Genere: umoristico
Numero parole: 2590Madison è una donna di mezz'età con capelli biondi e ricciuti. È piuttosto bassa e paffuta, il contrario del marito: magro e slanciato.
Solo che il marito ora non c'è. In realtà non torna a casa da sei mesi, e la povera Madison non ne può più!
È stata lei a convincerlo a partecipare a quella spedizione spaziale: è uno dei primi uomini che sta provando a vivere su Marte. Dal 4626 erano cominciate le prime missioni di colonizzazione e ora, dopo tre lunghi anni di viaggi spaziali, la M.A.S.A. sta cercando di rendere il pianeta rosso realmente abitabile. Ma perché Madison aveva consigliato al marito di accettare? Per questa scelta si rimprovera ogni volta che ne ha l'occasione, adora il marito con tutto il cuore e la sola idea di averlo lontano da sé per altri sei mesi la fa impazzire. E pensare che l'unico motivo per cui lo aveva mandato lì era per potersi finalmente permettere quella nuovissima borsa di pelle di rinoceronte!
Eppure lei era sempre stata una che faceva attenzione a tutto ciò che diceva e faceva! Merito dei suoi genitori, specialmente della madre che non faceva altro che metterla in guardia: "Madison! Se ti avvicini troppo al fuoco ti scotti!" "Smettila di dare fastidio a quel gatto, altrimenti ti graffia!" "Non guadare il Sole, rischi di diventare cieca!" "Se non guardi dove metti i piedi finisci per calpestare il puzzolente regalino che qualche cane ha lasciato per strada!".
Ogni tal volta che Madison non l'aveva ascoltata ci aveva rimesso lei stessa e, a volte, le sue graziose scarpette.
Grazie al padre invece aveva scoperto uno studio che parlava proprio di questo argomento: le conseguenze.
Uno studio vecchissimo ma ancora valido. Tutti i suoi vicini di casa la conoscono come "La donna farfalla" data la sua ossessione per questo studio chiamato "Butterfly Effect" (Effetto Farfalla) perché afferma che il battito d'ali di una farfalla può scatenare un uragano dall'altra parte del mondo. Sta ovviamente a significare che ogni piccola azione ha delle conseguenze, e Madison ci crede fermamente.
Ogni volta che deve scegliere, Madison sbarra gli occhi e crea i suoi film mentali.Ora Madison si è appena svegliata. Si alza dal letto e apre l'armadio.
Il vestito rosso o quello azzurro? Si chiede e, come sua abitudine, spalanca i giganteschi occhi castani e si catapulta in un altro mondo.
Metto il vestito rosso, esco di casa, le persone mi guardano e pensano che io voglia tradire mio marito dal momento che rosso è il colore della passione, vado al supermercato per prendere il pesce surgelato, sento freddo perché il vestito è scollato, quindi non mi avvicino al frigorifero in cui c'è il pesce, così compro una torta e la mangio a casa ingrassando ancora!!! Quindi, quello rosso non va bene. Metto quello azzurro, i miei vicini non mi salutano perché i muri della casa sono verniciati di celeste quindi mi mimetizzo, allora mi offendo, loro sbuffano e se ne vanno infastiditi, vado al supermercato e compro il pesce surgelato e anche una torta per consolarmi della brutta esperienza con i vicini, mentre torno a casa inciampo perché non sono brava a camminare con i tacchi alti, ma sono stata costretta a mettere quei trampoli perché sono blu e si intonano con il vestito, la torta cade durante la caduta e si spappola sull'asfalto, presa dalla rabbia inizio a correre verso casa mia, ma inciampo sulla panna della torta, mi sporco il vestito, i tacchi a spillo si rompono e i miei capelli diventano tutti appiccicosi, così devo andare di nuovo dalla parrucchiera anche se ci sono stata ieri, lei mi rifà i boccoli e insiste fino a che non mi convince ad acconciarmeli un po', così spendo altri soldi! Non va bene assolutamente!Prende i vestiti e li scaraventa con rabbia sul letto. Odia quando entrambe le scelte sono dannose. Decide infine di metterne uno giallo e va a fare colazione. Mentre si gusta quei nuovi cereali dietetici sente un cupo ronzio provenire dalla finestra, così si volta infastidita. Un piccolo robottino volante sta bussando al vetro della finestra del salotto. "Maledetti postini! Sempre nei momenti meno adatti..." sbuffa lei aprendo la finestra. Il robottino entra con riluttanza e lascia cadere una busta gialla, poi a tutta velocità si fionda verso la finestra uscendo dalla tana di quella squinternata. Si è salvato! Il postino precedente era stato distrutto da una potente manata della donna, quando il poveretto aveva provato a lasciarle la busta in equilibrio sul suo abbondante e morbido davanzale. Ma non era stata colpa del robot! Un robot non può vedere né riconoscere gli oggetti, può solo captare la posizione di essi per trovare un posto su cui depositare la posta.... Madison guarda il robot postino allontanarsi, prende avidamente la busta e inizia a scartarla velocemente: per una casalinga lontana dal marito ogni piccola novità è indispensabile per non impazzire di monotonia.
All'interno trova un piccolo e sottile schermo digitale e lo accende con impazienza.
Una voce elettronica rimbomba nella stanza: "Ci stiamo collegando da Marte, attendere prego. Per piacere, eviti una qualsiasi forma di volgarità e violenza, le ricordiamo che ogni chiamata è registrata e rivista dalla M.A.S.A. La chiamata durerà cinque minuti. È severamente vietato riprendere la chiamata. Questo progetto è segreto per tutti eccetto le persone interessate e i loro rispettivi parenti.".
Il marito infatti ha avuto quella proposta perché è un pezzo grosso nel campo di tutte quelle cose scientifiche di cui Madison non capisce un'acca.
Dopo poco sullo schermo appare l'immagine dell'uomo che Madison ama alla follia. Ha l'aria stanca e si vedono chiaramente le borse sotto gli occhi, nonostante la qualità video sia davvero bassa.
"Caro, come stai?" chiede preoccupata la donna avvicinandosi allo schermo. "Tesoro" risponde il marito sorridendo leggermente. "Sto bene... più o meno" dice lui esitando. "Come più o meno? Gli altri astronauti ti hanno fatto del male? Avete incontrato degli alieni che vi hanno attaccato? Hai baciato una di quelle scienziate rifatte vero? Scommetto che era Rose..." "No tesoro! Ma di che parli? Sono solo un po' stanco, tutto qui. E poi... chi cavolo è Rose?" "E io che ne so? Nei film che ho visto la donna provocante e bella si chiama quasi sempre Rose! A volte si chiama Angela... o Lara! Sono certa che una di quelle scienziate si chiama così... prova ad avvicinarti a lei e sei morto!"
L'uomo si sistema meglio sulla sedia e risponde leggermente inquieto "Sta tranquilla. Non c'è nessuna Rose... né tantomeno Angela! E poi quale donna si chiama Lara? Ma aspetta... ti riferisci a Lara Croft? Quella del videogioco?"
Madison è confusa, guarda il marito scuotendo la testa: "Ma quale videogioco? È la protagonista di un film!" "Bah, guardi roba troppo vecchia, comprati dei film che siano almeno del nostro secolo! Che stai a guardare quelle robaccia con gli effetti speciali pessimi e la definizione altrettanto!" "Ehi! Quei film hanno fatto la storia, non puoi insultarli così! E poi ti ho visto guardare Guardiani della Galassia almeno cinque volte."
L'uomo ci mette un po' a rispondere. Non sai più cosa dire, eh? No aspetta... era solo il segnale che era in ritardo...
"Guardavo solo il primo film... gli altri non mi piacciono! E poi è stato quello che mi ha avvicinato alla scienza! Se non lo avessi guardato ora non sarei qui." "Sarebbe stato meglio! Io mi sento sola..." ammette lei. Ci prova ad essere decisa e matura come suo marito, ma è impossibile.
"Mi dispiace cara... il tempo è finito, ti richiamo il mese prossimo. Stammi bene e non spendermi tutti i soldi!"
La conversazione si interrompe qualche secondo dopo, senza lasciare il tempo a Madison di salutare l'amato.
La donna prende lo schermo monouso e lo butta nel cestino avvilita. Vorrebbe tanto andare da suo marito...
Poco dopo qualcuno bussa alla porta.
