Chapter eight.

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Era passato qualche minuto da quando ricevetti il messaggio di Stephanie, nel frattempo io ed Harry ci eravamo ricomposti e lui stava smacchiando la sua camicia con l'acqua, quando il mio respiro tornò regolare, chiamai Stephanie, dicendole che eravamo andati a fare un giro mentre le aspettavamo, ma che stavamo subito tornando indietro.

"Fatto!" Disse Harry entusiasta, voltandosi poi verso di me.

Ridacchiai appena, notando la grossa macchia d'acqua sul tessuto della sua camicia, mi avvicinai al suo corpo e poggiai le mani sulle sue spalle.

"Diremo che ti sei rovesciato qualcosa addosso." Dissi ridendo, per poi alzare lo sguardo sui suoi occhi, ogni volta che incontravo il suo sguardo mi sembrava mi perdermi in un infinito prato verde. "Cosa hai provato?" Le parole mi uscirono dalle labbra, non volevo mettergli pressione. Fortunatamente Harry fece cessare le mie paranoie.

"Qualcosa di indescrivibile Louis, non..non avevo mai provato nulla di simile e sai che non sto mentendo, una parte di me aveva paura, ho sentito lo stomaco rigirarsi mille volte e tutto così velocemente. Insomma non avevo mai nemmeno avuto un'erezione, puoi immaginare." Concluse ridendo appena.

"E adesso...io e te cosa siamo?"

A quella domanda il suo sorriso scomparve lentamente, continuando a guardami negli occhi.

"Tu sei il mio segretario, Louis."

Le sue parole furono una secchiata d'acqua fredda, continuavo a fantasticare su un possibile "noi", senza rendermi conto di non essere il protagonista di un romanzo o di un bellissimo film d'amore. La vita reale era diversa, non si incontrava una persona e ci si innamorava, trascorrendoci poi il resto della vita insieme, o almeno, questo era quello che la vita mi stava insegnando. Dopo qualche secondo di silenzio imbarazzante uscimmo entrambi dal bagno, facendo attenzione a non farci vedere, ci immischiammo tra la folla. Trovammo Stephanie e le sue amiche, non che mie colleghe, dopo qualche minuto. La serata trascorse velocemente, tra qualche risata, molto alcool e musica assordante che violava il nostro udito. Fu una serata piacevole, senza considerare il fatto che Harry non mi degnò di uno sguardo. Era stato capace di fingere che non fosse successo assolutamente nulla, così quando tornai a casa ero distrutto. 

I giorni passavano, io ed Harry non avevamo più accennato alla sera in cui eravamo andati in discoteca. Non riuscivo a smettere di pensare a lui, mi rendevo conto di non conoscerlo da molto, sapevo benissimo di non essere innamorato, ma ho un cuore sensibile, e diversi baci e una scappatella nel bagno, mi avevano illuso che potesse esserci qualcosa. Inoltre ero riuscito a fargli provare qualcosa di intenso, è stato come dare vita ad un robot, per questo mi ero illuso potessimo andare oltre al semplice rapporto di lavoro. Avevo cercato di salvare un uomo concentrandomi sui suoi sentimenti, senza curarmi però dei miei.

Mentre elaboravo questi pensieri, sentii un rumore che mi fece sobbalzare dalla sedia del mio ufficio, qualcuno stava bussando alla porta. 

"Avanti!" Dissi a voce alta perché si potesse sentire.

Dalla porta sbucò una chioma bionda.

"Ciao Lou sono io, il signor Styles mi ha detto di consegnarti questa, dice che è importante, credo sia una fattura!"

Tirai un sorriso, nonostante fossi leggermente deluso, speravo ci fosse Harry dietro quella porta, non parlavamo da giorni, se non per questioni di lavoro. La ragazza si avvicinò e mi lasciò la lettera sulla scrivania.

"Grazie mille, Stephanie." Dissi sorridendole gentilmente, per poi vederla andare via.

Presi la lettera tra le mani, aprendola subito dopo, per un attimo credetti di avere le allucinazioni, perché ciò che avevo davanti era un biglietto di cartoncino, con sopra una frase scritta con una bellissima ed ordinata calligrafia in corsivo:

All the colors together give light.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora