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7 anni prima...

Chiudo gli occhi. Il vento fra i capelli. Tengo sospese le braccia come farebbe un uccello pronto a spiccare il volo. Due esseri in un solo battito. Siamo pronti. Siamo pronti anche noi per... volare!
Comincio a sentire i suoi passi farsi sempre più veloci, al ritmo di quel solo e unico bum-bum che ci lega, quasi ci fonde, l'una all' altra. Sento che ci stiamo avvicinando alla meta, mi preparo a questa sensazione indescrivibile che potrebbe farmi esplodere dall' euforia, ma penso che non ce ne sia più bisogno: stiamo già volando. Lo capisco non perché ho aperto gli occhi, ma per il fatto che adesso il solo rumore che sento è quello della libertà; è durato appena un attimo, ma è come se lo avessi vissuto guardando una registrazione al rallentatore: non esisteva più la cognizione del tempo...
Una volta atterrati riapro gli occhi: un sorriso di grande meraviglia mi si stampa sulla faccia.
Chissà se continuando così, io e Arya vinceremo le nazionali!
Già lo immagino:
" ... e al primo posto per eleganza, coordinazione e per aver concluso l' intero percorso in modo impeccabile e nel minor tempo... Arya montata da Hannah Luison" ( seguito da applausi,urla di gioia, fiori e medaglie). Che emozione!
Ma a quanto ti cammina il cervello, ragazza mia!? , mi rimproverai, reimboccando il sentiero che ci avrebbe riportate presto sulla strada principale per poi tornare alla scuderia. 

Era proprio una bella giornata, una di quelle in cui ti viene voglia di ricevere una bella notizia o magari di mangiare una "iper-mega-super bomba atomica alla nocciola" della signora Pessilton. Adoro quella donna: fa il miglior gelato di tutto il paese e non sapete quanto pagherei per poter vivere lì 25 ore su 24!!! Ho l'acquolina in bocca... mmh... Ma, per adesso,  devo accontentarmi soltanto di un'oretta al pomeriggio... peccato.

Mentre sono immersa in questi miei consueti pensieri o meglio conosciuti come " i miei strappi alla realtà", Arya si ferma e, con un suo nitrito, ritorno in me- penso abbia capito che, in quel momento, non mi trovavo esattamente lì. Cerco di non immaginare l' espressione della mia faccia in quest' istante... sarà di sicuro una del tipo: " Si, sono qui, non ho fatto niente, non ero distratta"...si, come no!?
Cerco di abbozzare un sorrisino di scuse e lei, scuotendo la testa e sbuffando, riprende a camminare. Tosta la ragazza, eh?

Prendo un respiro profondo e socchiudo le palpebre: sembra che il bosco e tutti quelli che lo abitano stiano... facendo musica. Alternati ai passi di Arya, infatti, ci sono le foglie spostate dalla leggera brezza, lo sbattere d' ali di un uccellino, il martellare del picchio contro la corteccia di un albero...e poi, come per incanto, anche le mie labbra si muovono per produrre una melodia che va al ritmo di quell' improvvisazione piuttosto insolita.

Nel frattempo siamo già usciti da quel luogo così palesemente ipnotico e, dato che è pomeriggio, dove mi porterà la mia Arya prima di tornare a casa? Mmh... fatemici pensare... ma certo! Nel posto dove la mia vita sociale tornerà ad avere un senso... la gelateria della signora Pessilton!!!
Mi piego in avanti e avvicino la mia bocca al suo orecchio per sussurrarle le sue paroline preferite: " È il tuo momento Arya, vai!". Stringo forte le redini e la corsa ha inizio: siamo parte del vento adesso, impetuoso e irraggiungibile.

Finalmente arrivate! Scendo dalla sella e lego Ary al paletto che regge l'insegna del negozio.
Salgo quei pochi scalini che sopraelevano la struttura ridipinta da poco del suo colore originale che si era già  sbiadito: rosso carminio, con l' aggiunta di sottili rifiniture in bianco che danno un tocco in più.
Saluto i clienti seduti ai tavolini sulla piccola verandina con un semplice " buona sera" che viene ricambiato e attraverso la tenda che cerca di impedire alle mosche di entrare. Chi non le odia?
Appena entrata, il piacere provocato dall' aria condizionata che rinfresca il locale mi fa sospirare.
-" Hannah!"
-"Buon pomeriggio signora Pessilton!"
-"Il solito?" mi dice provocandomi e facendomi l' occhiolino.
-"Il solito."
Osservo impaziente i suoi  movimenti mentre prepara il mio " solito"- o " iper-mega-super bomba atomica alla nocciola"- e sento il mio stomaco brontolare.
-"Vedo che non cambi mai. Ti fa sempre questo effetto?"
-"Già. Come può notare."
-"Eccola" dice porgendomela.
-"Grazie" e dopo aver dato il primo morso: -"È cambiata lei per caso?".
-" Esatto! Ma dimmi come ti sembra: meglio... o peggio?".
Prima di rispondere prendo un attimo di riflessione: la mia mente sta pianificando un adorabile scherzetto innocente...
-"Mmh... di certo le prime erano state le mie preferite", dissi accompagnando quelle parole con una smorfia che faceva pensare a tutto tranne al fatto che quella nuova proposta fosse " da leccarsi i baffi".
-"Lo sapevo! Non ti piace".
-"Con le nocciole tostate, il profumo inconfondibile...".
-"Non ti preoccupare, boccierò questa nuova ricetta".
-"Ma questa... è super favolosamente fantastica!!! C' è anche il caramello!".
-"Oh Hannah! Se lo dici tu!".
Due sonore risate invasero la stanza soffocando la voce che proveniva dalla radio accesa.
Mi sa che ormai sono diventata l'assaggiatrice ufficiale dei gelati Pessilton!

Quel giorno non mi fece pagare; insistii più di una volta ma inutilmente. Non mi restava altro che ringraziarla ed uscii salutandola affettuosamente.

Nonostante il venticello, faceva sempre troppo caldo fuori: dopotutto ero appena uscita da un congelatore! Saltai nuovamente in groppa ad Arya e cominciammo ad incamminarci verso le Scuderie Luison.

Un enorme arco mi avverte che siamo arrivate a destinazione e  davanti a me si apre il solito scenario di un  interminabile via vai di stallieri e cavalli da un angolo all' altro della scuderia.
È sempre piacevole, comunque: infondo, è pur sempre casa mia.

Superato l'arco, tutti ci salutano e ci danno il " bentornato" - non penso sia il caso: siamo state via soltanto... beh... (controllo l'orologio da escursione) cinque ore... okay: è il caso. Ad un certo punto sono costretta a frenare Arya perché mi si piomba davanti Bob, braccio destro di papà. Ansimando per la corsa, mi avverte che mio padre ha l' urgenza di vedermi. Ma non ho tempo adesso. Sono a conoscenza dell'esistenza di almeno una ventina di stallieri, ma non mi va di affidare loro Arya.

La conduco nel suo box, perfetto come sempre: la paglia fresca sparsa per terra e il fieno profumato adagiato in un angolo; l'acqua, limpida e fredda ( proprio quella che ci vuole con queste calde giornate estive!), è la prima ad attrarre la sua attenzione, mentre io le tolgo la sella di dosso, la testiera e i pettorali: sembra anche più bella adesso.

Presi a spazzolarla, proprio come piace a lei e, infondo, anche a me: rappresenta il momento più rilassante della giornata.
I raggi del sole, sul far del tramonto, penetravano piacevolmente nell' interno della stanza, rendendo quegli attimi ancora più magici.
La grande spazzola correva sotto la lunga criniera nera che solleticava il dorso della mia mano e continuava a sistemare ogni microbo ciuffetto di pelo che era rimasto fuori posto dopo aver tolto i finimenti.
Finito di spazzolare, decido di acconciarla con delle trecce: dal piccolo scaffale appena fuori il box prendo il pettine e gli elasticini colorati e, tra le varie possibilità che ho su come abbinare i colori, scelgo quella "dell'arcobaleno".

Prima di cominciare, metto le cuffie alle orecchie, quelle nuove che mi ha regalato Robin, il sostituto del povero stalliere Bill che, per un brutto incidente, è finito all' ospedale. I medici dicono che gli toccherà stare al riposo per un pò; un pò tanto aggiungerei io... Così, due settimane fa, papà è sceso in paese per delle compere e, mentre parlava del più e del meno con il proprietario del negozio, un suo caro amico, gli uscì di bocca lo spiacevole destino che era toccato a Bill. Subito l' uomo si offrì di aiutare mio padre incaricandosi di trovare il sostituto perfetto. Non aveva tanto da cercare dato che sapeva già chi mandare... suo nipote Robin appunto. Un ragazzo di 17 anni, alto, capelli ribelli, occhi neri e forte abbastanza ( forse anche un pò di più) per poter svolgere al meglio il " lavoretto " che gli sarebbe toccato per l' estate.

Do il via al mio " concerto live " personale premendo play e, senza nemmeno accorgermene, sto già cantando sottovoce. Me ne rendo conto soltanto quando il mio sguardo cade sugli occhi chiusi di Arya: succede sempre quando canto e soprattutto quando la canzone è di suo gradimento.

Arya è stata, è e sarà sempre la mia prima, unica e vera amica.
Mi prendo cura di lei come se non avessi altro di meglio da fare, il che è vero.
Arya, infatti, è tutto per me: è amica, sì, ma è anche sorella, è divertimento assicurato, è  responsabilitá, è impegno, è studio, è mettere in pratica, è... il riassunto della mia vita degli ultimi tre anni♡.

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