Capitolo 1

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«Dimmelo. »

«No. »

«Dimmelo. »

«No. »

«Dai... perché non me lo dici? »

Anna sbuffò, si aggiustò la borsa sulla spalla e continuò a camminare imperterrita.

«Perché no. » Sibilò in faccia a Daniele. Quando non lo sentì alle sue spalle però, invece di proseguire sulla sua strada, fece il drastico errore di lanciare uno sguardo furtivo dietro di sé. Il sorriso sornione che le rivolse il suo ragazzo le fece alzare gli occhi al cielo.

«E va bene. Non me lo vuoi dire ma tanto sai che prima o poi lo scoprirò. »

Anna si costrinse a ingoiare un mezzo lamento. Era arrivato presto al nocciolo della questione. Sapeva che sarebbe successo, era inevitabile come il sorgere del sole. Daniele era una mastino per qualsiasi cosa. Se la questione poi riguardava lei diventava di una caparbietà sovraumana.

Perché non poteva semplicemente tenersi un segreto? Condividevano già tutto no? Lo squadrò mentre con le mani nelle tasche fischiettava allegramente come se non avesse alcun problema al mondo. Era bellissimo e la cosa peggiore era che sapeva di esserlo. Aveva i capelli lunghi, di una sfumatura marrone scuro ma non li teneva legati, si limitava a lasciarli sciolti così come crescevano senza cerimonie. Era magro ma muscoloso ma la cosa più impressionante erano i suoi occhi. Neri, ipnotici con uno sguardo che ti marchiava a fuoco per sempre. Dopo tanti anni insieme a lei mancava ancora il respiro ogni volta che la guardava in un certo modo. Anna notò lo sguardo ammirato che gli rivolse una ragazza lungo la strada. Spiacente signorina. E' già occupato, anzi è praticamente incatenato alla sottoscritta quindi smamma. Pensò incenerendo la poverina con un'occhiata. A Daniele non sfuggì quello scambio di sguardi. Gonfiando il petto soddisfatto, si voltò verso la ragazza e le fece l'occhiolino mandandola completamente nel pallone.

«Vuoi farmi incazzare vero? » sibilò Anna tra i denti.

Daniele le passò un braccio sulle spalle nel tentativo di calmarla e quando lei cercò di divincolarsi serrò ancora di più la stretta.

«Voglio solo sapere che cosa ti ha tenuta così impegnata negli ultimi dieci giorni da non avere tempo per me. »

Anna pestò i piedi a terra.

«Ti ho detto che non te lo dico, e se vuoi concludere la serata con la biondina...» disse facendo un cenno del capo alla ragazza lungo la strada. «Fai pure. » Schiumando di rabbia attraversò la strada imprecando contro gli uomini, contro il mondo, contro tutti, finché Daniele non la raggiunse ancora una volta.

«Sono solo curioso ...» iniziò a protestare ma quando vide che Anna proseguiva a testa bassa capì di aver oltrepassato i limiti.

«Va bene. Sono un cretino. Della biondina non me ne frega niente e lo sai. » Disse rincorrendola.

«Perché non ricominciamo tutto da capo? » Propose accelerando il passo per piazzarsi di fronte a lei e sbarrarle la strada.

Anna si spostò a destra e lui la imitò. Si spostò nella direzione opposta e quando se lo trovò di nuovo di fronte fu costretta ad alzare lo sguardo per guardarlo in faccia.

«Ciao amore» disse Daniele accompagnando il saluto con una delicata carezza al viso. «Come è andata la tua giornata? » Iniziò ad avvicinarsi al suo volto, lentamente, fino ad arrivare a un centimetro dalle sue labbra. Le stava chiedendo il permesso di baciarla e Anna per un istante fu tentata di ritrarsi. Lo avrebbe fatto se non fosse per il fatto che erano dieci giorni che bramava i suoi baci. Lui le era mancato, le sue labbra morbide le erano mancate. Lo desiderava, aveva bisogno di lui come dell'aria che respirava. Con un sospiro si arrese e, invece di ritrarsi gli si gettò fra le braccia.

Il morso della gelosiaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora