Capitolo 1

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Sono da poco passate le due di notte e il cielo ormai oscuro immerge tutto in un alone di mistero, mentre le radiose stelle gli impediscono di consumare la poca luce rimasta. Le tende della finestra in camera mia danzano a ritmo del vento mentre le osservo e riuscendo a immaginare il mondo fuori da qui, penso a quelle anime perse che mentre tutti dormono vagano ancora per le buie vie della città.

Da circa 9 anni abito insieme ai miei genitori adottivi, in un quartiere benestante e circondato da villette a schiera dove tutti cononoscono tutti.

I servizi sociali mi hanno allontanata dai miei veri genitori quando ero appena una neonata, il vero andamento della storia non lo conosco nei dettagli, nei miei fascicoli c'era solo scritto che dopo molteplici incidenti e denunce da parte dei vicini la polizia è intervenuta. Così mentre loro sono stati mandati in un centro di recupero, io sono entrata in affidamento e successivamente dopo molti traslochi e affidamenti sono stata adottata da questa splendida coppia, i Ryan.

Bethany Ryan e Malcolm Ryan sono sposati da 18 anni, non cambierei niente nella mia vita, grazie a loro ho imparato quanto la vita debba essere vissuta per intero, mi insegnarono che l'unico tipo potere esistente è la conoscenza piè sai e meglio è. Diciamo che i miei genitori sono anche i miei idoli da seguire loro rappresentano tutto il bello.Mi insegnano che l'amore esiste veramente e che se trovi la persona giusta non importa dopo quanti anni di matrimonio la scintilla non si spegne mai, alcune volte mi mandano apposta al cinema o a dormire da amiche per lasciarli a casa da soli. Purtroppo la vita non gli ha dato tutto, solo compiendo i dieci anni e dopo le continue richieste da parte mia di ricevere per natale una sorellina mi spiegarono che purtroppo loro non potevano avere figli loro e essendo sempre occupati con il lavoro negli ultimi anni non se la sentivano di adottare qualcun altro.

Mi presento sono Maggie Ryan e sinceramente adoro questo nome, mi rappresenta al completo, tutte le mie artiste preferite sono chiamate nello stesso modo, Maggie Smith la Sig. McGranitt la capo dormitorio Grifondoro oppure Maggie Q l'attrice di Nikita e altre serie stupende se non conoscete le sue serie potete anche smettere di leggere la mia storia, non è una richiesta è un ordine.

Tornando a me, io frequento il terzo anno alla St. Catherin High School, forse la scuola più stupida della nazione, un classico con Atleti Pompati, Cheerleader Snob e Secchioni alla base della catena alimentare, il problema è che io non rientro in nessuna di queste categorie, faccio parte di una catena a parte decisamente la meno irrilevante fra tutte, composta da caratteri introversi e silenziosi, non abbastanza belli da essere degni di nota nè abbastanza brutti da classificarsi come sgorbi, quelli di cui nessuno sà nulla e sul quale chiunque può costruire congetture, anche i Secchioni.

Sono certa di non essere l'unica che a sedici anni si sente diversa, un pesce fuor d'acqua con interessi o capacità singolari che ti fanno sentire ancor più sola in una società che nuota in un mare di conformismo apparente. Potete chiamarla pubertà, adolescenza e blahblahblah gli adulti direbbero che è una fase difficile nel quale non sappiamo chi essere o cosa vogliamo diventare, io trovo proprio questo il problema non voglio definirmi in un soggetto scelto per me dalla società, un soggetto nel quale vieni costretto a diventare la persona del quale loro hanno bisogno, costretto ad andare nell'università che ti accetta, costretto dalle persone, dai media e dai social media che ti circondano e influenzano inconsciamente anche le più piccole decisioni che fai, costretto dal guadagno che hai.Poi diventi quella persona per sempre finché arriverà un giorno nel quale ti renderai conto di aver sprecato la tua vita intera a fare una cosa che non ti piace una cosa che non ti rende felice e in quell esatto momento capirai che è troppo tardi per cambiare perché per la società sei troppo grande per cambiare mestiere, non hai abbastanza esperienze oppure non conosci le nuove tendenze o tecnologie.

Ora smettiamo con il melodrammatico e torniamo a me, io non voglio tutto ciò, io voglio vivere la mia vita come un artista, riempire la mia vita di colori, sfumature e ombre.La cosa più importante è che voglio essere felice, stare bene mentalmente e fisicamente voglio che quando arrivi la mia ora di lasciare questo mondo e ritrovandomi a ripensare alla mia vinta mi piacerebbe sentirmi fiera, fiera di quello che ho fatto, fiera delle decisioni che ho preso e fiera di quello che ho vissuto in poche parole non voglio avere rimpianti .

Ora torniamo alla mia vita nella High School. Gli amici sono un bene necessario per la sopravvivenza in questo posto, ma una appena arrivata e che cambia spesso scuola che chances ha di trovare amici se le uniche persone con il quale converso sono i dipendenti della scuola ?

Non ci sono molte persone in questo posto che sappiano richiamare le mie attenzioni. Per mia fortuna però non sono totalmente sola, si da il caso che uno dei più cari amici di famiglia abbia un figlio che frequenta il quarto anno nella mia stessa scuola di nome Jason.

Jason è il figlio maggiore del Sig. Easton, un imprenditore di successo che conosco da quando ne ho memoria è venuto a tutte le feste e occasioni organizzate dalla mia famiglia e ha sempre raccontato dei suoi figli con fierezza ed orgoglio, però purtroppo non è mai riuscito a portarli con se, quindi potete dire che io conosca Jason e gli altri fratelli dall'infanzia, ma questo loro non lo sanno ancora. Jason è il più grande, bello ed intelligenza. E come ad aspettarcelo dai ragazzi come lui, vi ricordate quella catena del quale ho parlato all'inizio?. Beh lui ovviamente fa parte dei predatori più pericolosi la cima della catena, quegli animali intoccabili che solo un disastro naturale potrebbe abbatterli. é il principe indiscusso, capitano della squadra di nuoto, un metro e novanta di muscoli, spalle larghe, capelli castani e due occhi che rispecchiano il cielo sereno d'estate.

A scuola Jason è adorato dalle ragazze, perchè che è diverso lo si avverte subito, i suoi occhi te lo dicono nel momento stesso in cui stai per perdertici. Quando deve riflettere ama rifugiarsi nel silenzio della terrazza sopra all'edificio e spesso mi trovo nella situazione di poterlo osservare mentre è assorto nei suoi pensieri, quando la sua espressione cambia radicalmente e di lui resta solo un uomo desideroso di essere lasciato in pace, quello è uno dei miei pochi momenti preferiti in tutta la giornata. Alcune volte mi capita di attenderlo inconsciamente solo per vederlo, mentre appoggiato alla ringhiera, si trasforma nel serio ragazzo che stimo e mi ricorda della sua umanità celata da un velo di perfezione. Mi chiedo quali pensieri lo affliggano, quale enorme peso debba sostenere per mantere ben nascosto questo suo lato così umano e fragile, e come nonostate ciò riesca sempre a mettere a loro agio le persone, a trasformare un giorno di pioggia in uno d'estate o a sollevare il morale di tutti dopo una brutta giornata.

La mensa non rientra nella classifica dei miei posti preferiti a scuola per ben due motivi: 1° le frequentazioni assidue che la occupano e 2° i suoi panini, che sono quasi sicura risalgano alla prima Guerra Mondiale. Con il tempo ho trovato la soluzione al mio problema, che solo casualmente corrisponde all'unico luogo in cui io e una certa persona di mia conoscenza sembriamo poter essere noi stessi.

In queste ultime settimane d'autunno, con la calura estiva ormai lontana, il vento sembra desideri spogliare gli alberi delle loro ultime foglie e sul nostro terrazzo, riuscire ad annullare la gravità. Appena varcata la soglia, una forte folata di vento mi sciolse i capelli che quella mattina avevo avvolto in una crocchia come pretesto per non lavarli e mi permise di tirare un sospiro di soglievo all'accorgermi che la sua impetuosità aveva fatto desistere in molti dal recarsi sul tetto.

Presi i miei adorati auricolari, afferro un muffin al cioccolato dal mio zaino e ci affondo i denti, qualcosa di dolce è l'ideale prima di una lezione di educazione fisica e unito ad una canzone di Ed Sheeran mi basterebbe per essere felice tutta la vita.

Nell'esatto istante nel quale sto per dare l'ultimo morso al mio angolo di paradiso, ecco una mano che mi afferra la spalla, d'istinto la prendo e con un movimento veloce la colloco dietro alla muscolosa schiena del mio assalitore...

I just want to keep calling your nameDove le storie prendono vita. Scoprilo ora