Four

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Appena dentro la saletta Stiles fu investito dal chiacchiericcio rumoroso dei suoi compagni di squadra, chi scherzava e chi si lamentava del dolore ai muscoli. 

Derek si avvicinò al coach e Stiles li vide parlare per qualche istante prima che il ragazzo moro portasse la sua attenzione sui giocatori e ne richiamasse l'attenzione. 

Divise gli studenti in coppie e, essendo un gruppo di numero dispari, a Stiles toccò fare un trio con Scott e Isaac. 

"La tua alternativa è allenarti con me, cosa preferisci?" gli disse Derek quando l'umano si lamentò dei suoi due compagni. 

"Scott, Isaac, diamoci dentro!" esultò Stiles allontanandosi velocemente da Derek. 

"Come sospettavo," rispose atono quest'ultimo, alzando le sopracciglia e andando poi a consegnare le schede con gli esercizi a tutti gli studenti. 

I primi esercizi erano piuttosto semplici e fattibili anche per l'umano. Scott e Isaac si stavano davvero impegnando a  non usare la super forza mannara anche se ogni tanto Scott cedeva. 

Stiles lo aveva visto più volte girarsi di scatto nella direzione di Derek per poi sbuffare e alzare gli occhi al cielo. Quando Stiles lo guardò con le sopracciglia corrucciate, interrogativo, lui spiegò che Derek lo chiamava sottovoce per vedere se ancora aveva i sensi migliorati per via della licantropia e lui ci cascava ogni volta, girandosi per vedere cosa volesse. 

Durante la seconda ripetizione di tutti gli attrezzi, Isaac collassò per terra. Si lasciò scivolare giù lungo la parete fino a sedersi sul pavimento e poi stendersi. Era coperto di sudore, il respiro era corto, affannato e aveva le guance arrossate per via dello sforzo. Non solo Derek li stava facendo allenare da umani ma ogni volta che passava vicino a loro e buttava un occhio sul peso che stavano sollevando, si fermava per aumentarlo e flashava gli occhi rossi in modo che loro non avessero altra scelta se non assecondarlo. 

I suoi muscoli imploravano pietà, così come i suoi polmoni che sembravano non saper più svolgere il loro compito. 

"Come va, Isaac?" chiese Stiles dandogli una pacca sulla spalla e pentendosene subito dopo vedendo la mano fradicia. Se la asciugò velocemente sui pantaloni e tornò a guardare divertito il ragazzo semi-morto. 

"Come," cominciò il biondo ma si dovette subito fermare a riprendere fiato, "fai a," si sforzò di continuare, "essere ancora vivo?" riuscì a chiedere squadrando Stiles dalla testa ai piedi. 

L'umano era perfettamente in forma rispetto a lui. Un sottile strato di sudore gli imperlava la fronte ma per il resto era completamente asciutto, non aveva il fiato corto e nemmeno sembrava essere un minimo affaticato. 

"Bello non essere un licantropo e non dover per forza ascoltare l'Alfa, vero?" rispose lui sorridendo ampiamente. 

I due amici avevano sbagliato a non ascoltarlo e a chiamare Derek per gli allenamenti ma ciò non voleva dire che anche lui dovesse soffrire del loro stesso destino. Quindi adesso i ruoli si erano invertiti, Stiles aspettava che Derek andasse via per abbassare nuovamente il carico, gli occhi rossi del mannaro non avevano alcun effetto su di lui e quindi era libero di fare ciò che voleva - cercando di non farsi beccare, ovviamente. 

Anche Scott cominciava a dare i primi segni di sfinimento e, infatti, alla fine della seconda ripetizione di un esercizio per i bicipiti, si lasciò andare a terra accanto agli altri due, cercando di riprendere fiato e bevendo l'intero contenuto della sua bottiglietta d'acqua.

"Sai, Stiles," disse facendo un respiro profondo e schiarendosi la voce che era uscita rotta per via della fatica. "Avevi ragione, non è stata una buona idea chiamare Derek," confessò ed Isaac al suo fianco non potè fare altro che annuire dando ragione all'amico. 

