Il blu acceso delle sirene della Polizia si rifletteva sulle grandi pozzanghere d'acqua fuori da quella piccola casa abbandonata.
-"continua a correre, non ti fermare!"
Urlò la vocina nella sua testa.
Vincent non le diede ascolto e si accasciò sul tronco di un albero finendo con i pantaloni nel fango appena creatosi con la pioggia.
Cosa volevano da lui ? Perché la polizia lo stava cercando?
-"io non capisco, cosa ho fatto per meritarmi tutto questo?"
-"sciocco, non ricordi nulla?! Sei forse impazzito!"
La voce nella sua testa era severa, arrabbiata, tesa come le corde di un violino ma tutto d'un tratto i passi degli agenti e l'incessante abbagliare dei cani lo riportarono alla realtà.
Decise di aspettarli lì per discolparsi, per dire che lui non c'entrava nulla e che era disposto a collaborare.
Mentre aspettava che lo trovassero accanto a quell'albero in mezzo al bosco, pensava a come potesse essere finito in una situazione del genere e a come far cessare quella voce insistente nella sua testa.
Forse stava impazzendo per davvero ed era l'unico a non rendersene conto.
Finalmente i poliziotti lo raggiunsero e mentre lo accecavano con le torce per vederne bene il viso, non faceva altro che pensare alla sua amica e alle parole che presumibilmente gli aveva riferito mentre era morta ed appassita di fronte a lui.
-"metta le mani sopra la testa, ha il diritto di rimanere in silenzio.. Ma per poco." Disse un agente mentre lo ammanettava.
Vincent fece un leggero cenno con la testa cercando di far capire che era pienamente disposto a collaborare ma nonostante il suo spirito collaborativo, venne comunque ammanettato con violenza e scaraventato dentro l'auto della polizia in Malo modo.
-"In centrale ci faremo due chiacchiere" disse l'agente.
Aveva un mento sporgente e gli zigomi alti, dalla corporatura si poteva intuire che fosse un pugile o un uomo molto attento a mantenersi in forze per qualunque evenienza.
Le sue mani erano grandi e nella voce non c'era segno di esitazione, di sicuro era uno che sapeva il fatto suo.
Fatto scendere dalla macchina ed entrato in centrale, Vincent venne portato in un'enorme stanza da interrogatorio dove aspettava silenziosamente l'arrivo dell'agente che poco fa lo aveva arrestato.
La porta si aprì di scatto ed entrò in tutta fretta l'agente che posò prepotentemente pistola e distintivo sul tavolo facendo Rimbombare il suono in tutta la stanza.
-"bene, ora lei mi dirà tutto quello che sa su quella casa abbandonata e cosa ci faceva lì da solo a quest'ora di notte"
-"io non lo so.. Ero lì con la mia amica Sofia e poi all'improvviso.."
-"aspetti, quindi lei non era solo lì? Non mi prenda in giro per favore, non sto giocando."
Vincent spalancò gli occhi non capacitandosi di ciò che aveva appena sentito. I poliziotti non avevano trovato Sofia all'interno della casa nonostante si trovasse proprio in mezzo alla stanza subito dopo l'entrata.
-"ero con Sofia, ma è stata uccisa, qualcosa l'ha aggredita e l'ha fatta accasciare per terra senza più un briciolo di vita!"
-"Bastaaaaa, non dire altro, sciocco!"
Urlò la voce nella sua testa, facendo rimbombare l'eco fino alle sue orecchie.
-"quindi lei mi sta dicendo che nella casa non era solo e che questa sua presunta amica di nome Sofia è stata aggredita e uccisa lì di fronte a lei?"
-"si agente, proprio così! Non le potrei mai mentire, non sono pazzo!"
-"bene allora se quello che dice è vero.. Perché non mi dice chi ha aggredito Sofia e dove si trova adesso il suo corpo?"
-" il corpo era lì accanto a me nella stanza nella quale mi sono risvegliato e non so cosa l'abbia attaccata.. Non ricordo molto, è come se la memoria mi fosse stata succhiata via"
-"Signor Role, non c'era nessun corpo nella casa abbandonata e non ci sono segni di aggressioni o particolari lotte all'interno dell'edificio, questo come me lo spiega?"
Vincent non si capacitava di cosa quell'Agente stesse dicendo e l'agitazione iniziò a salire.
-"ammazzalo, ammazzalo e corri via! Quest'uomo ti farà del male, ci sta ingannando!" Disse la voce nella sua testa con grande apprensione.
-"Per una volta credo che ascolterò il tuo consiglio" rispose tra sé e sé Vincent.
Lo sguardo gli si fece serio, la bocca gli si irrigidì e d'un tratto la luce della stanza smise di funzionare. Il buio calò in tutta la caserma.