Capitolo Uno (L'inizio di tutto)

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Lui

In questa galassia ero intento a formare nuovi pianeti. Come tutti gli altri giorni, la mia monotona routine era fatta di creare e di distruggere.
Non che ci volesse un genio per fare tutto ciò, con uno schiocco delle dita prendevo masse gassose e asteroidi e li fondevo insieme.

La noia era l'unica mia fedele amica da quando mi autocreai dal nulla. Sono sempre stato solo non che mi dispiacesse, almeno credo, non avevo mai provato la compagnia di qualcun'altro.

Improvvisamente con la coda dell'occhio, mi accorsi che in questa galassia c'era un pianeta che non avevo mai modellato con le mie mani.
Era di un colore molto vivo, prettamente di un azzurro decisamente intenso, completamente diverso da quelli che plasmavo, i miei avevano tinte spente e fredde tendenti al grigio.

Adesso che ci pensavo, non era la prima volta che mi era balzato all'occhio un corpo celeste così particolare, nell'ultimo periodo erano presenti nuovi pianeti che io non avevo mai visto.

Decisi di verificare di persona che cos'erano causate queste anomalie.
Scesi su un punto a caso del pianeta. Mi guardai attorno, il corpo celeste era ricco di vegetazione con qualche sporadica chiazza d'acqua.
La sostanza verde e umida sotto i miei piedi nudi mi punzecchiava e solleticava i talloni.

Mi incamminai orientandomi nella fitta macchia verde, immergendomi tra le tortuose stradine di questo boschetto.
Il mio sesto senso mi suggeriva di avviarmi in quella direzione.

Vidi qualcosa muoversi in un praticello intorno agli alberi. Prontamente mi nascosi dietro a una pianta, dal tronco largo e tozzo che riusciva a coprire completamente la mia ingombrante figura.
Lì presente nella radura, c'era un ragazza addormentata, tutta circondata da viole del pensiero.

Aveva la pelle chiara e candida come la mia, le sue gote erano di roseo delicato, i suoi capelli erano di un biondo molto pallido con un piccolo ciuffetto sulla testa, emanava luce propria. Era piccola rispetto alla mia stazza e con forme morbide e accentuate. Indossava un abito lungo bianco. Era la cosa più bella che avessi mai visto, neanche se mi fossi messo d'impegno sarei stato in grado di riprodurre così tanta bellezza.

Quell'essere era molto diverso da me, sembrava delicato e puro. L'individuo si svegliò, si stropicciò gli occhi di un bel celeste. Mi venne un tuffo al cuore nel vedere quelle splendide biglie chiare.

Lei si stiracchiò le braccia e orientò il capo direttamente nella mia direzione. Sulle sue labbra sottili comparve un sorriso, la giovane si alzò e si incamminò imperterrita nel posto in cui avevo celato la mia presenza.

«Per quanto tempo hai in mente di rimanere nascosto? Finalmente ti sei accorto di me.»
La sua voce uscì sicura e limpida, la quale pervase tutto il mio corpo.
Era una creatura innocua.
In un attimo la raggiunsi per osservarla.
Scrutandola meglio notai che era molto più bassa di quanto pensassi.

Non incuteva timore, anzi tutt'altro, a differenza mia che ero munito di sporgenze lunghissime.
Le mie due zanne bianche fuoriuscivano prepotenti dal mio labbro superiore, rendendo la mia figura ancora più temibile comparata alla sua.

«Come ti chiami?» chiesi con tono minaccioso.
La biondina si mise la mano sul cuore dove aveva due sporgenze, dandomi l'idea che dovessero essere molto morbide.
«Io sono Angelica e tu chi sei?» mi guardò incuriosita.
«Io mi chiamo Leam, cosa sei?» mi resi conto che forse ero troppo diffidente e aggressivo.
«Un essere uguale a te» mi rispose in modo criptico.
«Una femmina» quella parola mi uscii spontanea dalle mie labbra, era perfetta per descrivere un esserino che sembrava così fragile.

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