Ma qui una donna non può restare a casa a piangere la sua solitudine in santa pace senza che qualche idiota bussi alla porta!? "Chi è?" chiede ad alta voce.
"Buongiorno, sono Robin. Lavoro per la M.A.S.A insieme a suo marito. Apra per favore, ho un importante notizia da darle." Madison prende a passi svelti lo sgabello che tiene in cucina e lo posiziona davanti alla porta. Ci sale sopra e guarda dallo spioncino.
È un ragazzo piuttosto giovane ma serio. Indossa uno smoking nero e porta degli occhiali scuri. Nella tasca si intravede una pistola verde fluorescente.
Apro o non apro? Madison spalanca gli occhi e inizia a pensare.
Sa che sono sola in casa! Magari vuole rapinarmi!
Allora... io gli apro, lui mi scaraventa sul muro, tiene la pistola puntata sulla mia testa, mi chiede dove tengo il denaro e io gli indico la foto di mio marito, mentre lui stacca la foto per aprire la cassaforte io premo il pulsante di sicurezza e chiamo la polizia, lui ignaro mi chiede la combinazione della cassaforte e io gli dico di non ricordarmela, lui mi minaccia con la pistola, poi... presa dalla paura cado su di lui, grazie al mio leggiadro corpo lui stramazza sul pavimento e lascia scivolare la pistola, io la prendo e gliela punto in testa, la polizia arriva e arresta il ladro!
Madison si prepara all'attacco e apre la porta. Robin però rimane sulla soglia e dice con voce monotona: "La M.A.S.A ci teneva a informarla che domani partirà un altro razzo verso Marte. Se vuole mandare qualcosa a suo marito può darmelo ora. Si ricordi che non deve essere cibo. Non deve pesare più di 25 chili e al massimo possono essere mandati cinque oggetti."
La donna rimane inizialmente sbalordita. "Devo pensare a cosa potranno servirgli le varie cose! E se poi non gli piacciono? Oh no! Non lo so, non ho preparato nulla!". Robin la fissa stranito. Lei sbarra gli occhi e inizia a pensare. "Signora, ehm... ehi signora! Ci sente?" domanda lui avvicinandosi alla donna, che è entrata in uno stato di trance. "Signora!" Madison si risveglia bruscamente e guarda male il ragazzo in smoking. "Stavo decidendo." dice acida "Comunque non voglio mandare nulla. Se ne vada, per favore."
Robin rimane fermo per un po' e poi scuotendo la testa si allontana sussurrando "È proprio matta..."
Madison chiude la porta e sorride. "Non gli manderò nulla. Eccetto... me!"
Sa bene di non essere qualificata per un viaggio del genere, ma è arrivato il momento di dire addio alla sua fissazione per il Butterfly Effect!
Prende la borsa a tracolla e ci mette le cose che secondo lei sono essenziali: spray al peperoncino, cellulare, i bellissimi orecchini che il marito le aveva regalato, scarpe a tacco alto, soldi e provviste.
Conosce il posto in cui deve andare per prendere il razzo, perché aveva accompagnato il coniuge la scorsa volta.
Saluta i vicini con modi snob e altezzosi cercando di rendersi importante e raffinata. Poco dopo prende il treno. Quel coso non tocca le rotaie e va a una velocità pazzesca, ma Madison è sempre stata occupata a non sedersi vicino a persone poco raccomandabili per notarlo. Arrivata alla sua fermata scende dal treno.
Insieme al marito avevano camminato per mezz'ora in mezzo ad un fittissimo bosco. Era inciampata almeno nove o dieci volte per colpa di quei tacchi, e i rami le avevano graffiato le braccia scoperte.
"Questa volta però sono a maniche lunghe" dice soddisfatta guardandosi intorno prima di attraversare la strada.
Vorrebbe mettersi gli orecchini che ha portato, ma non vuole rischiare di perderli nel bosco.
Inizia a camminare lentamente nella selva, con i piedi che spesso cedono a causa delle radici che sporgono dal terreno bagnato.
I cespugli e le erbacce sono sempre più frequenti, gli alberi sempre più fitti, gli arbusti sempre più alti.
È stanca, non è una donna abituata a fare quelle lunghe camminate. Ha il respiro affannato, le mani sono piene di graffi e i tacchi traballanti. Ma non vuole rinunciare a raggiungere suo marito. In qualche modo la faranno partire, almeno spera...
Ormai si è fatto buio. La scorsa volta ho camminato molto meno! E se mi fossi persa? Oh no... è un incubo! Accelera il passo piena di angoscia.
Ad un tratto le distanze fra un albero e l'altro aumentano, fino a che davanti a lei si apre un minuscolo prato fiorito.
È ben nascosto dai giganteschi alberi che lo circondano. Al centro c'è un piccolossimo edificio.
"Trovato!" sussurra contenta. Si avvicina e apre la porta.
Quella che vede è una piccolissima lavanderia a gettoni, ormai abbandonata da millenni. La scorsa volta le avevano proibito di entrare, ma la donna si ricorda perfettamente che erano entrati con suo marito. Aveva sentito degli strani rumori e aveva provato ad entrare per capire cosa fosse successo. L'unica cosa anomala era una di quelle lavatrici enormi che girava.
Madison non aveva mai visto una lavatrice fino a quel momento. Non sapeva come raggiungere la stazione spaziale da lì, e questo era un problema. Il muro era scrostato e negli angoli si era formata la muffa.
Che fetido odore! Devo pensare ad altro: come faccio funzionare questi... qualunque cosa siano!?
Nel frattempo indossa i suoi portafortuna: gli orecchini. Sono costosissimi, poiché sono composti da due monete da un euro, denaro che ormai da secoli non si usa più.
Dopo un po' uno dei tacchi si rompe e Madison cade, con le mani cerca di aggrapparsi a uno degli oblò, senza riuscirci. Si sfila con tristezza le scarpe rosso fiamma che aveva comprato solo due settimane prima e si aggiusta l'acconciatura.
Oh no! Uno dei miei orecchini è sparito!
Cerca disperatamente in tutta la lavanderia fino a che non lo trova nascosto in un angolino.
Madison lo prende e si accorge che proprio accanto a lei c'è una macchina diversa dalle altre. C'è un foro sottile in alto e in basso ce n'è uno più grande. Accanto al piccolo buco c'è un disegnino sbiadito che raffigura la moneta che Madison tiene in mano.
La donna sgrana gli occhi: sta per cadere vittima di uno di quei film mentali quando si ferma e socchiude gli occhi. Non può perdere tempo, deve trovare il modo di raggiungere quei razzi il prima possibile. Prende il suo amato orecchino e con riluttanza lo infila nel piccolo foro.
Due monete d'argento escono dal buco più grande.
Madison è molto stupita e non vede l'ora di trovare l'utilità per quei piccoli oggettini. Nota che accanto a ogni oblò c'è un'altro foro molto sottile. Prende un gettone e lo inserisce nel buco.
Felicissima si accorge che il fondo della lavatrice scompare e al suo posto si apre un tunnel molto profondo. Apre lo sportellino e con fatica ci entra dentro.
Con tutte le sue forze cerca di non pensare alle conseguenze che la sua azione avrà e si lascia cadere nel vuoto. Intanto sopra di lei lo sportello è tornato al suo posto e la lavatrice ha iniziato a girare.
Con un tonfo atterra su un materasso e si guarda intorno.
"Ce l'ho fatta!" Madison ammira felicissima il luogo in cui si trova. Una decina di razzi e una centinaia di uomini sono davanti a lei in un'enorme cupola trasparente.
Adesso quella donna sta cercando di convincere Robin a lasciarla partire con lui (Ormai conosco il passaggio segreto!) e fra sole quattro ore si troverà su un razzo pronta per affrontare il lunghissimo viaggio verso Marte per raggiungere finalmente il marito. Non sarà di certo tutto rosa e fiori, specialmente per una donna come lei. Ma finalmente si libererà dell'effetto farfalla, e guarderà felice il luminosissimo Sole.
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Diagonalmente
Short StoryStorie scritte da una ragazzina con la mente in diagonale che unisce inaspettatamente due punti. Inaspettatamente in teoria, perché non vorrebbe mai scrivere in verticale o in orizzontale, cadendo nel banale. (Rima puramente casuale!) Speriamo solo...