Capitolo 3:La scuola

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Larissa perse il contatto visivo che la teneva legata con Ermas, non riusciva a capire perché in quello scambio di sguardi gli aveva trasmesso protezione, fiducia, e speranza; non riusciva proprio a capire, ma più di ogni altra cosa non riusciva a capire se stessa, era stata attratta da quei smeraldi e non riusciva più a pensare ad altro nemmeno ai suoi genitori, nemmeno a quella odiosa di Elisabeth Mcgrath, fatto sta che fu proprio in quel preciso instante che Elisabeth si mise davanti alla sua strada.

- La povera orfanella, sei di nuovo in questa scuola per portare guai? Sappi che non avrai vita facile mia cara Larissa –

Larissa la guardò dal alto in basso storcendo la bocca e togliendosi le cuffie che si era messa poco prima di aver avuto quello scontro con la Mcgrath.

- Dicevi? Avevo le cuffie non ti ho sentito. Ma sicuramente avrai detto una delle tue solite cazzate –

Elisabeth la guardò stupita da quel linguaggio poco consono per la ragazza dagli occhi di perla, fino a quel istante non si era mai permessa di dire una cosa del genere, ma la nostra ragazza aveva sì le cuffie, ma da esse non uscivano nessun suono ergo aveva sentito ogni singola parola, e aveva deciso di darle una lezione, non sarebbe più stata al comodo di nessuno. Mentre le ragazze discutevano Ermas osservò in silenzio la scena, divertito da quel cambio repentino, infondo sapeva che non sarebbe stata la solita Larise ma bensì una persona più determinata, più forte, non si sarebbe fatta mettere i piedi in testa da nessuno. Lui lo sapeva e andava fiero di quel gesto, ma sapeva anche che Elisabeth era una dei ribelli e se trattava Larissa in quel modo lo faceva per spronarla, anche perché la battaglia con l'Artlas era imminente.

Ritornando alla discussione tra le due ragazze, Ermas si avvicinò a loro e mise una mano sopra la spalla di Elisabeth, lei si girò e annuì al ragazzo.

- Non mi conviene cimentare una discussione che non avrebbe fine, ora me ne vado ma non finisce qui Larissa –

Larissa la osservò andare via insieme al ragazzo dagli occhi smeraldo, i due si osservarono a lungo poi con un sorriso lo smeraldo proseguì per la sua strada, ella non riusciva a capire come una creatura così splendida potesse stare con una altrettanto odiosa e insipida, si perché secondo lei, Elisabeth era insipida come una di quelle verdure che se le mangi non hanno sapore; la fanciulla entrò nella sua classe e con gran stupore incontrò lo sguardo di due persone, una di queste era Evyn la sua compagna di banco che un tempo era la sua migliore amica, ma per un motivo o per un altro avevano finito con l'allontanarsi. L'altra persona invece era la sua ancora di salvezza, lo smeraldo in mezzo a quella marmaglia di persone che avevano altro per la testa, fu come sempre una battaglia di colori tra il verde smeraldo e l'avorio perla, una battaglia che non avrebbe avuto nessun vincitore.

Con passo lento e un po' impacciato Larissa arrivò al suo banco che fatalità della sorte era proprio a fianco ad Ermas che lei ancora non sapeva il suo nome, con delicatezza si sedette sulla sedia e appoggiò i gomiti sul banco guardando di tanto in tanto il ragazzo dai capelli corvini che le era affianco per poi abbassare subito lo sguardo con la paura di essere scoperta a far qualcosa di sbagliato. In quel momento Ermas intercettò i suoi sguardi e ammirò la sua bellezza, non poteva credere che il destino aveva fatto in modo che potevano essere così vicini ma anche così lontani poiché ella non aveva nessun ricordo di lui ma d'altronde era stato lui a decidere così, in caso contrario l'avrebbe messa in grave pericolo, l'Artlas non si sarebbe risparmiata questa volta ma confidava in Larissa nelle sue capacità, questa volta potevano contare non solo su di lei ma bensì su gli altri tre prescelti.

- Mestos e Armos non trovate interessante la mia lezione? Volete che vi porti un cappuccino? –

I due ragazzi si guardarono con sguardo complici e Larissa Mestos prese parola.

- Beh io vorrei una cioccolata con i mashmallow non so Armos che cosa vuole –

Larissa guardò Ermes aspettando una risposta mentre il professor Harkins si colorò di un rosso furente.

