Louis si guarda intorno ed è tutto troppo buio, ma riesce comunque a vedere. Non ha né freddo né caldo, non è spaventato né rilassato, è lì e basta, non è nemmeno sicuro se stia respirando o meno. Non è attento ai dettagli, ma comincia a muovere i piedi e pensa di stare camminando con l'oscurità. Non riesce a dare un nome al posto in cui è, non lo riconosce, ma allo stesso tempo sa dov'è, sa com'è intorno a lui, forse è per questo che non presta attenzione ai dettagli.
Comincia a sentire qualcosa, in un primo momento sembra come se si accenda e spenga, campane che suonano o piccoli frammenti di vetro che si scontravano, tutto sembra così chiaro, ma così lontano, allora sembra acqua o pioggia che colpisce una pozzanghera. Si stropiccia gli occhi e quando li riapre per bene, vede una porta, sa dov'è ed ora ha paura. Ora ha i brividi. E' sempre la stessa cosa.
Vede delle luci provenire da sotto la porta, vorrebbe scappare, ma non ha controllo sul suo corpo, così allunga una mano e apre la porta.
Sapeva che sarebbe successo.
E' in un bagno, lo riconosce, ma è tutto diverso. Le mattonelle sono marrone chiaro, ma sa bene che sono bianche, lo spazio sembra piccolo, ma sa bene anche che è piuttosto grande, c'è un piccolo specchio con una luce vicino, ma sa che anche lo specchio è più grande e con una luce sopra.
In questo momento ha lasciato il suo corpo e vede se stesso da fuori entrare e girarsi per guardare nell'angolo. Guarda il suo corpo giovane quasi con tristezza, spaventato per la sua stessa pelle, sapendo cosa ci fosse in quella mente da adolescente nonostante ormai non fosse più lui.
Vede la stessa cosa che probabilmente vede il Louis diciottenne. Un piccolo ragazzo seduto sul pavimento, il respiro irregolare e pesante, che piange e con un asciugamano bianco e rosso accanto. Louis vede se stesso avvicinarsi e accucciarsi accanto all'altro ragazzino. Vede la sua mano toccare la spalla del ragazzo.
Guarda su. Harry guarda Louis, gli occhi gonfi e umidi, la faccia livida, le labbra tremanti e i capelli scomposti.
"Harry...", sussurra il giovane Louis, la voce strozzata in gola.
"Mi sono ferito", Louis sa che è Harry, lo immagina così, ma nei suoi tratti c'è qualcosa che non va, è lui, ma allo stesso tempo non lo è:"mi sono ferito, Louis", ripete Harry e tira su le braccia con il sangue che colava giù. Louis non vede la ferita, non vede niente, ma c'è del sangue che viene fuori da qualche parte perché ne esce sempre di più. Le mattonelle sono bianche adesso, ma il sangue le sta riempiendo.
"No..."
"Mi dispiace", Harry continua a piangere mentre il giovane Louis rimane a guardarlo. Quello più grande, quello del presente guarda la scena, sente le loro voci ed altre che sussurrano da dietro di lui. Non le riconosce.
"Tu stai bene. Sei con me. Sono qui", Louis piange, la voce che si fa più forte. Louis di adesso vorrebbe portarli via da lì, ma il suo compito è di stare lì e guardare. Non gli è permesso muoversi. Non può aiutarli, nonostante voglia.
Lo vuole così tanto.
Ma sa cosa sta per succedere, sa come sarebbe finita.
"Ma tu non mi hai fermato. Tu non c'eri", dice Harry senza anima, la voce che ovviamente sta cambiando e gli occhi focalizzati sul viso di Louis, anche il suo colore sta cambiando. Sono neri e nonostante fosse paralizzato e fosse quasi spaventoso, il suo pianto disperato non si arresta.
"No. Sono qui adesso. Voglio aiutarti. Per favore fai il bravo. Lascia che ti aiuti", la foce di Louis sfuma, le mani che si muovono nell'aria solo perché se dovesse toccare Harry, si sarebbe fatto male e si sarebbe bruciato.
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built memories | l.s. | by fresharold - traduzione italiana
FanfictionSequel di "Lost memories" "Era stata una cometa. Il ragazzo vide la cometa e si sentì come se la sua vita avesse un significato. E quando era passata, aspettò tutta la sua vita per il suo ritorno. Era stata più che una cometa per tutto ciò che aveva...