Mi trovavo al parco con mio figlio e il mio ragazzo, Harry. Eravamo molto giovani per avere un figlio, ma era successo e sinceramente Michael era la cosa più bella che ci potesse capitare. Aveva quattro anni ed era uguale a suo padre, era la mia gioia. Io e Harry invece stavamo insieme da sei anni. Già, un arco di tempo molto lungo. Ci eravamo conosciuti durante una festa al college e avevamo iniziato a sentirci, ci fidanzammo e dopo due anni arrivò Mike.
Stavo seduta su una panchina con le gambe incrociate e lo sguardo fisso su di loro mentre Harry era posizionato dietro a nostro figlio, spingendolo sull'altalena. Entrambi ridevano e la loro risata si mischiava all'aria primaverile che era nell'aria, mostrando così uno spettacolo per i miei occhi.«Mamma vieni anche tu qui!» Mi chiamò mio figlio ridendo.
«Sì mamma, vieni qui.» Harry ripeté guardandomi con uno sguardo furbo indicando l'altalena.
«Arrivo.» Scossi la testa ridendo e mi alzai avvicinandomi a loro sedendomi sull'altalena accanto alla sua.
«Dai una spinta anche alla mamma.»
«Ma anche due posso dargliene.» Parlò tranquillamente Harry, anche se sembrava una frase totalmente innocua per Michael io avevo subito capito il suo secondo fine.
«Idiota.» Parlai a bassa voce scuotendo la testa e ridacchiai, mentre Harry iniziò a spingermi nonostante le mie precedenti lamentele non volendo essere spinta.
«Mike!Mamma ha detto una parolaccia!»
«Mamma non si dicono le parolacce!Questa sera papà ti mette in punizione.» Parlò Mike una volta sceso dall'altalena, incrociando le sue piccole braccia al petto.
«Ha ragione, stasera ti metterò in punizione.» Annuì Harry ridendo.
«Ti metto io in punizione poi vediamo.» Sussurrai in modo che mi sentisse solo lui e subito fermò l'altalena, così ne approfittai subito per scendere.
«No va be' dai, mamma per questa sera non avrà la punizione.» Lo guardai male e poi scossi la testa.
«Non è giusto però!»
«Shh. Vieni andiamo sullo scivolo.» Lo presi per mano e lo portai allo scivolo mentre Harry ci seguì continuando a ridere. Si mise dietro di me avvolgendo le sue braccia intorno al mio esile corpo e appoggiò la sua testa sulla mia spalla.
«Siete la cosa più bella che ho.» Mi sussurrò facendomi sorridere. «Vi amo.» Parlò un po' più forte.
«Anche noi ti amiamo papà.» Parlammo all'unisono io e Michael, scoppiando poi a ridere.