Capitolo 2

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POV'S ANASTASIA

La sveglia delle 5:30 annuncia l'inizio di un'altra giornata, uguale a quella di ieri e quella dell'altro ieri. La mia vita non potrebbe essere più monotona: sveglia, doccia, teatro a provare fino alle 12:30, pranzo con i colleghi fino alle 2, ritorno al teatro e prove fino alle 8, torno a casa, doccia, cena, tv e letto alle 11:30. Succede sempre questo, tutti i giorni e sono così stanca. Ho un bisogno assurdo di qualcuno che entri nella mia vita come un uragano e me la stravolga completamente, nel senso buono della parola, però.  Dopo la mia solita corsa mattutina e una doccia, arrivo al teatro dopo essermi fermata a prendere un caffè allo Starbucks. Iniziamo le prove e non posso far a meno di notare che il mio partner si allontana ogni 10 minuti e che si avvicina ogni volta a un ragazzo in piedi vicino l'entrata, che entra e esce quando vuole e non ne capisco il motivo o come faccia. "Derek, scusa, ma chi è quel tizio?" dico fermando il mio partner mentre torna sul palco per la quarta volta in mezz'ora. "E' un mio caro amico che mi è venuto a trovare ieri." "E perchè è qui?" "Non potevo lasciarlo solo nel mio appartamento. E' da solo qui." "Va bene, ma non deve disturbare le prove. Lo sai che questo spettacolo è fondamentale per la carriera di tutti noi, soprattutto per la mia, quindi smettila di scendere da questo dannatissimo palco e inizia a ballare!" dico alzando la voce. Derek non se lo fa ripetere due volte e iniziamo, finalmente, le prove. A ora di pranzo prendo la mia roba e mi dirigo con le ragazze a un ristorante vicino. Stavo per varcare la porta, quando mi sento prendere delicatamente il polso e mi giro, incontrando un paio di occhi color caramello  circondati da folte sopracciglia nere così come i capelli, la pelle olivastra e labbra rosse e piene. La mascella dritta con un filo di barba, residuo di qualche giorno. "Non ci credo! Bambolina! Chi avrebbe detto che ci saremmo rincorntrati?!" "Scusami?! Tu sei?" dico dopo aver riacquistato facoltà di pensiero e parola. "Il ragazzo del bar di ieri. Non ti ricordi?" " No non mi ricordo e ora lasciami il braccio!" dico divincolando il braccio dalla sua stretta. "Non ci credo. Hai fatto una scenata allucinante per una semplice camicetta macchiata." "Ah, è vero. Tu sei il coglione che non riesce a mettere un piede davanti all'altro e mi ha macchiato la camicetta nuova." "Già sono io. Piacere Zayn." dice porgendomi la mano "Non piacere mio, Zayn. Ora devo andare. E non dare più fastidio a Derek: mi serve! Se riesco a mettere insieme lo spettacolo, posso sfondare a New York. Quindi non presentarti più in questo teatro, ti  è chiaro?" "Non credo sarà così facile per te, liberarti di me." "Poi vedremo. Addio!" "A presto!" dice con un sorriso sghembo mentre io mi allontano.

Appena torno in teatro alle 2:30 dopo pranzo, vedo i ragazzi che si comportano in modo strano, come se avessero bevuto. Mi avvicino a Meredith, una ragazza solitaria, che sta sempre per i fatti suoi, l'unica "sobria"  "Meredith, scusa, ma cosa diavolo è successo?" "Non lo so, ti giuro, non lo so. Sono arrivata 10 minuti fa e già stavano così."  vedo alcuni dei ragazzi che si avvicinano al tizio amico di Derek, Zayn che gli dà qualcosa così mi avvicino. "Cosa diavolo stai facendo?" dico facendolo girare. "Hey, bambolina calmati." "Primo, non dirmi quello che devo fare e secondo non chiamarmi bambolina." "Tu dimmi il tuo nome e io non ti chiamerò più così. Semplice, no?" dice sussurrandomi all'orecchio. "Anastasia. Mi chiamo Anastasia. Ora mi dici cosa stai facendo?" "Anastasia... mi piace come nome!" dice dandomi le spalle e allontanandosi. "Zayn. Dimmi cosa stavi facendo!" "MI piacciono le donne che mi danno degli ordini." dice voltandosi verso di me con un sorriso alquanto pervertito e poi riprende a parlare. "Quanti anni hai Anastasia?" "Ma cosa ti importa?!"  dico mentre lui si siede su una poltrona della prima fila e lui lo seguo mettendomi davanti a lui. "Ho 24 anni. Tu invece?" "26." "Bene. Ora bando alle ciance, cosa stavi facendo?" "Niente. Cosa vuoi che stessi facendo?!" dice con aria di sufficienza. Io mi abbasso arrivando al suo volto, a due centimetri dalle sue labbra "Dimmi. Cosa. Stavi. Facendo. Ora." "Io continuo a dire che mi piaci e anche tanto, soprattutto quando metti maglie scollate come questa." dice indicando la mia scollatura e io mi alzo di scatto. "Sai cosa ti dico?! Vai a fare quello che stavi facendo, compreso l'arrogante e il presuntuoso, fuori di qua. Fuori dal mio teatro, ora!" dico indicandogli l'uscita. "Te l'ho già detto: ci vorrà molto di più della voce alterata per farmi sparire. Ciao, Anastasia!" dice andando via. Verso le 7:45 di sera torno a casa. Mentro infilo le cuffie, mi scontro con qualcuno e tutto quello che avevo in mano, ovvero pratiche e contratti per mettere in scena lo spettacolo, cade. Alzo gli occhi dopo aver bestemmiato tutto l'albero genealogico del colpevole e incontro un paio di occhi azzurri spalancati. Di fronte a me, una ragazza minuta, bionda e riccia, con una pelle bianchissima che fa contrasto con delle labbra rosse, sta raccogliendo i fogli. Continua a ripetere 'Scusa' "Hey non ti preoccupare, non fa niente." "Scusa, invece, non ho molto equilibrio e inoltre vado di fretta." "Ecco, non ti preoccupare. Vai a fare quello che devi fare." "No voglio aiutarti." "Ho già fatto, vai non ti preoccupare." dico alzondomi seguita da lei. "Va bene. Scusa ancora. Ciao." dice correndo via. Per la prima volta da qualche settimana a questa parte, mi è bastato guardarla negli occhi per sentirmi al sicuro ma non riesco a capirne il motivo...

