Capitolo 1

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POV'S ANASTASIA

Odio i pub, questo è poco ma sicuro! Purtroppo, però, ho dovuto accompagnare Paul che voleva divertirsi. Sono le 10 e già sono stanca di questo posto. Persone senza un briciolo di educazione che non hanno rispetto di chi hanno intorno: ti si strusciano addosso, ti passano avanti nelle file e per finire ragazzi che ci provano in ogni modo possibile, anche in modo squallido e disgustoso, elencandoti tutte le cose che vorrebbero farti prima che tu li mandi a fanculo. Sono già al terzo giro di Piña Colada e se Paul non si sbriga dovrà portarmi sulle spalle a casa. Lo cerco con lo sguardo e lo vedo su un divanetto di fronte a me con una rossa e, da quanto posso capire, si stanno divertendo ma decido comunque di avvicinarmi per avvisarlo che vado via. Dopo essermi creata un varco tra tutte le persone sudate e ubriache presenti in pista, mi avvicino al divanetto e richiamo l'attenzione del mio migliore amico toccandogli la spalla. In cambio ricevo un'occhiataccia. "Che vuoi Anastasia?" "Niente.Ti volevo solo avvisare che vado via. Sono stanca." "Va bene. A domani." "A domani."  Mentre mi riavvicino al bancone per posare il margarita che non ho finito, qualcuno mi viene addosso facendo rovesciare la bevanda sulla mia camicia bianca. "Ma porca troia!" dico urlando "Ma perchè non stai attento esiamia testa di cazzo quando cammini?!" "Scusami, bambolina. Non volevo. E poi non è un dramma." " Sti gran cazzi! Questa camicia è un Armani e costa la bellezza di 160£." "Bè.. la prossima volta non mettere certi vestiti per venire in questi posti." Sto per aggredirlo, nel vero senso della parola, ma mi rendo conto di essere in luogo pubblico e che lui è molto più alto di me e potrebbe fermarmi con un solo dito, così alzo i tacchi e me ne vado.

Dopo aver recuperato la mia roba, mi dirigo al parcheggio fino alla mia macchina. Sono brilla e non dovrei guidare, ma non posso fare altro. Prima di mettermi alla guida, tolgo le mie amate scarpe che però mi hanno leggermente ucciso i piedi. Salgo in macchina e prima di mettere in moto, mi guardo intorno. Di fronte a me, in un vicolo accanto al pub dal quale sono appena uscita, un gruppo di ragazzi che, guardandosi intorno, si scambiano qualcosa. Decido di far finta di niente, è meglio così, e andare via per raggiungere casa mia. Dopo aver fatto una doccia, mi infilo sotto le coperte, aspettando che Morfeo mi accolga tra le sue braccia, anche se all'inizio sono spaventata al solo pensiero di chiudere gli occhi, sapendo che non sarà una notte tranquilla, non tanto diversa da quelle trascorse negli ultimi 12 anni.

