevo già perso le speranze.
"Va bene, ora devo andare, grazie per avermi aiutato in qualche modo, anche se siamo ancora alla linea di partenza." disse afflitto, sembrava essere tranquillo, ma bastava che lo guardassi un secondo in più, e capivi che in realtà lui era stanco, forse era stanco di cercare, forse aveva perso le speranze.
"No, io non ti ho aiutato affatto, con la mia risposta non hai ottenuto un bel niente, io...io...io verrò con te, andremo insieme a cercarlo, non pensare finisca qui la ricerca, perché se la pensi così, sognifica che ti stai sbagliando! E anche di grosso." Lo dissi con una tale determinazione, che mi spaventai io stesso, all'inizio esitai un po', ma poi pensai a lui, e lì no non ebbi più timore.
Mi avviai verso la porta, ma vidi che Giorgio non mi seguiva, anzi, stava seduto sul divano con la testa a guardare il pavimento, ma che gli era preso!?
"Giorgio, non vieni?"
Lui mi guardò quasi impietosito da me.
"Non voglio illuderti, non lo troverai mai, è da una settimana che lo sto cercando, ma mi sembra di girare in tondo."
"Non penserai di stare su un divano a deprimerti!? Non servirà a nulla!? Lui è lì fuori chissà dove e bisogna trovarlo, se è scappato, c'è un motivo, ha bisogno di noi." Mi sembrava di star facendo un discorso per diventare sindaco, ma forse così, lo avevo un minimo convinto, poiché si alzò e mi venne incontro, mi guardò interrogativo, come per dire da che parte dovessimo incominciare. Naturalmente non ne avevo la più pallida idea, poi mi ricordai di quello che mi aveva detto prima, Stefano l'aveva visto per ultimo, diceva che non sapeva del perché fosse scomparso, ma per essere stato l'ultimo, lui sapeva qualcosa in più degli altri, e questo, non andava sottovalutato. Parlai della mia idea con Giorgio, che acconsentì: oramai non avevamo più niente da perdere.

Arrivammo davanti casa di Stefano e suonammo il citofono, sperando ci fosse. Le mie preghiere furono esaudite, fu Salvatore a rispondere.
"Sal, dovremmo parlare con Stefano, lui c'è?"
"Sì, sta registrando: vi faccio salire mentre lui finisce?"
"Certo, se non ti dispiace."
Salvatore aprì il portone ed entrammo, salimmo le scale e appena misimo piede in casa, Sal ci chiese:
"Volete qualcosa da bere?"
"No no, grazie... Ci vorrà molto per finire il video?" Chiesi un tantino impaziente
"Non lo so, ora vado a chiederglielo" e si avviò in camera di Ste.
Aspettammo qualche minuto, finché non ci si presentò davanti Stefano.
"Regà io vado a fare un giro in centro con un amico, ci vediamo dopo." Disse Salvatore andandosene.
"A dopo" dicemmo in coro.
"Allora ragazzi, cosa dovevate dirmi? Sto registrando, non posso perdere
troppo tempo." Disse Stefano sbrigativo.
"Siamo venuti qui per richiederti se sapessi qualcosa su Lorenzo, sul perché fosse scappato." Disse Giorgio
Al nome Lorenzo, Stefano sobbalzò, sapevo che nascondeva qualcosa.
"I-i-io non so niente, te l'ho già detto." Disse balbettando e facendosi un po' rosso.
"Non è vero, tu sai eccome." Lo fulminai con lo sguardo, anche Giorgio sembrava aver capito, e guardò torvo Stefano.
Finalmente parlò
"In realtà so poco e niente, so solo che mentre stavamo registrando insieme e video che sarebbero dovuti uscire sui nostri canali, video mai completati, gli arrivò una chiamata da non so chi che gli parlato di qualcuno che si era sentito male, che in quel momento non era nemmeno in Italia. Sono certo che non si sia capito quasi nulla, ma questo è ciò che ho potuto intuire dagli spezzoni sentiti durante la sua conversazione con quello sconosciuto; ma di una cosa sono sicuro, Lorenzo era molto più che preoccupato, forse era proprio spaventato"
In quel momento si bloccò, credo ripensando al viso ombroso di Lore che poteva avere in quel momento. Poi si ridestò.
"Comunque gli chiesi spiegazioni di quello che avevo ascoltato, pero' lui liquidò il tutto dicendomi di non dire niente a nessuno, che sarebbe andato via per un po' e che non avrei dovuto farne parola con anima viva. Gli promisi che sarei rimasto con la bocca cucita, a patto della sua completa sincerità sul fatto appena accaduto. Lui mi promise che avrebbe fatto ciò che gli ho detto:non lo sento più da allora, potete anche controllare il cellulare se non vi fidate."
La mia faccia non doveva essere sconvolta in quel momento, di più.
"Sul telefono è facile cancellare i messaggi e le telefonate, ma farò finta di fidarmi... Pero' avrei una domanda da farti: perché ce ne hai parlato? O meglio, perché proprio ora?"
Fu Giorgio a parlare: io non credo ne avessi le capacità ora come ora.
"Per il semplice fatto che mi sono scocciato: ho provato più volte a ridovutotarli in ogni modo, ma niente, nessuna risposta da parte sua: lui non ha mantenuto la promessa, ed io non manterrò la sua."
Rimanemmo tutti e tre in silenzio, ma dentro di me continuava a fluire una sola domanda:
Perché.

~Semplicemente Saschenzo~Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora