Capitolo 4

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Sono le 6:30.
Non riesco a prendere sonno a causa dell' ansia. Ho una paura immane e il pensiero di dover frequentare una nuova scuola mi spaventa a morire.
«Aryy?»
Spero solo di riuscire ad integrarmi, di trovare dei veri amici come quelli della mia New York. A proposito di loro, quanto mi mancano.
«Aryy?»
Continuo a muovermi con insistenza nel letto senza trovare pace, quando il rumore della porta sbattuta mi fa sobbalzare.
«Ariana!» mia madre si presenta sull' uscio della porta, con le mani poggiate sui fianchi. «Sei sorda stamattina? É da mezz'ora che ti sto chiamando!»
«Davvero? Ehm..non ti ho sentito.»
«Me n'ero accorta.» dice, sorridendo dolcemente. «Dai alzati che faremo tardi.» continua, sul fare di uscire.
«Tardi?» chiedo, bloccandola. «Tardi per cosa?»
«Come per cosa?! Dobbiamo andare a compilare il modulo di iscrizione per la tua nuova scuola.»
Mi alzo di malavoglia e scelgo i panni da indossare.,
Indosso: un cappellino grigio,un maglioncino bianco, dei jeans aderenti neri e dei tacchi del medesimo colore, dato che , sono bassina.

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Siamo in macchina. Mia madre impegnata a guidare, io con la testa poggiata al finestrino, piena di pensieri.
"Come sarà?"
"Andrà tutto bene?"
"Mi accetteranno?"
Non ne ho idea, e la possibile risposta a quelle domande mi spaventava alquanto. La mano di mia mamma si posa sulla mia gamba, premurosa. Mi guarda con un sorriso rassicurante, quei sorrisi che solo lei mi da, gli unici sorrisi che veramente mi fanno star bene.
«Andrà tutto alla grande, tesoro. Ne sono sicura. É solo questione di tempo, poi le cose torneranno alla normalità. La nostra vita sarà come quella di prima, solo..un pò piú diversa, ecco. Ma ce la faremo, superemo anche questo.» termina. Non ho parole, riesco solo ad abbracciarla.
«Grazie mamma»

Scendiamo dalla macchina ed entriamo nella scuola. Prendo una boccata d'aria e, non senza una buona dose di ansia, varco la soglia dell'ingresso. La struttura é molto grande, anche più di quanto mi aspettassi.
Arriviamo davanti la porta della segreteria: ad aprirci é una giovane donna, sulla trentina. Magrolina e dai capelli scuri, ordinati in una cipolla molto curata. Ci accoglie con un sorriso, invitandoci ad entrare.
«Tesoro, mentre io firmo i documenti, che ne dici di iniziare a fare il giro della scuola? Cosí inizi ad ambientarti.» mi propone mia madre. Annuisco e inizio a camminare, senza una meta precisa, priva di quale potrebbe essere la strada per arrivare ai bagni e alle varie classi.
Muovo i piedi in passi lenti e scocciati, ritrovandomi in un enorme corridoio..
Appena svolto l'angolo, sento qualcosa che mi fa cadere a terra.
«Ahia cazzo!» sento imprecare. Mi rialzo, massaggiandomi il braccio dolorante, e un ragazzo avanti a me fa lo stesso.
«Fanculo, ma sta un pò attenta!» urla, sguaiato.
«Attenta?! Ma come ti permetti, piuttosto tu guarda a dove metti i piedi!»
«Oh ma sta zitta!» sbraita, e fa per andare via.
Sto per mandarlo a quel paese quando mi sovviene un dubbio.
«Hey ma..» dico, bloccandolo. Si volta e mi guarda, interrogativo.
«Cosa?» chiese, nervoso.
«Tu sei..si, sei il ragazzo dell'aereoporto.»
Di risposta, alza un angolo della bocca in un sorriso strafottente.
«Benvenuta a Boston.» e va via.


Spazio autrice
Ecco un nuovo capitolo vorrei sapere cosa ne pensate, scusate se non ho aggiornato prima ma ero molto occupata per l'esame.
Un bacio 💋❤️

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