POV'S. JULIET

Sento la sveglia suonare, a tentoni allungo la mano sul comodino finché quell'aggeggio infernale non cade sul pavimento e finisce di suonare. Cerco di aprire gli occhi a fatica come ogni lunedì mattina, anzi come ogni mattina. Sento la testa pulsare e gli occhi bruciare ecco i residui della sbronza della sera precedente, mi alzo a fatica e mi dirigo in bagno. Dopo aver dato uno sguardo deluso allo specchio che rifletteva un immagine a dir poco terrificante, lego i capelli in modo da on farli bagnare ed entro nella doccia, quando esco finisco di prepararmi e poi mi riguardo allo specchio cercando di dare un senso alla mia folta chioma di capelli ricci, impresa ardua e quasi impossibile. Prendo la borsa e mi dirigo in macchina, mentre sono imbottigliata nel traffico capisco di aver fatto una grande cazzata "ho dimenticato di fare colazione!", spero di riuscire a farla in ufficio. Esattamente alle  8 e trenta riesco ad arrivare al lavoro. Puntuale. Lavoro per la Coutts & Co che è una delle banche più importanti del Regno Unito. Mi dirigo nel mio ufficio sotto lo sguardo indifferente di tutti i miei cari colleghi. In quel posto sono tutti meschini e non ci mettono molto a farti qualche brutto scherzo per avere una piccola promozione, in questo ufficio c'è la mia nemesi. Harry Styles. Sono due anni che io e lui ci ammazziamo di lavoro per avere la stessa promozione, è un bel ragazzo:alto,robusto con i capelli ricci e gli occhi color verde smeraldo. Distratta da queste riflessioni non mi ero neanche accorta che era entrato nel mio ufficio con un sorriso soddisfatto. "Styles che cosa diamine vuoi? "dissi massaggiandomi le tempie. " Ti volevo mostrare il nuovo contratto" Mi porse i fogli e gli diedi un occhiata veloce, la rabbia mi assalì."Styles quello era il mio contratto, non avevi diritto di soffiarmi il cliente" riprese i fogli e sorrise maliziosamente prima di dire " O'Brian ricordati di flirtare di più con i clienti,e ti prego Juliet chiamami Harry" " Preferirei non chiamarti proprio Styles. Buona Giornata". Lo cacciai fuori e iniziai a riempire le varie scartoffie giornaliere. Dopo l'orrenda pausa pranzo in cui Styles non aveva fatto altro che intasarmi la memoria del cellulare con stupidi messaggi, arrivò l'ora di chiusura. Presi la borsa,spensi la luce nel mio ufficio e andai in macchina per dirigermi al pub sotto casa. Mi siedo al bancone e ordino un Bourbon, accanto a me c'è una ragazza che continua a bere bicchieri di Piña Colada, mi concentro sul mio bicchiere, lo osservo per un pò, poi lo mando giù. Ne ordino altri due. Mentre sto per alzare la mano verso il barista mi vibra il cellulare, senza neanche controllare il numero rispondo "Pronto?!" "O'Brian c'è una riunione straordinaria, devo venire in ufficio.Ora" "Mi spiace ho smesso di lavorare appena mezz'ora fa" " Bè se vuoi perdere il tuo posto di lavoro sono fatti tuoi, ma non dire che nessuno ti ha informato" " E va bene, ho capito! Sto arrivando". Mi rimisi al volante cercando di restare il più lucida che potevo, avvivai in quell'enorme palazzo e mi diressi nell'ascensore, poi nella sala riunioni. C'era solo Styles,dovevo aspettarmelo?! "Gli altri?!" "Non sono ancora arrivati" " Ci metteranno molto?" "Non ne ho la minima idea, vuoi un bicchiere?"disse indicandomi una bottiglia di Whisky "Si, dai. Tanto non potrebbe andare peggio di cosi..." "Perchè?" "Sono appena le dieci e mezza e io sono già al quarto bicchiere" " Che c'è delusa perchè ho preso il tuo contratto?!"disse bevendo piano "No, perché ho bisogno di divertirmi, ma la mia vita è talmente noiosa e monotona che ho tante amiche bottiglie" "Ti vuoi divertire? "disse sorridendo "Non ci pensare neanche" " A Cosa?!" disse sbalordito " A quello che stavi pensando" "Non ti andrebbe, solo io e te" "Neanche sotto tortura Styles " "Bevine un altro cosi forse ti addolcisci un pò"disse porgendomi il suo bicchiere "Grazie". Finalemente arrivarono anche gli altri e facemmo questa stupida riunione. Verso mezza notte riesco a tornare a casa seguita da Styles,quando parcheggio scende anche lui dalla sua macchina e molto gentilmente mi accompagna alla porta. "non c'era bisogno che mi seguissi con la macchina" "sei sbronza" "anche tu!" "No io ho bevuto.Tu sei sbronza, è diverso" "capito"dissi ridendo. Mentre cercavo le chiavi nella borsa, Styles mi afferrò per le braccia appoggiandomi delicatamente contro la porta "Cosa fai?" "Shh" avvicina le sue labbra al mio collo e inizia a torturarmi lasciandomi piccoli baci umidi su e giù per il collo. La mia mente mi dice di farlo smettere, ma il mio corpo non vuole minimamente saperne. Mi piace troppo. Mentre il suo busto si avvicina al mio spingendomi sempre di più contro la porta, lascio cadere la borsa,inzia a stringermi i fianchi e a mordicchiarmi il collo. Cerco di fare qualcosa ma sono bloccata da lui, non mi lascia fare ciò che voglio. Non mi lascia neanche sfiorarlo, mi libera un braccio e sento una sua mano gelida infilarsi sotto la mia maglia e avvicinarmi a se, le sue labbra sono sulle mie, le nostre lingue iniziano a rincorrersi, lo voglio adesso. Voglio che non se ne vada, ma lui si stacca,prende una penna e mi appunta qualcosa sulla mano,raccoglie la mia borsa, trova le chiavi, apre la porta. Mi porta di sopra, mi infila a letto e chiude la porta. Non riesco a realizzare quello che è successo perchè crollo in un sonno profondo...

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