2 - Knowledge

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"Ehi, signor Tomlinson, si sente meglio questa settimana?"

"Sì, grazie, grazie per averlo chiesto, Jonathan", risponde Louis, rivolgendo un piccolo sorriso al suo allievo.

"Sono stato piuttosto giù nel fine settimana, penso che fosse solo un raffreddore", finisce, infilando le sue cose nella borsa mentre gli altri studenti escono dall'auditorium.

Louis amava avere un buon rapporto con i suoi studenti, quindi quando aveva detto di essere l'insegnante preferito di tutti, non aveva torto - beh era l'insegnante preferito per gli studenti che frequentano la sua materia. Ha ancora una mentalità giovane ed è un ragazzo con il cuore di un bambino perché Louis odiava essere un adulto, ora - cosa avrebbe detto il piccolo Louis?

Così i suoi studenti sono il suo modo di sentirsi come se fosse ancora alla scuola superiore, nelle sue classi è più uno studente che un insegnante, in realtà. Quindi non era una menzogna che tutti si sentivano a proprio attorno a lui e Louis faceva del suo meglio affinché fosse così. Naturalmente c'erano ancora alcuni studenti che fingevano che gli piacesse o chi non ci andava d'accordo perché erano un po' problematici, ma poteva contarli sulle dita di una mano.

"Ce ne siamo accorti tutti venerdì. Settimana dura? "

"A lavoro più che altro. Ho dei piani per l'ultimo anno, perciò preparatevi", risponde Louis ghignando e Jonathan sembra eccitato per questo.

È il suo studente migliore, non si vergogna a dire che è uno dei suoi preferiti tra tutti gli anni. E' sempre gentile ed educato, loquace e pronto ad aiutare per tutto. Forse è quello con il quale in questi ultimi due mesi aveva creato un rapporto migliore.

"Coinvolgere anche gli altri quarti?"

"Sì, coinvolgerà tutti i più grandi. Non posso dirti cosa ho in mente, quindi non cercare di fare domande", scherza Louis, appoggiando il fianco al pianoforte in mezzo alla stanza.

"Capisco", dice il ragazzo dagli occhi verdi e Louis nota che stava sicuramente pensando di fare altre domande, che avrebbe impiegato tutta la sua pausa per rispondere, ma il suo sorriso svanisce e, beh, i suoi quindici minuti di pausa sarebbero andati sprecati comunque.

"Sigor Tomlinson?"

"Si?"

"Dice sempre che dovremmo parlare con qualcuno quando ci sentiamo un po' giù, giusto?", Louis annuisce, prestando attenzione al ragazzo bruno davanti a lui, gli occhi puntati sui piedi e Louis si sentì costretto a rispondere adeguatamente.

"Si, è quello ho sempre detto".

"Beh, lei è l'insegnante col quale parlo di più e mi sento più a mio agio...", inizia Jonathan:"e beh, non sto così bene ultimamente..."

"Ho alcuni minuti per ascoltare", dice Louis, ora appoggiato completamente al pianoforte e incrociando le braccia al petto.

"Non è niente di che, ma non ho nessuno con cui parlare. Beh... a parte i miei genitori, ma non mi stanno veramente ad ascoltare e sono probabilmente troppo stressati o impegnati per dedicarmi del tempo", Louis sente la sua espressione rilassata scivolargli via dal viso, facendosi serio e ascoltando attentamente:"quindi... erm, spero di non disturbarla, ma-"

"Jonathan, dai, sai che mi piace che tutti mi vediate come un amico. La lezione è finita, puoi parlare... per favore", dice Louis più dolcemente.

"Grazie", dice timidamente e finalmente incontra lo sguardo di Louis, spingendosi indietro i capelli dalla fronte e prendendo un respiro profondo.

"Ho discusso con il mio miglior amico venerdì e, cioè, so che è un po' infantile lamentarsi per questo,ma odio essere arrabbiato con lui. Di solito ci scusiamo l'un l'altro il giorno dopo, ma sono consapevole che questa volta non sarà così... è tipo, una cosa seria stavolta. Ce l'ho con me stesso per questo, ma non sono sicuro di chi sia la colpa... è strano stare così con lui e non è bello da affrontare", sospira tristemente e cade il silenzio nella stanza quando non continua. Louis sa che non spiegherà né aggiungerà altri dettagli.

built memories | l.s. | by fresharold - traduzione italianaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora