Fulvio continuò i test, ma procedette con sempre maggior cautela. Il rischio di essere scoperto era altissimo. Insieme all'ipotesi di un'improvvisa epidemia, si era subito diffusa quella di un pazzo o di una banda di zingari che girava le strade del paese a offrire cibo avvelenato agli animali. Ogni abitante, anche quelli senza animali domestici, si mise in allarme, pronto con mazze e scacciacani a cogliere sul fatto il disgraziato untore. Solo dopo dieci giorni, l'allarme cominciò a rientrare e Fulvio poté riprendere i suoi esperimenti. Ricontrollò i composti e alla fine decise che tre pozioni su cinque facevano al caso. Il loro effetto era devastante: morte secca in poco più di trenta ore. Certo si trattava solo di stupidi quadrupedi pelosi, ma la speranza era che lo stesso meraviglioso risultato (magari anche meglio, visto che il metabolismo umano era più accelerato) si potesse raggiungere anche con gli odiati bipedi della vecchia Zerbo. Il problema, tuttavia, rimaneva come scegliere il primo soggetto col quale procedere con il test.
Un tardo pomeriggio con il sole calato in anticipo sotto il profilo dei tetti, e annunciato dal risveglio stentato del cicalino, apparve sorridente la soluzione.
– Buongiorno, signore. Posso vedere cos'ha di buono nel suo negozio? – disse lo sconosciuto. Era un nero. Doveva essere, rifletté Fulvio, uno dei profughi ospitati nella casa accanto alla parrocchia. Di solito entravano per acquistare pane e biscotti. Pochi euro. Meglio di niente. Non aveva mai avuto problemi con loro, a parte l'odore che lasciavano. Per fortuna, stavano poco, parlavano ancora meno e non chiedevano mai di fargli credito. Questo parlava piuttosto bene, per essere un africano.
– Faccia pure – disse Fulvio.
Il nero aveva un'aria strana. Si mise a passare in rassegna gli scaffali, quasi fosse davvero interessato, ma senza mai fermarsi a prendere nulla. Fulvio provò a interessarsi ad altro, ma quel tizio lo incuriosiva. Da come si muoveva era evidente che fosse lì per qualcosa di preciso.
– Mi chiamo Joseph – disse al termine del giro – sono arrivato oggi a Zerbo.
Aveva la faccia da brava persona e gli occhi luminosi. E, davvero, non parlava come un nero.
– Mi fermerò per un po', non so ancora quanto. Magari verrò qui da lei a fare la spesa, che ne dice?
– Sono qui apposta. Vive anche lei nella comunità per immigrati?
– Oh, no. Ho degli affari da sbrigare. Non sono di qui. Ho preso una casa in affitto per qualche settimana. Mi avevano proposto di stare in albergo, ma preferisco alloggiare tranquillo, da solo. Devo svolgere una consulenza per una piccola impresa locale.
Era davvero strano questo tizio. Acquistò pane, latte, uova e una confezione di yogurt. E così fece ogni giorno per una settimana, alla fine della quale Fulvio iniziò a considerare seriamente l'ipotesi che il signor Joseph potesse essere la cavia perfetta.
Ci pensò a lungo, ma uno dopo l'altro i dubbi svanirono come brina al sole. Il nero era uno sconosciuto. A quanto diceva, persino scapolo. Nessuno avrebbe sofferto la sua scomparsa. In caso di controlli, avrebbero scoperto che era stato falciato da un malessere improvviso. Per Fulvio l'arrivo di quest'uomo era stato un vero e proprio segno del destino.
Fulvio iniziò dal pane.
Il giorno dopo averglielo servito, tuttavia, Joseph arrivò come d'abitudine alle sei meno un quarto del pomeriggio. Il cicalino avvisò del suo ingresso.
– Buongiorno signor Fulvio – disse Joseph con voce squillante.
Stava bene, sorrideva.
Com'era possibile? Di certo non aveva mangiato il pane avvelenato.
– Signor Fulvio, ottimo il pugliese che mi ha dato ieri – disse invece il nero. – Non ho saputo resistere, l'ho finito quasi tutto ieri sera, l'ultimo pezzo stamattina a colazione col latte. È una vecchia abitudine che ho fin da piccolo. Non mi sono mai piaciuti i biscotti. Solo pane e latte.
– Ottima abitudine – disse Fulvio sconsolato.
Incredibile, il primo tentativo era stato un totale fallimento. Pensare che per andare sul sicuro aveva iniziato con uno dei più potenti: il pesto di fiori di oleandro.
Dove aveva sbagliato?
(continua)
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Anima buona
Mystery / ThrillerLa solitudine e il fallimento possono condurre un uomo alla follia, a credere che tutta una comunità stia tramando contro di lui, e così convincerlo che l'unica via di riscatto e vendetta, sia la più orribile e inaccettabile delle azioni che un uomo...