Capitolo III

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All'ora di pranzo vado con Yuko nel giardino dell'università, ma scorgo in un angolo Orochi con un amico.

- Yuko, perdonami, ma... -

- Vai tranquilla, è bene che tu gli spieghi meglio tutto. - mi sorride.

- Grazie mille, poi ti racconto come va. -

Dopo un suo assenso mi dirigo verso il mio ragazzo.

Oggi, non appena mi sono svegliata, ho deciso di parlare con Orochi di ieri.

Devo dirgli cosa penso del festeggiare i mesi e voglio trovare un compromesso con lui.

- Orochi, ciao. Come stai? - lo saluto appena mi ci trovo di fronte.

- Oh, Shiori ciao. Bene, tu? -

- Bene, ma... potrei parlarti un attimo? - mi molleggio in ansia sul posto.

- Veramente... ora dovrei tornare a lezione. -

- Ah... allora, questo pomeriggio ti va di uscire? - insisto ancora.

Devo proprio parlarne o continuerò a sentirmi così.

- Questo pomeriggio studio, ma... cosa dici se stasera ceniamo insieme? A casa tua? -

- A casa mia? - chiedo confusa.

Ho chiesto più volte ad Orochi di cenare da me, ma è accaduto così raramente di ottenere una risposta positiva.

Strano che sia lui a proporlo.

Forse sta cercando di andarmi in contro dopo ciò che è successo ieri?

Uhm... promette bene allora.

- Sì, non ti va? -

- Al contrario. Non vedo l'ora! - sorrido emozionata e speranzosa.

Non appena arriva il fatidico momento sono tutta agitata.

- Shio, calmati. Andrà tutto bene. - Hiro cerca di farmi tranquillizzare.

Come al solito è venuto a mangiare da me e, da come si comporta, è completamente normale.

A quanto pare solo io mi preoccupavo dopo il nostro discorso.

Va beh... meglio così.

- Lo so, solo che... gli piacerà il menù? - inizio a dondolarmi davanti al forno.

- Se non gli piace il tuo arrosto è meglio portarlo da un dottore, uno bravo perché a nessuno, con papille gustative sane, può non piacere. -

Quasi scoppio a ridere - Ma cosa?! Che esagerato. -

- Affatto, lo sai che il tuo arrosto è tra i miei piatti preferiti. -

- Lo so, ma tu sei di parte. Mi diresti che è ottimo anche se facesse schifo. -

- Senti, non è più come all'inizio. Quando hai cominciato a cucinare con tua madre facevi dei piatti davvero... particolari? -

- Dì pure orripilanti. Sei davvero stato troppo cortese a quel tempo. -

- È il passato. Ora cucini bene quasi quanto mia nonna. -

- Beh... in fondo mi ha insegnato lei molte cose, no? - sorrido ricordando il periodo.

Mamma non è mai stata un granché a cucinare e per questo pure i miei piatti non erano affatto buoni.

Un giorno Hiro tornò a casa con un bento preparato da me e sua nonna, che viveva con loro, assaggiò il contenuto contro il volere del mio amico.

L'Amore Vicino A MeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora