Prologue

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«Dannato computer! Non mi lasciare proprio adesso, per favore.» sbuffai affranta, guardando il mio pc bloccarsi per l'ennesima volta.

«Fammi finire almeno il curriculum.» sbattei la testa sulla tastiera dalla frustrazione, quando la suoneria del mio cellulare risuonò per tutta la stanza. Lo cercai con lo sguardo, fino a quando non lo trovai dall'altra parte della scrivania e dovetti alzarmi per prenderlo.

«Pronto?» risposi.

«Cateee!» esplose, all'altro capo del telefono, una voce che conoscevo fin troppo bene.

«Ciao Vale.» ridacchiai per la sua reazione, Valentina era sempre così, energia pura.

«Buongiorno Sissy, come stanno andando i preparativi?» iniziò subito con le domande.

«A parte il fatto che il mio computer sta lentamente morendo e che entro oggi pomeriggio devo far avere a Michael il mio curriculum, altrimenti lo stage e l'ammissione al terzo anno di università le saluto, direi ottimamente.» sospirai sarcastica.

«Eh ci credo, povero pc! Sei sempre a lavorare, lascialo un po' in pace. Quindi è oggi il fatidico giorno?» potei immaginare l'espressione divertita della mia amica dall'altro capo del telefono.

«Sì, non sai quanto sono nervosa.» dissi, sedendomi sul mio letto.

«Oh, ma smettila. Andrà benissimo, sei la prima del tuo corso, e poi, hai Michael che metterà una buona parola per te.» ed io alzai gli occhi al cielo.

«Vale il punto è che non lo guarderanno nemmeno, è praticamente impossibile che mi accettino per lo stage. Ancora non so come mi abbiate convinto a fare questa cosa.» mi passai una mano sul viso. Proprio così, non riuscivo ancora a capacitarmi di come fossero riusciti a convincermi di presentare il curriculum alla VR46.

Tutto ebbe inizio quando, l'aprile precedente, il professore del corso di progettazione ci informò che per il primo semestre del terzo anno sarebbe stato obbligatorio intraprendere lo stage, ma non uno qualunque, bensì strettamente inerente al proprio corso di laurea ed il mio era Design automobilistico. Così negli ultimi due mesi, mi ero ammazzata di studio per poter finire gli esami nella sessione di giugno ed ero impazzita a mandare curriculum ad ogni singola azienda motociclistica, ma per mia sfortuna quasi tutte le case erano più che soddisfatte dei loro impiegati e non avevano il tempo di assumersi la responsabilità di una stagista. Nel caso non fossi riuscita a trovare nulla l'università mi avrebbe destinata ad una loro affiliata.

Poi, al compleanno di mia cugina Valentina, durante una chiacchierata (mia madre ne volle parlare a tutti i costi) con Michael, il suo promesso sposo e dipendente della VR46 da più di otto anni, mi ha abbigliata a fargli avere le mie credenziali e mandare il tutto, compreso di sua raccomandazione, all'azienda di Tavullia. Io, però, non volevo il suo aiuto, volevo riuscire a cavarmela da sola per una buona volta, nonostante tutti i miei compagni fossero stati assunti per conoscenze e raccomandazioni. Così, eccoci al fatidico momento.

«Sei tu che sei impossibile. Ora, riprendi quel computer, finisci di scrivere i tuoi miliardi di pregi e stampa quel benedetto foglio.» mi rimproverò la mora.

«E se così mi rendessi ridicola?-» non feci in tempo a finire la frase che Valentina mi interruppe: «Caterina alza quelle chiappe e vai al computer.»

«Va bene, va bene.» sbuffai, sedendomi alla scrivania. Ripresi il pc e notai che era tornato normale, così sotto tortura telefonica della mia amica e qualche consiglio, riuscii a finire il curriculum e lo stampai.

«Contenta?» domandai retorica ed una risata da parte della mora arrivò alle mie orecchie.

«Ricordami domani di darti un ceffone.» disse, scherzando.

«Ehi, io ti ospito per due settimane ed è così che mi ringrazi?» finsi di essere offesa.

«Sì! A proposito, era per questo che ti avevo chiamata, volevo chiederti come stava andando con la preparazione delle stanze e come ci organizziamo sia per l'orario di ritrovo al circuito, sia per appoggiare le valigie.» domandò.

«Allora, le stanze sono già pronte, per l'orario direi 8:30 all'ingresso principale e per le borse come volete voi, dipende anche da come vi organizzate con le macchine.» risposi, pensando a cosa ci avrebbe atteso il giorno seguente e, nello stesso istante, un brivido mi percorse tutta la schiena.

«L'orario è perfetto, poi lo scriviamo sul gruppo, con le macchine ci siamo organizzate così: ognuno porta la sua, almeno riusciamo a fare a turno le prossime settimane.» disse, facendo partire in sottofondo "Give me love" di Ed Sheeran ed io non riuscii a reprimere un sorriso.

«Adoro questa canzone, più la ascolto e più me ne innamoro. Comunque, facciamo così: lasciate le valigie in macchina e le portate su quando torniamo dal circuito.» dissi, canticchiando le strofe della poesia, perché Ed non scrive canzoni, ma pura poesia.

«Perfetto! Ci vediamo domani e ricorda, se non dai il foglio a Mike ti massacro di botte e, lo sai, ti voglio un mondo di bene Sissy.» rise la mora, provocandomi un sorriso.

«Ciao Scema, anche io te ne voglio. Ricorda, che invece, domani vivremo un sogno.» chiusi la chiamata, dopo essere scoppiate tutte e due in una risata, e mi buttai sul letto non realizzando cosa ci avrebbe atteso il giorno seguente: il GP di Misano Adriatico.

*****

Buonsalveee a tutti! 🖤

L'idea di questa ff mi è balzata nella testa più di un anno fa e finalmente ho avuto il coraggio di scriverla e, niente, spero che vi piaccia. 😘

- Cate🌹✨🏁

Race your love // Danny Kent & Francesco BagnaiaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora