Akane Tendo fissò il cielo oltre la sua finestra con aria delusa. Quella mattina d'estate pioveva a dirotto: gocce di pioggia grosse come monete cadevano sui tetti delle case, sugli alberi, su tutto ciò che occupava il suolo di Tokyo in quel momento. Ogni tanto poteva udire qualche tuono, in lontananza... troppo distanti perché potesse averne paura.
Akane sospirò, mentre un pensiero le attraversava il cervello attenuando la delusione. Pioveva così anche quel giorno... il giorno in cui due strani tipi venuti dalla Cina erano entrati all'improvviso nella sua vita, stravolgendola.
La pioggia le aveva portato Ranma Saotome in casa.
« Bah » borbottò, non appena il pensiero divenne noioso. Così Akane si alzò dal letto e uscì dalla camera, pronta a fare colazione.
Trovò la famiglia al gran completo in cucina, tutti riuniti intorno al tavolo: suo padre Soun, le sorelle maggiori Kasumi e Nabiki, e il signor Genma Saotome. Solo Ranma non era presente... che fosse ancora a letto?
« Buongiorno » disse Akane con gentilezza. Quando si avvicinò al tavolo, tuttavia, si accorse che c'era qualcosa di strano. I suoi familiari e Genma non avevano affatto l'aria allegra, e le rivolsero uno sguardo carico di tristezza.
« Va tutto bene? Che succede? »
Suo padre le venne incontro, porgendole con aria funerea una lettera. Akane immaginò che fosse quella l'origine di tanto malumore in quella cucina... doveva trattarsi senza dubbio di una brutta notizia. A rendere il tutto più inquietante, era il secondo oggetto che turbava l'animo di tutti i presenti, preso in mano da Akane insieme alla lettera: il codino di Ranma, tagliato di netto con qualche tipo di lama.
Il suo cuore ebbe un tuffo. Pregando che non fosse accaduto nulla di irreparabile a quello stupido, cominciò a leggere.
Quando leggerete questa lettera, sarà troppo tardi. Ho pensato a lungo a questa possibilità, e finalmente ho deciso di compiere il passo che non ho mai osato fare prima di questa notte. Non posso più restare con voi. Sono stanco di tutte quelle persone e di quegli eventi che hanno cercato di segnare il mio futuro in questi anni. E ora che finalmente sono libero dalla maledizione, sarò in grado di vivere la vita che desidero.
La ragazza con il codino non esiste più.
Signor Tendo, Kasumi, Nabiki... siete stati molto gentili con me, nonostante tutto, e vi ringrazio per tutto quello che avete fatto per me.
Papà... mi hai reso davvero forte, e te ne sarò grato per sempre. Spero che anche tu possa spezzare la maledizione un giorno, come è successo a me.
Akane... sei stata molto importante per me, non ti dimenticherò. Ora vivi la tua vita come più desideri, senza avere uno stupido come me tra i piedi.
Non cercatemi, perché non mi troverete. Io non tornerò indietro.
Addio.Ranma
Akane lesse e rilesse la lettera, diventando sempre più incredula ad ogni riga. Quando non riuscì più a sopportarlo, voltò le spalle a tutti e uscì dalla cucina, tornando al piano superiore in fretta e furia. Raggiunse la camera di Ranma e aprì la porta con violenza, aspettandosi di trovarlo ancora a letto: ma la verità era un'altra... la stessa descritta nella lettera che ancora stringeva in mano.
La camera era vuota, svuotata di gran parte delle cose appartenute al ragazzo. Ranma doveva aver fatto i bagagli durante la notte, per poi lasciare casa Tendo indisturbato... incurante di tutto ciò che aveva deciso di lasciarsi alle spalle.
Akane non riusciva a crederci, non ancora. Perciò tornò di corsa al piano di sotto e uscì fuori, senza preoccuparsi della pioggia che ancora si abbatteva sulla città.
« Akane! » disse suo padre alle sue spalle, ma lo ignorò. Lei continuava a guardarsi intorno: percorreva ogni parte del vasto giardino con lo sguardo, sperando ancora di vederlo entro quelle mura.
Tutto inutile.
Akane si piegò sulle ginocchia, ormai al limite. Grosse lacrime sbucarono dai suoi occhi, confondendosi con le gocce di pioggia che le bagnavano il viso. La verità l'aveva infine conquistata, facendole più male di quanto volesse ammettere.
La pioggia le aveva portato Ranma Saotome in casa... e ora glielo aveva portato via.
« Ranma... » singhiozzò, disperata. « Tu... stupido... SEI UNO STUPIDO! »
STAI LEGGENDO
Ranma 1/2 - Rinunciare a tutto
FanfictionLa maledizione che lo aveva afflitto per anni era ormai svanita. Era trascorso più di un anno, ma Ranma sorrideva ancora compiaciuto ogni volta che si bagnava con l'acqua fredda senza subire alcuna trasformazione. Si sentiva felice come non mai, all...