POV'S.JULIET

Apro gli occhi di scatto e balzo dal letto per il rumore di quell'aggeggio infernale chiamato sveglia, la stacco e mi stropiccio gli occhi, le mie mani ora sono tutte colorate. Possibile che non mi sia ne struccata ne cambiata ieri sera?! Mi dirigo in bagno e mentre aspetto la temperatura giusta per entrare nella doccia, noto un numero di telefono scritto sulla mia mano. Prendo il telefono e compongo il numero "Buongiorno" disse una voce profonda "C-chi sei?" "Juliet sono Harry" disse ridendo "Perchè ho il tuo nome sulla mano?!" " Ehh perchè ieri..." "Perchè ieri..."dissi deglutendo "Eh, devo andare al lavoro ciao" disse riagganciando. Mi buttai sotto la doccia e dopo essermi messa un vestito stretto in vita che scendeva morbido fin sopra il ginocchio,presi la borsa e mi diressi infuriata più che mai al lavoro. Posai le mie cose in ufficio, e mi diressi in quello di Styles. Chiusi la porta e mi avvicinai a lui che si alzò di scatto facendomi indietreggiare senza che me ne rendessi conto. "Dimmi Juliet!"disse sorridendo "Mi Spieghi perchè questa mattina avevo il tuo numero scritto sul palmo della mano..."dissi incrociando le braccia, si avvicinò in modo stranamente pericoloso, con una luce strana negli occhi. Mentre lui si avvicinava io indietreggio finchè non trovo il muro e sono leggermente bloccata, "Vuoi sapere cos'è successo?" disse a due millimetri dalle mie labbra, annui e lui mi stampò un bacio passionale pieno di foga, il suo busto era completamente incollato al mio, le nostre lingue iniziarono a rincorrersi, la sua mano destra si infilò sotto il mio vestito salendo piano piano, gli posizionai una mano sul petto e lo allontanai di poco con molto sforzo. "No..."dissi con un filo di voce " "Ieri non eri di quest'idea" sorrise "Cos'è successo ieri?" "Te lo faccio rivedere?" disse avvicinandosi "No intendevo dopo questo!" dissi alzando la voce di un tono "Niente sono andato a casa" "Perchè?""Perchè non volevo approfittarmi di te." "Oh che bravo ragazzo" dissi in modo sarcastico "Non ti è uscita come volevi eh?!" "Non Proprio, comunque ora vado. Ciao Harry" "Ciao Juliet" disse dandomi un bacio sulla guancia. La giornata passa velocemente fra le varie riunioni; sono le sette e mezza e stavo pranzando in un locale di fonte la mia azienda, guardo l'orologio, e corro alla cassa a pagare il conto. Inizio a camminare velocemente: sono in ritardo per l'ultima riunione, mentre cammino di fretta e distrattamente vedo un sacco di fogli volare e una ragazza cadere a terra. Spalanco gli occhi e inizio a raccogliere i fogli mentre quella ragazza con una finezza insolita mi bestemmia quasi tutto l'albero genealogico, comincio a scusarmi e poi la noto: è una ragazza un pò più alta di me con gli occhi verdi cerulei, un viso a cuore incorniciato da un folta chioma di capelli castano scuro, il naso dritto e le labbra rosse. Io la conoscevo, già l'avevo vista. Era la ragazza nel pub che beveva tanti drink alla frutta. Stranamente mi sentivo legata a lei in qualche modo strano. Mentre le ridò i fogli che avevo raccolto mi liquida in quattro e quattr'otto cosi corro in ufficio e prendo l'ascensore con Styles. Sorrido mordendomi il labbro al pensiero di quello che era successo quella mattina, strana reazione. "La smetti" dice a denti stretti "Di fare cosa?!" "Di morderti il labbro" dice bloccando l'ascensore "Perchè?!" "Perchè sei cosi..." si fionda sulle mie labbra con prepotenza, con un pò di fatica riusco a togliermelo di dosso. Ci guardiamo in modo feroce e passionale per qualche secondo, poi lo afferro per il colletto della camicia e lo attiro a me, mi fiondo sulle sue labbra morbide dandogli un bacio pieno di foga che lui ricambia subito, mi prende in braccio e mi sbatte con la schiena contro la parete dell'ascensore. Mentre gli faccio un succhiotto, mi stringe le cosce e io non resisto più:lo voglio. "Harry..." dico mentre lui mi lascia piccoli morsi sul collo "Si?!" dice guardandomi negli occhi "Non ora..."dico appoggiando la testa sulla sua spalla. Iniziamo a parlare per qualche minuto poi scoppio a ridere facendolo sorridere "Che c'è?!" "Perchè sono ancora in braccio a te?!" "Non lo so, comunque avevamo una riunione un oretta fà..." "Ah bene...mi puoi mettere giu?" "Certo" dice facendo ciò che gli avevo chiesto. Usciamo dall'ascensore e torniamo a casa. Mi piazzo sul divano, prendo il pc e inizio a vedere un film contro voglia, mi sfioro le labbra e sento le labbra di Harry poi mi blocco e ricordo il viso di quella ragazza. Era stranamente familiare e non solo perchè l'avevo già vista, c'era qualcosa di strano in tutto questo...

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