"Meglio tardi che mai," gli disse Stiles mentre continuava a guardarlo fisso negli occhi. 

"Che c'è?" gli chiese Scott quando, dopo qualche istante, Stiles continuava a guardarlo come se si stesse aspettando qualcosa. 

"Oh niente, sto solo aspettando che ti metta in ginocchio a chiedermi scusa," fece spallucce l'umano e Isaac scoppiò a ridere, pentendosene subito quando una fitta alle costole lo colpì e lo fece smettere. 

Scott alzò gli occhi al cielo e gli lanciò l'asciugamano con cui si stava asciugando il sudore dal collo. Stiles, stranamente, ebbe i riflessi abbastanza pronti da schivarlo, riuscì ad alzarsi e a scappare via in tempo girandosi indietro a guardare Scott che ridacchiava. 

Mentre guardava indietro ovviamente non guardava in avanti - non aveva mica gli occhi dietro la testa! - ed infatti andò a sbattere addosso a qualcuno, quel qualcuno doveva ovviamente essere Derek che lo prese al volo prima che cadesse a terra. 

"Ci stiamo divertendo?" gli chiese alzando un sopracciglio e stringendo ancora di più la presa sulla sue spalle. 

"Un po'," rispose Stiles sbuffando una risata. Scrollò le spalle e si liberò dalla presa del maggiore. 

Derek si guardò intorno e, dopo essersi assicurato che nessuno stesse guardando dalla loro parte, cambiò il colore dei suoi occhi e tirò fuori le zanne, avvicinandosi a Stiles e ringhiando. 

"Solo perchè il mio potere da Alfa non ha alcun effetto su di te non vuol dire che tu possa fare ciò che vuoi," gli disse, la voce leggermente più bassa e modificata dalla trasformazione. 

Stiles, che intanto si era abbassato per sfuggire dalle grinfie del mannaro, deglutì rumorosamente e si schiarì la voce tornando dritto. "Torno... torno ad allenarmi," disse velocemente Stiles indicando con un pollice alle sue spalle dove Scott e Isaac erano rimasti e scappò via. 

Derek lo tenne fermo per una spalla però. "Facciamo così," cominciò poi lasciandolo andare fisicamente ma inchiodandolo con lo sguardo. "Visto che fai il furbo e io non posso controllarti sempre perchè ci sono anche altri studenti qui, ti fermi dopo gli allenamenti con me così facciamo sul serio," gli disse dandogli una pacca sulla spalla. 

Stiles era sul punto di ribellarsi quando il coach, alle sue spalle, li raggiunse e si congratulò con Derek per l'idea brillante

"Stilinski è un'ottima idea invece, servirà da lezione anche agli altri nullafacenti, se vedono che tu sei stato punito non lo faranno anche loro per la paura, è semplice," gli spiegò Finstock quando l'umano fece un verso di disaccordo e poi si lamentò con l'uomo. 

"Tu sei la povera vittima e in più lo hai provocato," gli disse il coach. "Poi sono sicuro che Derek ti avrebbe comunque beccato a non fare nulla visto che ti sta tenendo d'occhio dall'inizio degli allenamenti," spiegò a Stiles, inarcando le sopracciglia, prima di dare una pacca sulla spalla a Derek e andare via. 

Stiles sentì la punta delle orecchie scaldarsi a quella nuova informazione e non seppe spiegarsi nemmeno il perchè. 

"Vai," gli intimò Derek facendo un cenno con il mento ai due compagni che si stavano alzando dal pavimento e stavano tornando alle macchine per gli esercizi. 

Stiles fece vagare lo sguardo prima sui due amici e poi su Derek un paio di volte, la bocca che si apriva e si chiudeva senza sapere cosa dire. "Vai!" stavolta gli ordinò questo, spingendolo nella loro direzione. 

A.N.: buonasera ♡ questo capitolo è un po' inutile a mio parere hahaha ma spero vi sia piaciuto comunque! Il prossimo sarà l'ultimo purtroppo :/ 
Grazie mille a tutti quelli che hanno letto, votato e commentato la storia, come al solito :3 
Alla prossima ♡ Martina

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