- Per me anche una cioccolata calda va benissimo, può portarci anche dei pasticcini con le scaglie di cioccolato bianco? In fretta grazie-

Harkins batté una mano sulla cattedra in modo da spaventare anche l'intera organizzazione dell'Artlas, per quanto tratteneva l'aria nei polmoni i due ragazzi pensarono che poteva scoppiare da un momento all'altro.

- Larissa Mestos, Ermas Armos in presidenza subito!! –

Tuonò quelle parole, l'avrebbero sentito anche gli studenti del primo piano, per quanto aveva gridato.

I due ragazzi si alzarono controvoglia e ridendo sotto i baffi per poi scomparire fuori dalla porta, fu proprio in quel momento quando giunsero nel corridoio che scoppiarono in una fragorosa risata.

- Non posso crederci che gli hai veramente risposto così, sei fenomenale. Comunque io sono Ermas piacere di fare la sua conoscenza miss? –

Larissa continuò a ridere senza sosta e quando si riprese gli porse la mano sorridente.

- Mi chiamo Larissa, Larissa Mestos, il piacere è tutto mio, beh lui me la servita s'un piatto d'argento, non posso farci nulla. –

Ermas le sorrise scuotendo la chioma corvina, per poi scoppiare a ridere udendo le parole della ragazza, riusciva ancora a sorprenderlo dopo tutto quel tempo, una parte del carattere che conosceva all'epoca le era rimasta, e lui fu più che felice di rivedere quella parte che tanto lo divertiva, anche all'epoca aveva un forte umorismo, ma quello di oggi batteva tutti i suoi caratteri similari precedenti.

- Non ti ho mai visto da queste parti,sei nuovo in città? –

Gli chiese Larissa, Ermas avrebbe tanto voluto dirgli di no, che la conosceva da sempre ma purtroppo non poteva scombinare l'arco ancestrale altrimenti anche il futuro poteva essere a rischio, e questo non poteva accadere.

Il ragazzo alzò le spalle, fissando un punto ben preciso verso di sé, le rispose:

- Si sono arrivato ieri in città, non conosco ancora nessuno qui, avrei bisogno di una guida –

Larissa a quelle parole lo guardò in modo circospetto e fermandosi, incrociò le braccia al petto guardandolo seriamente in quelle iridi color smeraldo

- Beh potresti sempre chiedere alla tua RAGAZZA –

Marchiò per bene le ultime parole, con una nota di gelosia in sottofondo anche se non ne aveva nessun motivo, non lo conosceva affatto perché doveva esserne gelosa? Però non poteva negare quel sentimento contrastante ai suoi pensieri.

Il ragazzo la guardò sorpreso e scoppiò in una fragorosa risata, lei pensò che non aveva mai sentito suono più bello, con quel timbro roco e seducente capace di ammaliare anche la persona più fredda al mondo.

- Cosa hai da ridere? –

Gli chiese emettendo un sonoro sbuffo, rimanendo in quella posizione.

- Davvero credi che Elisabeth è la mia ragazza? Sai ti facevo più intelligente. –

Le aveva dato della stupida? Si la aveva fatto, in quel momento Larissa sentiva una strana energia crescere in lei, il vento cominciava ad alzarsi furioso, i rami cominciarono a sbattere alle finestre della scuola, poi dopo un secondo tutto cessò e Ermas la guardò sorpreso, non si sarebbe mai immaginato un risveglio prima del previsto.

- Beh ho visto come vi eravate guardati, e chiunque vi avrebbe scambiato per fidanzati anche il più secchione della scuola, sappi che questa è l'ultima volta che mi dai della stupida, non mi faccio mettere i piedi in testa da Elisabeth figurati se me li faccio mettere da te. –

Disse furiosa, o almeno voleva essere furiosa ma c'era qualcosa che la frenava come un blocco delle emozioni, ma non sapeva come era possibile, invece Ermas lo sapeva bene perché era lui che aveva messo quel blocco.

- Non volevo darti della stupida, non era mia intenzione scusami, ora sarà meglio che andiamo dal preside. Comunque Elisabeth non è la mia ragazza. –

Larissa non disse niente, rilassò i muscoli delle braccia ed insieme a Ermas ripresero a camminare verso il male peggiori di tutti, il preside Horwath, e fu così e che con un silenzio abissale dopo quella intensa discussione si diressero in quel luogo temuto da tutti gli studenti.

La ragazza dagli occhi di perlaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora