Chapter one.

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E' strano come il tempo scorra così veloce quando invece ne hai immensamente bisogno, questo pensavo mentre strofinavo le setole del mio spazzolino sui miei denti bianchi e nel frattempo correvo da una parte all'altra della stanza per scegliere quale outfit avrei indossato il giorno del mio primo colloquio di lavoro, che si sarebbe tenuto a distanza di trenta minuti dall'altra parte della città. Sono sempre stato abituato a città meno popolate di New York, come Boston, capoluogo della contea di Suffolk nel Massachusetts, dove sono nato e cresciuto. Purtroppo mi sono dovuto trasferire per mancanza di lavoro, molte aziende del posto sono andate in bancarotta e dopo tutti gli studi pagati dalla mia famiglia non potevo finire a fare il panettiere o il benzinaio, lavori che ammiro ma che non sono portato a fare, per questo ora mi ritrovo da solo in un appartamento di New York, e in ritardo.

Prima di uscire di casa mi diedi un'occhiata allo specchio, dei pantaloni color verde acqua mi stringevano tutta la parte inferiore del corpo, sopra portavo una semplice maglietta nera, scarpe sportive del medesimo colore, una sciarpa di velluto floreale che riprendeva il colore dei pantaloni e il color pesca, sorrisi soddisfatto, amavo immensamente i colori accesi, in più la primavera imminente è un ottima scusa per indossarli. Misi il mio solito cappotto color sabbia ed uscii di casa per poi prendere il primo taxi che mi passò accanto, devo ammettere che New York è esattamente degna delle sue descrizioni, piena di colori, palazzi enormi che ti fanno sentire piccolo e di tantissimi taxi gialli che sfrecciano tra il traffico, che dire, per uno come me che ama i clichè, è la città giusta.

"Salve, può portarmi al S.I.C. Building?" Dissi al tassista che mi fece solo un cenno di capo prima di partire. Non c'era nemmeno stato bisogno di dire all'uomo dove il palazzo si trovasse perché la S.I.C. è una delle più importanti aziende conosciute, aveva moltissime sedi e clienti in tutto il mondo, se fossi riuscito ad ottenere il posto avrei fatto centro. Dopo quindici minuti il taxi si fermò, ci avevamo messo meno del previsto, ma mancavano solo cinque minuti all'appuntamento, così pagai e ringraziai l'autista, scendendo subito dopo dal veicolo, trovandomi poi davanti ad un'imponente palazzo fatto di vetro, con un'ampia entrata costituita dal prato più verde e curato che avessi mai visto, rimasi affascinato ma cercai di riprendermi e mi diedi una mossa, correndo verso l'entrata. Oltrepassai la porta girevole e mi trovai all'interno di quello splendido edificio, tutto sembrava brillare, il mio stupore venne interrotto da una ragazza bionda e slanciata, con un tailleur grigio e dei tacchi vertiginosi.

"Buongiorno signore, posso aiutarla?"

Diamine, nessuno mi aveva mai chiamato signore, faceva uno strano effetto considerato che avevo poco più diciannove anni.

"Ehm..si..ecco..."Tossii per schiarirmi la voce. "Mi chiamo Louis Tomlinson, sono qui per un colloquio di lavoro fissato da circa due settimane."

"Certo, il signor Harry Styles la sta aspettando." Disse con la sua vocina stridula, facendomi strada lungo l'atrio ed entrando in un ascensore anch'esso di vetro.

Più stavo lì e più mi sentivo inappropriato a questo posto, con i miei pantaloni colorati e la mia sciarpa floreale. Speravo che almeno questo Signor Styles mi avrebbe dato una buona impressione e fatto sentire a mio agio. Una volta scesi dall'ascensore, percorremmo un lungo corridoio fino ad arrivare davanti ad una delle porte. La ragazza bionda davanti a me si girò e mi sorrise, prima di bussare ed aprire leggermente la porta solo per affacciarsi all'interno.

"Signore è arrivato Tomlinson, per il colloquio."

"Bene, lo faccia entrare allora, cosa aspetta?"

Mi irrigidii e sospirai quando sentii la voce dell'uomo dietro alla porta, aveva un tono molto fermo ma leggermente rauco o profondo, mai sentita una voce così bella e che allo tempo stesso metteva i brividi.

La ragazza borbottò qualche scusa imbarazzata e si voltò verso di me, facendomi cenno di entrare, facendo per andarsene, prima di avvicinarsi leggermente al mio orecchio.

"Buona fortuna, ma se hai un briciolo di buon senso, vattene da qui ora che sei in tempo." Sussurrò lei, girando poi i tacchi e lasciandomi lì da solo come un idiota, raddrizzai la schiena e schiusi le labbra, avevo ragione di credere che varcata quella soglia avrei trovato un mostro, ma a riportarmi alla ragione fu di nuovo quella voce.

"Allora? Entri avanti, non ho tempo da perdere."

Entrai velocemente nella stanza e mi chiusi la porta alle spalle per poi voltarmi e..cazzo, questo era tutto ciò che mi venne in mente non appena vidi quell'uomo, mai visto qualcuno di così bello, i capelli lunghi e mossi raccolti in un concio, mai avrei pensato di trovare dei capelli del genere attraenti su un uomo, occhi verde smeraldo da toglierti il fiato e labbra carnose come cuscinetti, tossii e mi avvicinai cercando di non fare la figura dell'idiota, anche se probabilmente l'avevo già fatta, dato il modo in cui lui mi stava guardando, così presi coraggio e mi sedetti.

"Salve signor Styles, sono Louis Tomlin-"

"Sì, sì saltiamo queste banalità, ho il tuo curriculum sotto il naso." Disse l'uomo guardando i fogli appoggiati sulla scrivania. Alzai un sopracciglio, non era per niente una persona paziente direi. "So che sei stato ammesso ad Harvard, complimenti, la percentuale di ammissione è poco meno del 3%, come mai non l'hai frequentata? Molti ucciderebbero per farlo."

"Beh, non è ciò che volevo fare, ho seguito un corso di marketing ed economia aziendale perché volevo subito entrare nel mondo del lavoro ed andare via di casa, quindi eccomi qui" Dissi soddisfatto, sperando di poter fare bella impressione, ma mi sbagliavo.

"Dimostra coraggio, ma anche molta stupidità, fossi stato in lei sarei rimasto ad Harvard senza pensarci due volte, il futuro è complicato senza un' istruzione, lei non crede?" Il suo tono era fermo e duro.

Schiusi le labbra e sbarrai gli occhi scioccato da ciò che stavo sentendo, così replicai:

"Quello che credo è che lei dovrebbe farsi un corso di buone maniere perché non credo che sappia che cosa sono."

L'uomo abbozzò un sorriso ironico e alzò finalmente lo sguardo verso di me, incontrando i miei occhi azzurri.

"Non si agiti signorino, le ho solo detto ciò che pensavo, o meglio, ciò che pensa quasi tutta l'America, in ogni caso..nell'eventualità che ottenesse il posto mi auguro di credere che cambierà il suo abbigliamento."

Questo era decisamente troppo, mi alzai velocemente dalla sedia e mi avvicinai alla sua scrivania afferrando il mio curriculum. Mi allontanai leggermente per andandomene, poco prima di girarmi nuovamente verso di lui.

"Non intendo restare qui un'altro secondo a farmi insultare da lei Signor Styles, non mi importa se tratta così i suoi dipendenti o le ochette bionde ossigenate al suo servizio, ma non si rivolgerà così a me, non sono così disperato e ho molto rispetto di me stesso, e sa una cosa? Se Harvard ha fatto uscire dei coglioni maleducati come lei allora sono fiero di non esserci andato." Sbottai per poi andare verso la porta.

"Stanford."

Aggrottai le sopracciglia e mi voltai verso di lui, confuso.

"Prego?"

"Non sono andato ad Harvard, ma alla Stanford University."

Sorrisi ironico mordendomi poi il labbro inferiore.

"Lei è davvero incredibile, non fa differenza in che prestigiosa università sia andato, e sinceramente poco mi importa, non è uno stupido pezzo di carta a definire quanto vale una persona, inoltre, mio caro signor Laureato, posso scommettere mille dollari di aver letto più libri io in un anno che lei nella sua meravigliosa università." Dissi soddisfatto aprendo poi la porta per andarmene.

"Signor Tomlinson?"

Sospirai esausto, se mi avesse insultato ancora gli avrei tirato un pugno sulla sua stupida ma anche incredibilmente bellissima faccia, con quelle mandibole così pronunciate.

"Sì?" Risposi senza nemmeno girarmi.

"Inizia domani alle 8.00"





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Ciao a tuttiiii, mi chiamo Sara e questa è la prima storia che scrivo, se vi piace fatemelo sapere in un commento in modo che io possa poi continuare. Perdonate eventuali errori, accetto volentieri critiche costruttive. xoxo

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