dedicata a: @flavjk
L'uomo è nato con una consapevolezza: prima o poi, la Morte verrà a prenderlo. Per quanto possa supplicare, piangere, urlare, fuggire, non riuscirà mai a scampare al suo destino. E, quando qualcuno arriva ad ingannare la Morte, le cose si mettono brutte.
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Ricordo perfettamente il giorno in cui sono ho cessato di respirare.
Era un soleggiato giorno di giugno, il ventiquattro, per essere esatta. Ero andata a fare la spesa al super mercato accanto al mio piccolo appartamento. L'orologio da polso segnava le sei e mezza del pomeriggio: il cielo si stava tingendo pian piano di arancione e non vi era nemmeno una nuvola.
Il paesaggio, l'aria fresca, mi trasmettevano un grandissimo senso di tranquillità e pace.
Come mi sbagliavo.
Ma non potevo certo immaginare ciò che sarebbe accaduto in seguito.
Un pazzo entrò nel negozio di punto in bianco, agitando in aria una pistola ed intimando il cassiere di rendergli tutti i soldi. Il poveretto era paralizzato dal terrore e non riusciva a spiccicare parola. Alzò le mani in segno di resa, mentre il colore defluiva dalle sue guance e gli occhi scuri gli si riempivano di lacrime.
I clienti si erano buttati a terra, sconvolti, ed io non ero da meno. Una donna scoppiò a piangere e si nascose dietro il suo carrello. Un bambino emise un lamento disperato.
Fu quello a darmi la carica. Non potevo starmene con le mani in mano; soprattutto con un piccolo in giro.
Mentre il rapinatore era distratto dai confusi balbettii del cassiere, estrassi il telefono dalla tasca dei jeans e composi il numero della polizia.
Lui se ne accorse, urlò un "Non osare!" e mi puntò la pistola contro. Quando avvertii la voce dell'operatore dall'altro lato dell'apparecchio, presi il coraggio a due mani e gridai: — C'è un pazzo con un'arma al super mercato di...! — Premette il grilletto.
Sentii un dolore acuto al petto, un dolore terribile, ed il sapore metallico del sangue in bocca. Crollai per terra a rallentatore. Il proiettile mi aveva perforato un polmone. Non riuscivo a respirare. La vista si annebbiava, il dolore era indescrivibile.
Ricordo che le persone gridarono. Che il pazzo fuggì.
La pozza di sangue sotto di me si allargò a dismisura, imbrattando le scatole di cibo che avevo lasciato cadere.
Prima di perdere coscienza, scorsi una figura che incombeva su di me. Era un ragazzo. Aveva grandi occhi scuri, a mandorla, spettinati capelli color cioccolato, labbra piene ed a forma di cuore ed un paio di grandissime orecchie puntellate da orecchini.
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What if... [Kpop One Shot]
FanfictionRaccolta di One Shots su richiesta. Sì, perché ho poche storie da aggiornare.