VENERDI' 1 NOVEMBRE
Io <Ciao Edward.> dissi con un sorriso appena entrò nella stanza. <Com'è andata la festa di Halloween? Volevo esserci.>
Lui <Non ti sei persa nulla di che. Solita festa pallosa organizzata da Sofia.> disse per poi sedersi di fianco a me.
Io <Tra poco è un mese che sono qui.>
Lui <Uscirai presto vedrai. Ormai le condizioni sono migliorate. Parli con tutti coloro che vengono a trovarti, cosa che prima non facevi, mangi, sei sana dal punto di vista fisico, vedrai che tra poco ti dimetteranno.>
Io <Anche perchè non ce la faccio più a stare chiusa qui dentro.> dissi sbuffando e lasciandomi cadere all'indietro sul letto. Sapevo che mancava poco, poi sarei tornata a scuola. Anche se ci sarebbero state delle visite nei mesi successivi per assicurarsi che non riprendessi la mia vecchia vita, cosa che volevo fare ma che sinceramente ora credo che non farò più. Non solo perchè non potrei, ma anche perchè non voglio più rovinarmi la vita.
Io <Finalmente uscirò da questo ospedale... ma di solito non si può che so, uscire in giardino?>
Lui <Non so, magari è per il freddo...> rispose incerto e titubante. Strano.
Io <Mi stai nascondendo qualcosa?> dissi rialzandomi e guardandolo intensamente ma scosse la testa. <Ah si?> chiesi alzando un sopracciglio sospettosa.
Lui <Ti giuro... posso chiederti una cosa?>
Io <E va bene dimmi....>
Lui <Fai ancora incubi e hai quelle sensazioni che avevi?>
Io <Le sensazioni no, e credo che siano diminuite per via dei farmaci...>
Lui <E gli incubi?>
Io <Quelli ci sono sempre.>
Lui <Ne hai parlato con lo psicologo?>
Io <Si.>
Lui <E che ti ha detto?>
Io <Che ci vuole tempo, ma ormai sono anni che ce li ho... non li sopporto più. Forse quando scoprirò la verità se ne andranno.>
Lui <E se non fosse così? E se stessi solamente peggio?>
Io <Non ne ho idea. Possiamo parlare di altro? Ti prego.>
Lui <Okay.. Di cosa?>
Io <Sai che Warren ed io stiamo tornando amici?>
Lui <Ah davvero?> chiese quasi scocciato.
Io <C'è qualche problema per caso?>
Lui <No è solo che non so se sia tornato davvero quello di prima.>
Io <Per me si e comunque sto sempre attenta e poi ci sei tu.> mi guardò confuso.
Lui <Non ci sarò sempre okay? Non sono una guardia del corpo.>
Io <Calmo stavo scherzando.> rimasi stupita dal suo improvviso cambio di umore.
Lui <E' solo che non voglio che prendi questa cosa troppo seriamente.>
Io <Ti prego non torniamo a discutere come facevamo all'inizio, non ho voglia di urlare e poi ne abbiamo già parlato.>
Lui <Stiamo solo parlando non litigando.>io <Si, ma tra poco staremo urlando.>
Lui <Voglio solo farti capire che non è che adesso siamo amici che ci parleremo e scherzeremo insieme.> disse serio alzandosi dal letto.
Io <Come? Facciamo parte dello stesso gruppo di amici, vieni più di una volta al giorno a trovarmi, parliamo insieme e negli ultimi giorni non abbiamo nemmeno litigato e adesso mi vieni a dire questo? Siamo seri? Vuoi dire che una volta uscita da qui non ci rivolgeremo nemmeno la parola? E allora cosa vieni qui a trovarmi, ti faccio per caso pena?>
Lui <Non sto dicendo questo. Voglio solo dirti che fino a quando non saprai cosa ti ho fatto per quegli otto mesi non potremo avere un rapporto definito. Ho paura che se diventiamo amici poi quando saprai la verità starai ancora più male di quanto staresti già.>
Io <Dovevi pensarci prima di venire a trovarmi. E poi sono stufa di sentir parlare di quegli otto mesi. Sembra che da essi dipenda la mia vita.> dissi alzandomi anche io.
Lui <Voglio solo dire che non devi fraintendere le mie visite. È solo per vedere come stai e cercare di farti star meglio cosa che credo stia funzionando. Poi dopo non voglio che tu pensi di aver chissà quale rapporto con me.>
Io <Per tutto questo tempo mi hai illusa che fossimo amici e poi mi vieni a dire queste cose?> dissi incredula raggiungendolo. <Mi sembra una reazione esagerata la tua. Solo per non farmi soffrire? Mi dici che vuoi che ti odi e poi ti comporti da amico? Senti, deciditi okay? Anzi no. Puoi dire quello che vuoi ma non riuscirò mai ad odiarti.>
Lui <Ed io non riuscirò mai a capirne il perchè.>
Io <Sai cosa avrei voluti fare quando mi hai salvata da Warren alla biblioteca?> chiesi mentre ormai eravamo a pochi centimetri di distanza.
Lui <No cosa?>
Io <Ti ho abbracciato, ma avrei voluto fare questo.> dissi per poi unire le nostre labbra. Fu inaspettato anche per me.
Era sorpreso e stupito, ma forse lo ero di più io per quel gesto lo avevo appena compiuto senza pensarci.
Si allontanò bruscamente dopo nemmeno un secondo.
Lui <Non devi più farlo, intesi?> disse senza però guardarmi negli occhi. <Perchè l'hai fatto?> chiese indietreggiando.
Non mi lasciò il tempo di parlare che iniziò lui.
Lui <Ho sbagliato a venire qui. Non capiterà mai più. Mi dispiace Arianna.> disse con lo sguardo basso.
Io <Cosa? Ma come io->
Lui <Mi dispiace, ma è sbagliato, tu devi odiarmi, io te lo avevo detto! Io ti avevo avvertito ma non mi hai ascoltato.>
Io <Ma Edwa->
Lui <Mi dispiace davvero.> disse per poi uscire dalla stanza.
Ferma, in piedi da sola.
Ma soprattutto confusa.
_-_-_-_-_-_-_-_-_-_-_-_-_-_-_-_-_-_-
Non posso credere che sono riuscita ad aggiornare... ahh mi scuso se è un po' corto ma ho fatto del mio meglio dato che non ho molto tempo.
27 orali e quindi dopo quel giorno sarò finalmente libera yuppi.
-Sam🌸
STAI LEGGENDO
~La ragazza della ferrovia~ (Wattsy2017)
Storie d'amoreArianna Prendom, una ragazza diciassettenne con un passato da lei sconosciuto e avvolto nel mistero. Un passato da cui cerca di fuggire, ma a volte vuole anche scoprire cosa si celi dietro ad esso. Un mistero che la distruggerà lentamente. Un luogo...