Ancora no.

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ANCORA NO
-MARIO-

Le solite sere.

Quelle sere in cui ti senti vuoto, dove non ti senti a casa, anche se lo sei.

Quelle sere, le solite sere, sul divano, a guardare un punto fisso.

Le solite sere.

È da qualche mese che sono ridotto cosi, per amore, o meglio, per odio.

Non voglio e non devo ricordare tutto il dolore che ho dovuto subire, quanto è stato difficile per me vivere con questo peso addosso, e dopo averlo fatto cadere ha fatto ancora più male.

Sono le 23.40 e ho assolutamente bisogno di aria fresca, cosi corro in balcone, senza sigarette, solo con le lacrime che mi cadono veloci sul viso.

Mi appoggio alle ringhiere del balcone, respirando a fatica, e cercando di far scendere meno lacrime possibili, cercando di calmarmi.
Ma non riesco a fermarmi è più forte di me, è come se non riuscissi a controllare il mio corpo.

Rumori, solo rumori, che di certo non aiutano.
Persone che urlano per strada e clacson ogni secondo.
Questa è Roma.

Guardando la strada mi ritornano in mente tutte le cose che non vanno nella mia vita, e per un secondo, mentre guardo giù dal balcone, avrei solo voglia di lasciarmi andare.

Sento una voce accanto al mio balcone.

"ehi, amico, va tutto bene?"

giro la testa verso destra, e vedo un ragazzo, indossa una canottiera bianca e sta fumando, mi soffermo a guardarlo, con uno sguardo impaurito.

"si, tutto bene"

e perché dovrei dire ad uno sconosciuto il mio reale stato d'animo?

No, non va tutto bene, no.

"sei sicuro?" mi guarda per un attimo, e poi ricomincia a parlare.

"sono nuovo del palazzo, o almeno, è circa una settimana che vivo qui"

gli sorrido, un sorriso veloce, non reale, dopo qualche secondo scappo dentro casa.

Non so il reale motivo per cui l'ho fatto, ma non riesco neanche a pensarci che il mio campanello suona.

Uno, due, tre secondi, prendo un respiro e apro la porta.

È il ragazzo di prima, ora che è vicino a me posso notare i piccoli particolari.
Ha due occhi verdi, quasi sull'azzurro che brillano di una luce strana e ha le labbra particolarmente carnose.

È molto bello.

"mi hai lasciato a parlare da solo sul balcone" dice con tono scherzoso mentre mi sorride.

"scusa" riesco solo a dire, abbasso la testa, le lacrime vogliono scendere.

"Piacere, Claudio" mi allunga la mano per stringerla,
"Mario, piacere mio" dico, e accenno un sorriso.

"Posso entrare, Mario?"
"no, mi spiace Claudio, ora vorrei andare a dormire, e poi la mia casa è molto disordinata, magari un'altra volta" entrare in casa mia significa entrare nella mia vita, e nessuno è mai entrato oltre a me.

"se non vuoi che entri in casa tua, perché non vieni da me? Ho il vino, o la birra se preferisci.." non lo faccio finire, "birra? È proprio quello che mi serve ora" accenno un sorriso, "e che birra sia allora!"

devo farlo, devo, almeno per una sera, dimenticarmi di tutto.

* * *

Stavamo alla terza o quarta bottiglia per uno, io stavo ridendo e non me ne ero accorto fino a quando Claudio non mi disse: "Mario, stai ridendo! Finalmente!" lo urlò, mentre rideva anche lui.

E continuai a ridere, e come prima non avevo più il controllo del mio corpo, ma ora mi piaceva, è cosi tanto bello ridere.

Avevo appena conosciuto Claudio, e avevo appena conosciuto la bellissima sensazione che si prova a ridere con una persona.

Avevo appena conosciuto la serenità.

***
ciao a tutti! questa è in assoluto la mia prima storia su wattpad e in generale! quindi mi scuso per eventuali errori.
Questo è il primo capitolo di una, spero, lunga serie!
fatemi sapere cosa ne pensate😘
//aurora

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