Capitolo 9

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Arrivato al piano terra sentii di non voler guidare, così decisi di far chiamare un taxi, ero stanco di aspettare ancora.

Dopo un lungo tragitto trafficato per le strade di Pearl St mi ritrovai subito davanti la porta del condominio. Un luogo inospitale e poco igienico nel quale, giusto all'ultimo piano sorgeva il mio appartamento. L'ascensore non era mai in funzione, non ho mai capito perché l'avessero costruito lì. Per questo motivo mi toccava salire la lunga rampa di scale a piedi il quale io arrivavo quasi sempre con la fronte grondante di sudore.

Questa volta però andò diversamente.

Salendo la gradinata con addosso un mal di testa che sembrava perforarmi il cervello, mi imbattei in un energumeno di 2 metri per 100 Kg di peso corporeo che sbraitava contro la moglie buttandola fuori di casa. Le urla erano come saette nelle mie orecchie, non li sopportavo più.

Salendo l'ultima rampa di scale arrivai alla porta del mio appartamento, forse il più ordinato del quartiere.

Entrando potevano essere individuate le 5 stanze all'interno: la cucina, la mia camera da letto con il grande guardaroba, il soggiorno, il bagno ed infine lo sgabuzzino nel quale tenevo qualsiasi tipo di cianfrusaglie.

Le mura dell'abitazione erano bianche, quasi asettiche e il mobilio, non di certo come quello dello studio, era abbastanza modesto.

In quel periodo non avevo molti soldi essendo solo un giovane associato, mio padre diceva sempre che il successo e le soddisfazioni sarebbero arrivate. Ma fino a quel giorno avrei dovuto addestrarmi alla dura fatica.

Arrivato sulla soglia di casa, chiusi la porta alle mie spalle e mi tolsi la giacca per poi appoggiarla delicatamente sul sofà bianco che mi ritrovavo in soggiorno.

In quel momento il mio unico desiderio era quello di stendermi su qualsivoglia superficie, così mi affrettai a prendere il cellulare per poi cadere rumorosamente sul letto matrimoniale.

In quel preciso istante il telefono mi era necessario per effettuare qualche chiamata al distretto di polizia più vicino. Volevo che almeno una voce registrata mi indicasse l'esatta posizione della Blake.

Ormai ero convinto, ci sarei andato l'indomani mattina. Avrei avvertito lo studio della mia assenza. La mia giustificazione fu molto semplice. Mi assentai per una questione di indisposizione, Peterson avrebbe capito sicuramente.

Tornando alle telefonate, per prima cosa chiamai la stazione di polizia accanto al City Hall. Una volta composto il numero, il classico segnale acustico mi risultava piuttosto frustrante, soprattutto in quella situazione.

Fortunatamente rispose un operatore della centrale: <<Salve, lei ha chiamato il centralino di polizia di City Hall, come posso esserle utile, signore?>>

Mi grattai il collo per un istante e poco dopo diedi la risposta <<Ehm si, buongiorno. Parla l'avvocato Hendrix della Hendrix & Peterson.

La sto contattando per fissare un colloquio pre processuale con la signorina Blake. Hanno affidato a me il caso>>

Lei rispose avendo un colpo di tosse <<Salve avvocato, in questo momento le linee delle altre stazioni di polizia sono occupate, le consiglio di riprovare oggi pomeriggio. Mi dispiac->>

Non le feci neanche finire la frase che dalla forte rabbia tirai un calcio piuttosto pesante ai sostegni in ferro del letto. La situazione non era delle migliori.

In quel caso avrei riprovato più tardi. Avrebbero dovuto darmi la risposta entro quel giorno.

Nello stesso momento però mi sarei dedicato a qualche ricerca sul web, mi avrebbe aiutato molto a trovare molte più risposte alle mie numerose domande. Successivamente mi alzai dal letto cercando di dirigermi verso il tavolo della cucina sul quale avevo poggiato il Macbook, così, subito dopo alla schermata di avvio mi indirizzai verso il motore di ricerca digitando sulla tastiera: "omicidio Rebecca Blake".

I risultati che uscirono fuori furono impressionanti. I quotidiani online scrivevano soltanto tutto ciò di cui già fossi a conoscenza, tranne un solo dettaglio; il luogo del delitto identificato dagli inquirenti.

Warren St, avrei dovuto tenermelo a mente, infatti, prendendo un post-it appoggiato al frigorifero e una matita riuscii ad annotare il luogo dell'accaduto.

Non avrei dovuto dimenticarlo, mi sarebbe servito in futuro.

Passai l'intero giorno a casa a pensare e cercare informazioni. Internet, la tv ed i giornali sembravano parlarne poco. Non sarei riuscito ad uscirne mentalmente illeso senza aver affrontato quel caso. Che io lo volessi o no, il mio momento di gloria doveva arrivare, anche se io lo capii soltanto dopo.

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